Guerra Il G7 accelera sulla contraerea: «Kiev non deve perdere»

SDA

18.4.2024 - 21:13

In prima fila da sinistra: il ministro degli esteri francese Stephane Sejourne, il ministro degli esteri canadese Melanie Joly, il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani, il ministro degli esteri giapponese Yoko Kamikawa, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock. Ultima fila da sinistra: il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, il capo della politica estera dell'Unione Europea Josep Borrell, il Segretario di Stato americano Antony Blinken, il ministro degli esteri britannico David Cameron.
In prima fila da sinistra: il ministro degli esteri francese Stephane Sejourne, il ministro degli esteri canadese Melanie Joly, il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani, il ministro degli esteri giapponese Yoko Kamikawa, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock. Ultima fila da sinistra: il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, il capo della politica estera dell'Unione Europea Josep Borrell, il Segretario di Stato americano Antony Blinken, il ministro degli esteri britannico David Cameron.
KEYSTONE

L'andamento della guerra in Ucraina è stabilmente a favore della Russia e per Kiev ottenere nuovi aiuti militari è ormai una questione «di vita o di morte». Il G7 Esteri, riunito a Capri sotto la presidenza del ministro italiano Antonio Tajani, ha recepito questa urgenza, che si è tradotta nella necessità di accelerare sulla fornitura di sistemi di contraerea.

La priorità sono i Patriot e i Samp-T, ha ribadito Dmytro Kuleba incontrando i partner nell'isola nel Golfo di Napoli. La sfida, ha avvertito Tajani, è impedire la sconfitta di chi difende il proprio Paese, altrimenti Putin da questa posizione di forza «non si siederà mai ad un tavolo» per negoziare la pace.

I rischi di escalation in Medio Oriente non distolgono l'attenzione della diplomazia occidentale dall'altro grave teatro di conflitto. Non a caso il ministro italiano ha invitato a Capri anche il collega ucraino Kuleba ed il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, per fare il punto su ciò che serve a Kiev per continuare a resistere all'invasione.

In agenda alla Camera americana il voto sul pacchetto d'aiuti

La principale novità nel frattempo è arrivata dagli Stati Uniti, perché la Camera ha messo in calendario per sabato il voto sul pacchetto da 61 miliardi che è rimasto bloccato per mesi dai repubblicani.

Su questo voto preme soprattutto la Casa Bianca, ha assicurato il segretario di Stato Antony Blinken in un faccia a faccia con Kuleba a margine del G7. Invitando «tutti a fare ogni sforzo per continuare a fornire all'Ucraina ciò che le serve».

Il rinnovato impegno di tutti, è proprio questa la chiave per provare ad invertire le sorti della guerra. Ne è convinto l'alto rappresentante Ue Joseph Borrell, secondo cui «non possiamo contare solo sugli Stati Uniti e dobbiamo prenderci la nostra responsabilità». Da qui l'appello a «tirare fuori dai magazzini Patriot e sistemi anti-missile e inviarli in Ucraina».

Per Kuleba bisogna «lavorare sono i tempi»

Kuleba ha confermato che i sistemi di fabbricazione americana e franco-italiana sono la «priorità» per rafforzare l'arsenale: la ragione è che «sono gli unici in grado di intercettare i missili balistici russi». La principale preoccupazione di Kiev non è la volontà degli alleati, perché gli ucraini «non vedono divisioni».

Per Kuleba «ciò su cui dobbiamo lavorare sono i tempi, e questo è lo scopo principale della mia presenza qui. Far sì che le consegne avvengano il più rapidamente possibile. Domani».

La Germania, che in Europa è il principale donatore potenziale, avendo a disposizione 12 batterie di Patriot, nei giorni scorsi si è già attivata annunciando l'invio di un terzo sistema antiaereo. Anche al G7 Berlino ha rivendicato la sua scelta, ma ha premuto sugli alleati per non rimanere sola in questo sforzo.

Per la NATO il dossier è «urgente»

Stoltenberg, confermando «l'urgenza» del dossier, ha spiegato che la Nato «sta dialogando con alcuni Paesi» oltre alla Germania perché si facciano avanti sui Patriot.

Ma l'Alleanza lavora anche su altri sistemi, come i Samp-T, i Nasams o gli Iris-t, mentre i Paesi che ne sono sprovvisti potrebbero fornire supporto finanziario, ha spiegato il segretario dell'Alleanza atlantica, notando «segnali incoraggianti»: nei giorni scorsi si sono mossi Danimarca e Olanda con 4 miliardi di euro per la difesa ucraina.

Mentre si sta lavorando con il governo di Kiev per aiutarlo a realizzare fabbriche proprie per produrre armamenti.

Segnali positivi sono arrivati anche da Bruxelles

Segnali positivi sono arrivati anche da Bruxelles. Al termine del Consiglio Ue dei leader, il presidente Charles Michel ha assicurato che su nuove armi all'Ucraina «ci sarà una risposta a giorni o settimane, non mesi».

Per aiutare Kiev resta sul tavolo anche l'ipotesi dell'utilizzo degli extraprofitti sugli asset russi congelati. Il confronto prosegue, come hanno confermato i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali del G7 che si sono riuniti a Washington, a margine dei lavori del Fondo Monetario Internazionale. A premere per questa soluzione sono soprattutto gli Stati Uniti, mentre tra gli europei ci sono posizioni più caute.

SDA