Guerra in Medio Oriente Israele ha distrutto un centro nucleare segreto in Iran, Beirut chiede la tregua

SDA

15.11.2024 - 21:07

Il Primo ministro libanese Najib Mikati (sinistra) a colloquio con il portavoce del leader iraniano Ali Khamenei.
Il Primo ministro libanese Najib Mikati (sinistra) a colloquio con il portavoce del leader iraniano Ali Khamenei.
KEYSTONE

A venti giorni dal potente attacco dei caccia delle forze aeree israeliane (Iaf) contro la repubblica islamica di Ali Khamenei – dopo i missili balistici su Israele del primo ottobre – cominciano ad emergere le conseguenze rovinose custodite finora dalla pervasiva censura iraniana.

Fonti statunitensi e dello Stato ebraico hanno riferito al sito di notizie statunitense Axios che le bombe dell'esercito israeliano (Idf) hanno distrutto il centro di ricerca sulle armi nucleari top secret, cioè la famigerata Taleghan 2 nel complesso militare di Parchin, 32 chilometri dalla capitale.

A supporto ci sono le immagini satellitari ad alta risoluzione che mostrano l'edificio in macerie. Con il risultato che il sito, in passato dichiarato inattivo, è stato completamente distrutto e l'attività iraniana dell'ultimo anno per riprendere la ricerca sulle armi nucleari è stata danneggiata in modo significativo.

Un colpo eccezionale per il premier dello stato ebraico Benyamin Netanyahu e i suoi servizi segreti, che da anni cercano di tenere a freno le pericolose mire nucleari degli ayatollah.

I missili delle forze armate israeliane hanno distrutto le sofisticate apparecchiature utilizzate per progettare gli esplosivi al plastico che circondano l'uranio nel dispositivo nucleare e sono necessari per farlo esplodere.

Nonostante da tempo Teheran neghi di essere alla ricerca di armi nucleari – solo la scorsa settimana il ministro degli esteri Abbas Araghchi ha affermato che «l'Iran non è alla ricerca di armi nucleari, punto».

Khamenei nel mentre lavora su tutti i fronti che ha aperto in Medio Oriente: il suo emissario, Ali Larijani, è arrivato nella regione con un obiettivo specifico. Inseguito, letteralmente, dai bombardamenti dell'Idf ieri a Damasco (Siria) e oggi a Beirut (Libano), il consigliere senior della guida suprema ha rappresentato la posizione dell'Iran sulla tregua in Libano.

Teheran sostiene la tregua, ma continua a sostenere Hezbollah

Seppur obliquamente, Teheran ha fatto sapere che sosterrà qualsiasi decisione presa da Beirut e dalla «resistenza» in Libano – ossia l'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista Hezbollah – per arrivare alla tregua.

Poi ha sottolineato che non abbandonerà Hezbollah e i suoi alleati in nessuna circostanza. Vale a dire, gli ayatollah non si mettono di traverso sul cessate il fuoco, ma non salti in mente a nessuno di schiacciare l'organizzazione alleata.

Beirut dà priorità alla fine delle ostilità israeliane

Il primo ministro libanese Najib Mikati, da parte sua, ha invitato l'Iran a «non favorire un partito a scapito di un altro» e ha ribadito l'importanza di sostenere la posizione dello stato libanese riguardo all'attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell'Onu, adottata nel 2006 per porre fine alle ostilità tra Hezbollah e Israele.

Il premier ha sottolineato che Beirut dà priorità alla fine delle ostilità israeliane e all'applicazione della risoluzione, senza modifiche o interpretazioni.

A metà ottobre, Mikati aveva apertamente accusato l'Iran di ingerenza e di un «tentativo di tutela» dopo le controverse dichiarazioni del presidente del parlamento iraniano su un possibile negoziato riguardante il sud del Libano.

Il governo libanese chiede la fine delle interferenze straniere

Nel corso del vertice arabo e islamico dei giorni scorsi a Riad (Arabia Saudita), il capo del governo libanese ha chiesto la fine delle interferenze straniere negli affari del paese, pur senza menzionare esplicitamente Teheran.

Intanto oggi l'Idf ha continuato a tempestare di missili i siti di Hezbollah nella regione meridionale di Beirut, con tre ondate di attacchi che hanno buttato giù tra l'altro un edificio di undici piani, mentre gli abitanti, avvisati in precedenza dall'esercito di spostarsi di 500 metri, riprendevano con i telefonini il disastro in diretta come in un film catastrofista.

In giornata invece una granata israeliana calibro 155 è caduta, per fortuna senza esplodere, sulla palestra della base italiana della Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil) a Shama. Un proiettile che avrebbe potuto fare danni importanti vista la sua letalità.

«Inaccettabile» l'ennesimo incidente che coinvolge un contingente Onu

Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha chiamato il collega israeliano Gideon Saar definendo «inaccettabile» l'ennesimo incidente che coinvolge il contingente dell'Onu nel sud del Libano e auspicando il raggiungimento di un cessate il fuoco.

«Ho ribadito la richiesta di protezione ai soldati italiani, che sono lì per la pace e non sono terroristi. Saar ha garantito un'immediata inchiesta sull'accaduto», ha riferito Tajani.

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