Governo morto prima di nascere? Francia: Hollande annuncia la sfiducia, per il premier Barnier il tempo già stringe

SDA

9.9.2024 - 20:36

Rompicapo in Francia per la formazione di un futuro governo senza maggioranza chiara in Parlamento. A quattro giorni dalla nomina, il premier neogollista designato, Michel Barnier (Les Républicains), accelera i negoziati per cercare di trovare una quadra, ma i margini sono stretti e la strada in salita.

Francois Hollande in una foto del 2022.
Francois Hollande in una foto del 2022.
KEYSTONE

Lunedì mattina uno dei pesi massimi della sinistra, l'ex presidente socialista, Francois Hollande, ha confermato che voterà insieme al cartello di gauche 'Nouveau Front Populaire' (Nfp) per l'adozione di una mozione di censura, cioè di sfiducia, contro il futuro esecutivo che accusa di 'flirtare' con l'estrema destra di Marine Le Pen.

Entrambi uomini di grande esperienza, a lungo protagonisti della vita politica francese ed europea, Hollande e Barnier nutrono un'antica relazione di stima reciproca ma questo non basta evidentemente a convincere l'ex presidente socialista a sostenere il savoiardo di 73 anni nella sua nuova delicata missione a Matignon.

Hollande non lascia dubbi

Le parole di Hollande non lasciano spazio ai dubbi.

«A prescindere della persona, quando hai un governo che sarà di destra, che farà una politica di destra, e che verrà appoggiato dall'estrema destra, mi chiedo come puoi pretendere che i socialisti, o anche uomini e donne di sinistra, possano partecipare ad una tale squadra», sintetizza l'ex inquilino dell'Eliseo ai microfoni di France Inter,

E torna a criticare la scelta dell'attuale presidente, Emmanuel Macron, di nominare Barnier alla guida del governo.

Un'opzione che non riflette l'esito del voto anticipato del 30 giugno e del 7 luglio scorso, quando la coalizione di sinistra Nfp è arrivata in testa davanti ai macroniani e al Rassemblement National, mentre i Républicains (LR), partito dell'attuale premier, si sono piazzati soltanto quarti.

Forse qualcuno di «sinistra» in Governo, ma chi?

Intanto, da palazzo Matignon, sede del primo ministro, assicurano che quello guidato dall'ex capo negoziatore Ue per la Brexit «non sarà solo un governo di destra». Ci saranno anche «personalità di sinistra», con «forse» ex ministri macroniani uscenti come il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin.

La questione è capire quali ministri di gauche visto che nessuno, al momento, sembra disposto ad accettare, almeno tra le fila del Nfp finora compatto contro Barnier.

Oggi, la presidente dell'Assemble nazionale, Yaël Braun-Pivet, ha provato a fare gli occhi dolci a socialisti e agli ecologisti (ma non alla terza componente più radicale della sinistra, la France Insoumise (Lfi) di Jean-Luc Mélenchon) affinché sostengano l'esecutivo in divenire.

Il primo ministro, ha martellato Braun-Pivet quasi in risposta alle critiche di Hollande, «non è in alcun caso costretto a cercare delle maggioranze con il Rassemblement National. Spetta solo al gruppo socialista e al gruppo ecologista, lavorare con noi per poter ampliare questa maggioranza» in Parlamento, ha dichiarato a radio Europe 1/Cnews.

Ha poi aggiunto: «I deserti medici, l'istruzione, l'ascensore sociale, la protezione della nostra nazione, davvero non potrei capire se socialisti ed ecologisti rifiutassero di mettersi intorno a un tavolo per discuterne» insieme ai centristi e alla destra.

Il tempo stringe davvero, ecco perché

Barnier, che oggi ha pranzato nuovamente con Macron all'Eliseo, dovrà dunque sfoderare tutte le sue doti di fine mediatore dimostrate durante i complessi negoziati sulla Brexit per trovare una soluzione all'altezza della sfida.

Ma il tempo stringe.

Anche perché la manovra finanziaria 2025 va depositata in Parlamento al più tardi il primo ottobre.

Senza contare che il ministero delle Finanze ha da poco annunciato una nuova deriva del deficit, stimato al 5,6% del Pil per il 2024, in assenza di nuovi risparmi.

SDA