Stati Uniti Jean-Bernard Cadier: «Tra i repubblicani c'è aria di rivolta»

Caroline Libbrecht / AllTheContent

25.2.2021

Jean-Bernard Cadier, a Orlando, nel 2019.
Jean-Bernard Cadier, a Orlando, nel 2019.
BFMTV

Jean-Bernard Cadier, corrispondente per BFMTV a Washington, ha da poco scritto un libro su Joe Biden. Nel nuovo presidente democratico, alla guida di un paese più diviso che mai, si nutrono molte speranze... Riuscirà a riconciliare gli statunitensi?

Lei è corrispondente BFMTV negli Stati Uniti da dieci anni e, in tutto, conta ben 18 anni trascorsi in questo paese affascinante, lontano dalle sue origini…

Sì, sono franco-svizzero. Mia madre era di Ginevra. Ho un attaccamento sentimentale con la Svizzera, anche se ci vado raramente. Da bambino, avevo mio nonno e dei cugini a cui facevo visita, nel Canton Vaud.

Nel suo itinerario, come è finito negli Stati Uniti?

Sono i casi della vita. Quando si è giornalista e ci si interessa degli affari del mondo, si finisce sempre per passare da Washington… Ci sono passato e vi sono rimasto! Essere corrispondente dagli Stati Uniti è un bellissimo lavoro.

Ha appena coperto la sua sesta elezione presidenziale statunitense. Cosa aveva di particolare questo duello Trump/Biden?

Quest’elezione è stata assolutamente eccezionale, a causa della tensione che regnava nel paese. Donald Trump ha creato un’atmosfera particolare negli ultimi quattro anni: la metà del paese era molto favorevole alle sue idee, mentre l’altra metà si opponeva violentemente alla sua politica. La scollatura era molto forte. Non ho mai visto un’elezione così tesa!

Jean-Bernard Cadier: «Tra i repubblicani c'è aria di rivolta».
Jean-Bernard Cadier: «Tra i repubblicani c'è aria di rivolta».
Keystone

«Tra i repubblicani c'è aria di rivolta. La divisione è evidente…»

Quali lezioni possiamo trarre dalla procedura di impeachment che interessa Donald Trump?

I democratici sapevano di non avere nessuna possibilità di farlo condannare. Ma l’obiettivo della manovra era di dividere la fazione repubblicana tra i pro-Trump e i repubblicani «tradizionali». Il capofila dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, ha dichiarato che non ci sono dubbi che il presidente Trump sia politicamente responsabile dell’attacco al Campidoglio il 6 gennaio scorso. È diventato il nemico numero uno all’interno del partito, anche se ha votato per l’assoluzione di Trump. In breve, c'è aria di rivolta tra i repubblicani. La divisione è evidente… secondo i sondaggi, apparentemente, Donald Trump mantiene il sostegno della grande maggioranza del suo partito.

Questa leadership all’interno della propria fazione gli permetterà di ripresentarsi tra quattro anni?

Quattro anni è un lungo periodo. Ma penso che Trump avrà un peso sufficiente per influire sulle elezioni di metà mandato nel 2022, sapendo che negli Stati Uniti le elezioni primarie sono molto importanti per determinare chi sarà il candidato repubblicano. Per il presidente sconfitto, sarà un’occasione per acquisire vantaggio sui repubblicani «tradizionali».

Lei come ha reagito durante l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio scorso?

Al di là dell’attacco, sono soprattutto stato sorpreso dalla debolezza nella risposta. Si sapeva che l’appuntamento del 6 gennaio sarebbe stato cruciale e che la tensione sarebbe stata palpabile nelle vie di Washington, poiché Donald Trump aveva richiamato lui stesso i suoi partigiani a mobilitarsi in massa. Ma la difesa ha tardato a intervenire. Nel frattempo, Trump seguiva gli eventi in diretta in televisione. Ha lasciato che venisse sferrato l’assalto, mentre i suoi lo supplicavano di intervenire. Ha scelto di non fare niente. Segretamente, sperava che gli eventi volgessero a suo favore.

«Gli Stati Uniti soffrono in questo momento, ma sanno che poi verrà il tempo della speranza.»

Joe Biden, secondo lei, sarà in grado di calmare la situazione e di riconciliare le due Americhe?

