Medio Oriente Gantz vola nei sondaggi in Israele, stravincerebbe le elezioni

SDA

4.4.2024 - 17:48

In base agli ultimi sondaggi disponibili, se Benny Gantz guidasse l'attuale opposizione al governo avrebbe 76 seggi su 120 contro i 44 della coalizione di destra del premier attuale. (Immagine d'archivio del 4 marzo)
In base agli ultimi sondaggi disponibili, se Benny Gantz guidasse l'attuale opposizione al governo avrebbe 76 seggi su 120 contro i 44 della coalizione di destra del premier attuale. (Immagine d'archivio del 4 marzo)
Keystone

In Israele Benny Gantz è ad oggi l'unica alternativa elettorale vincente rispetto al premier Benyamin Netanyahu.

Almeno stando ai sondaggi, che da mesi gli promettono non solo il primato di seggi per il suo partito nel caso di nuove elezioni ma anche il gradimento come premier di un futuro governo.

Non è un caso che l'ex capo di stato maggiore dell'esercito – uno dei più apprezzati – abbia sparigliato le carte dell'attuale governo di emergenza retto da Netanyahu, di cui è ministro del gabinetto di guerra, proponendo ieri di andare al voto anticipato a settembre.

Uno strappo inusuale per un leader entrato in politica quasi in punta di piedi ma molto cresciuto nel frattempo. Né sembra averlo bruciato il fatto di aver ceduto in passato proprio a Netanyahu, di cui è stato ministro della difesa e anche «premier alternato», mai entrato tuttavia in carica per lo scioglimento anticipato della Knesset. Né che abbia deciso – a guerra iniziata – di entrare nel governo di Netanyahu in nome della difesa della patria a differenza di Yair Lapid, l'altro leader per eccellenza dell'opposizione.

In base agli ultimi sondaggi disponibili, se Gantz guidasse l'attuale opposizione al governo Netanyahu avrebbe 76 seggi su 120 contro i 44 della coalizione di destra del premier. Un distacco di 32 rappresentanti che non si registra da decenni nella politica israeliana, abituata oramai quasi sempre a maggioranze per lo più striminzite. Il suo partito, Unità nazionale, sarebbe la prima forza del paese, con 39 seggi contro i 16 del Likud del premier, più del doppio.

Nel Paese l'esercito è un'istituzione sacra

Ma non è solo il dato elettorale a fare premio: in un paese in cui l'esercito è un'istituzione sacra, un ex capo di stato maggiore come Gantz è percepito da molti come affidabile per la sicurezza del paese, evidentemente più di Netanyahu. Inoltre Gantz – e questo non certo non guasta nelle attuali macerie delle relazioni tra Israele e gli Usa – gode di solidi legami con gli Stati Uniti, costruiti anche negli anni da capo dell'esercito.

Anche se nella guerra contro Hamas non ha esitazioni e condivide la necessità di entrare a Rafah, Gantz si è opposto con grande determinazione, anche nelle piazze, alla contestatissima legge di riforma giudiziaria di Netanyahu, avversata dall'amministrazione del presidente statunitense Joe Biden. E questo è rimasto agli atti.

Un recente sondaggio gli affida il 50% del favore popolare come premier contro il 31% di Netanyahu. Eppure anche lui deve guardarsi da avversari che stanno crescendo. Tra questi l'attuale ministro della difesa Yoav Gallant, pure lui ex capo di stato maggiore. Uomo di apparato della difesa, Gallant è del Likud ma ha saputo dire di no a Netanyahu che, dopo averlo licenziato, è stato costretto a riprenderlo come ministro. Ora guida la guerra e ha mantenuto rapporti stretti e in qualche modo distesi con gli americani. Non a caso il 40% degli israeliani lo porta in palmo di mano come ministro.

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