Vertice a Rio de Janeiro Intesa al G20, ma sull'Ucraina la formula per la pace resta sfumata

SDA

18.11.2024 - 21:52

I capi di Stato delle 20 maggiori economie del mondo, dell'Unione Europea e dell'Unione Africana, nonché i Paesi invitati, posano per la fotografia ufficiale durante il vertice del G20 nei giardini del Museo di Arte Moderna a Rio de Janeiro.
I capi di Stato delle 20 maggiori economie del mondo, dell'Unione Europea e dell'Unione Africana, nonché i Paesi invitati, posano per la fotografia ufficiale durante il vertice del G20 nei giardini del Museo di Arte Moderna a Rio de Janeiro.
KEYSTONE

Mentre su Odessa piovono bombe russe con nuove vittime tra i civili e a Gaza si contano decine di bambini tra i morti, i leader del G20 a Rio de Janeiro non trovano la forza per individuare un reale percorso di pace.

Ed è solo a costo di duri negoziati che si è raggiunta una dichiarazione finale, espressione dell'Occidente e del Sud globale. Secondo le anticipazioni, il testo non contiene ancora una volta condanne, ma piuttosto formule sulla necessità dei cessate il fuoco e degli aiuti umanitari. Anche se tutti si dicono a favore di «tutte le iniziative rilevanti e costruttive a sostegno di una pace durevole» sulla base della carta dell'Onu.

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, arrivato in Brasile per rappresentare lo zar Vladimir Putin, al vertice è rimasto in ascolto. Prima dell'inizio dei lavori ha avuto una bilaterale col capo di Stato turco Recep Tayyip Erdogan, che continua a promuovere il suo ruolo di mediatore, senza però presentare piani concreti.

Mentre si sono registrati momenti di tensione tra il cinese Xi, che ha allontanato la stampa, quando nella bilaterale il premier britannico Keir Starmer ha espresso preoccupazione per il magnate Jimmy Lai, in carcere dal 2020.

«Dobbiamo sostenere la sovranità dell'Ucraina»

Ad alzare la voce sull'Ucraina è stato invece il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. «Dobbiamo sostenere la sovranità dell'Ucraina» ha dichiarato nel suo intervento alla prima sessione della riunione, aperta dal presidente Luiz Inacio Lula da Silva col lancio dell'Alleanza globale contro la fame e la povertà, firmata con convinzione dall'Italia di Giorgia Meloni.

Un'iniziativa che conta già 148 adesioni, inclusi 82 Paesi, con l'Argentina dell'ultraliberista Javier Milei che si è aggiunta all'ultimo momento seppure con numerosi caveat, dopo aver a lungo puntato i piedi.

«Purtroppo, la Russia, membro di questo stesso G20 – ha evidenziato poi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – sta intensificando la guerra in Ucraina» che «non solo ritarderà una pace giusta e duratura – ha avvertito – ma aumenterà le tensioni in Medio Oriente».

I Paesi europei, soprattutto le delegazioni di Francia e Germania, negli ultimi giorni avevano fatto pressioni sugli sherpa brasiliani per rafforzare il linguaggio sulla geopolitica, mentre l'Argentina si era detta ferrea nel respingere qualsiasi riferimento alla guerra che non includesse una condanna della Russia.

Nel 2024 ci saranno ancora 733 milioni di persone malnutrite

Per l'Argentina i negoziati, raccontano fonti diplomatiche, sono state tutti in mano alla sorella di Milei, Karina, che lo ha accompagnato a Rio, nel primo vero faccia a faccia con Lula. Tra i due leader sudamericani c'è stata solo una gelida stretta di mano, nessun sorriso, giusto il tempo per una foto opportunity.

L'anarcoliberista si è visto invece ridere e scambiare battute nella sala delle riunioni del Museo di arte moderna, sede del summit, col francese Emmanuel Macron. I due si sono visti alla vigilia a Buenos Aires. E forse nella decisione di Milei di aderire all'Alleanza globale contro la fame e la povertà – grande cavallo di battaglia del progressista Lula – c'è stato anche lo zampino del capo dell'Eliseo, amico del presidente brasiliano.

D'altra parte anche dal Vaticano, in un messaggio al G20 Papa Bergoglio ha auspicato che l'Alleanza «possa avere un impatto significativo sugli sforzi per combattere fame e povertà», a partire «dalla proposta della Santa Sede, che chiede di riorientare i fondi assegnati alle armi e ad altre spese militari verso un fondo globale». Una proposta sostenuta anche dalla messicana Claudia Sheinbaum.

Secondo la Fao, nel 2024 ci saranno ancora 733 milioni di persone malnutrite. Come se le popolazioni di Brasile, Messico, Germania, Regno Unito, Sudafrica e Canada messe insieme stessero morendo di fame in un mondo che produce quasi 6 miliardi di tonnellate di cibo all'anno. «Inaccettabile», secondo Lula che spera la sua iniziativa voli lontano.

SDA