Medio Oriente Gli Huthi minacciano l'assedio marittimo a Israele

SDA

13.12.2023 - 20:09

I combattenti Houthi camminano per una strada a Sana'a in Yemen.
I combattenti Houthi camminano per una strada a Sana'a in Yemen.
KEYSTONE

Il governo yemenita ostile a Israele e sostenuto dall'Iran ha minacciato un assedio marittimo a Israele a partire dal Mar Rosso e dallo Stretto di Bab al-Mandab, dove passa quasi metà del traffico mondiale via mare e che collega il Mediterraneo con il Corno d'Africa.

Questo mentre nei pressi dell'altra strozzatura marittima cruciale per gli equilibri energetici, lo Stretto di Hormuz, passaggio obbligato tra il Golfo e l'Oceano Indiano, una nave cargo è stata affiancata per più di un'ora a largo delle coste dell'Oman da non meglio identificate cinque imbarcazioni da guerra che, secondo alcuni media, rispondevano agli ordini dell'Iran.

«Siamo pronti a imporre un assedio marittimo a Israele», ha detto Muhammad Bukhaiti, rappresentante di Abdel Malek Huthi, leader del governo filo-iraniano yemenita, parlando di fronte a centinaia di seguaci radunati nel nord del paese per una parata militare «in sostegno di Gaza». «E possiamo fare molto male ai paesi che formeranno una coalizione internazionale nelle acque del Mar Rosso», ha aggiunto Bukhaiti.

Le minacce delle forze yemenite, appoggiate da Teheran e che da dieci anni controllano la capitale Sana'a, sono giunte mentre un mercantile è stato schivato da almeno due missili sparati dal territorio yemenita e all'indomani di un attacco contro una petroliera norvegese diretta in Israele e rivendicato dagli Huthi.

Attacchi degli Huthi contro navi mercantili legate a Israele

La flotta statunitense – dispiegata nel Mar Rosso oltre che nel Golfo di fronte alle coste iraniane e nel Mediterraneo a due passi dagli Hezbollah libanesi – ha riferito di aver abbattuto un drone che si pensa fosse telecomandato dalle forze yemenite.

Da metà ottobre si susseguono attacchi da parte degli Huthi contro navi mercantili considerate legate a Israele o dirette al porto israeliano di Eilat, distante quasi duemila chilometri.

In passato gli Huthi avevano preso di mira obiettivi petroliferi nel Golfo, colpendo installazioni energetiche saudite e degli Emirati Arabi Uniti, distanti 1'700 chilometri dallo Yemen dilaniato da un decennio di guerra intestina con riflessi regionali e globali.

Nelle scorse settimane le forze yemenite erano riuscite a sequestrare il Galaxy Leader, mercantile di proprietà dell'armatore israeliano Rami Ungar. Dal canto suo Israele ha annunciato oggi di aver reso operativa nel porto di Eilat una quarta corvetta che sarà usata contro Hamas nella Striscia di Gaza e per contrastare attacchi provenienti dallo Yemen.

Le navi da e per Israele prendono una rotta più costosa

In questo contesto, da Teheran i media iraniani hanno affermato con soddisfazione che alcune navi cargo dirette verso Israele o che partono dallo Stato ebraico hanno cominciato a evitare il Mar Rosso, preferendo la assai più lunga e costosa rotta attorno al continente africano, doppiando il capo di Buona Speranza, come accadeva circa 150 anni fa prima dell'apertura del Canale di Suez.

Una circostanza confermata anche dal Washington Institute for Near East Policy. Secondo l'autorevole think tank americano, citato da media internazionali, da quando gli Huthi hanno sequestrato il Galaxy Leader alcune società di navigazione hanno dirottato le loro navi verso il Capo di Buona Speranza.