Il nuovo presidente sale al potere in condizioni molto difficili. Il paese è estremamente diviso. Ma se qualcuno possiede le qualità richieste per compiere questa missione, quello è Joe Biden! Grazie alla sua esperienza e alla sua personalità, sa evitare le divisioni e ricerca il consenso. Sa voltare pagina e pensare al futuro. Si tratta di una persona che ha dovuto affrontare delle grandi tragedie nella sua vita: aveva solo 30 anni quando la prima moglie è morta in un incidente stradale, insieme alla figlia di 13 mesi, mentre sono rimasti gravemente feriti i loro due figli. Nel 2015, suo figlio è morto per un cancro fulminante al cervello. Ha dovuto superare delle prove terribili che gli hanno insegnato l’empatia e la resilienza. Per questo, gli statunitensi fanno affidamento su di lui: il paese soffre in questo momento, ma sanno che in seguito verrà il tempo della speranza.

Per il momento, che presidente è Joe Biden?

L’ho appena visto in una trasmissione sulla CNN, in cui ha partecipato a due ore di botta e risposta. Lui che era così poco prestante nei dibattiti, quasi senile, biascicava, l’ho trovato invece brillante! Non so se è un miracolo. Per il momento bisogna riconoscere che è stato impeccabile, dopo quattro settimane alla Casa Bianca. È sicuramente molto ben assistito. In effetti, Joe Biden ha un approccio più classico al potere, contrariamente a Donald Trump di cui il principale pregio era l’istinto.  Ma il rovescio della medaglia dell'ex presidente è stato un esercizio molto solitario del potere.

«La cosa più dura nel contesto attuale, sono le 'fake news': nessuno è d’accordo sulle cifre, i fatti, la realtà…»

Lei fa il giornalista negli Stati Uniti, come descriverebbe il clima di oggi? È particolarmente difficile svolgere il suo lavoro?

Veniamo fischiati alle manifestazioni politiche, messi alla porta quando proviamo a intervistare i sostenitori di Donald Trump ma, in fondo, sanno che hanno bisogno dei media… È un gioco! La cosa più dura nel contesto attuale, sono le «fake news»: nessuno è d’accordo sulle cifre, i fatti, la realtà… Due più due non fanno più quattro. È difficile dar conto con totale oggettività di ciò che succede in questo paese. Tutta una frangia di media che normalmente è considerata affidabile - CNN, The New York Times, The Washington Post – si è schierata contro Trump. Si constata una polarizzazione senza precedenti nell’universo mediatico. L’ex presidente ha largamente approfittato delle teorie del complotto per screditare coloro che cercavano di dire la verità.

E sullo sfondo c’è la pandemia di Covid-19, che non migliora le cose…

Le restrizioni legate al Covid-19 sono meno rigide qui. Ci si può spostare senza problemi. In compenso, quando volevo intervistare dei sostenitori di Donald Trump durante la campagna elettorale, per esempio, bisognava prendere delle precauzioni, perché deliberatamente non indossavano mascherine.

«Donald Trump ha fatto lavorare il privato e il pubblico insieme, cosa che ha portato dei risultati.»

La gestione della crisi sanitaria migliorerà con l’arrivo al potere di Joe Biden?

Donald Trump ha gestito male l’inizio dell'emergenza di Covid-19 e ha ignorato i dispositivi di protezione. Ma bisogna riconoscere che ha mobilitato la ricerca sui vaccini: ha fatto lavorare il pubblico e il privato insieme, cosa che ha portato dei risultati. Joe Biden ne raccoglierà i frutti. Contrariamente al suo predecessore, il nuovo presidente appare sempre in pubblico con una mascherina e incita la gente a indossarle. Ma, paradossalmente, non ha molto potere in materia, perché ciò dipende dalle autorità federali.

«Rispetto al numero di abitanti, la percentuale dei morti nel paese si attesta tra l’Italia e la Francia»

Siamo oltre metà febbraio. Qual è il bilancio – al giorno d’oggi - dell’epidemia di Covid-19?

Gli Stati Uniti hanno da poco superato la cifra dei 500’000 decessi legati al Covid. Rispetto al numero di abitanti, la percentuale dei morti nel paese si attesta tra l’Italia e la Francia. Il numero di nuovi casi sta diminuendo in questo momento, senza che si sappia esattamente perché: è l’inizio dell’immunità collettiva? L’impatto della vaccinazione? Il cambiamento di comportamento degli statunitensi? Oggi, le autorità lanciano l’allarme delle varianti per incitare i cittadini a rispettare le misure di sicurezza.

La formula «info h24» di BFMTV le sta bene o lei a volte è frustrato da non aver più tempo in rete?

Questa è una formula che dimostra il suo valore, soprattutto in questo momento, quando le notizie evolvono rapidamente. Bisogna avere al tempo stesso sia dei media che si allontanano dall’informazione che altri che coprono l’attualità in tempo reale; i due devono essere complementari. E coloro che vogliono approfondire il tema di Joe Biden possono leggere il mio libro!

Jean-Bernard Cadier: «Joe Biden, de Scranton à la Maison Blanche», Ed. L’Archipel.

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