Guerra in Medio Oriente Un raid israeliano colpisce una scuola UNRWA a Nuseirat, almeno 40 morti

SDA

6.6.2024 - 22:03

Dei palestinesi sfollati camminano nel cortile di una scuola UNRWA distrutta in seguito a un attacco aereo israeliano nel campo profughi di Al Nusairat nella Striscia di Gaza centrale.
Dei palestinesi sfollati camminano nel cortile di una scuola UNRWA distrutta in seguito a un attacco aereo israeliano nel campo profughi di Al Nusairat nella Striscia di Gaza centrale.
KEYSTONE

In un raid israeliano su una scuola dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) nel campo profughi di Nuseirat, Hamas ha denunciato la morte di almeno 40 palestinesi sfollati, tra cui 14 bambini e 9 donne.

6.6.2024 - 22:03

Nell'attacco – avvenuto la notte scorsa nel centro della Striscia – i feriti sarebbero 74, tra cui 23 bambini e 18 donne. L'esercito israeliano ha ribattuto alla ricostruzione di Hamas spiegando che nella scuola dell'Unrwa «c'erano 20-30 terroristi» che usavano il posto per condurre attacchi contro i soldati.

Tuttavia, secondo fonti della fazione islamica, nel campo di Nuseirat avevano trovato rifugio «più di 500 palestinesi». Ismail Al-Thawabta, direttore dell'ufficio stampa di Hamas, secondo la BBC, ha accusato l'Idf di aver compiuto «un massacro orribile». Poi ha respinto le affermazioni di Israele secondo cui nella scuola ci fosse un posto di comando della fazione islamica.

«Nella scuola dell'Unrwa – ha ribattuto il portavoce militare israeliano sostenendo di non avere informazioni su vittime civili – operavano terroristi di Hamas e della Jihad islamica della Forza Nukhba che hanno preso parte all'attacco omicida del 7 ottobre».

Il raid – ha aggiunto – è stato «mirato, basato su intelligence», anche perché l'Idf sapeva della presenza di civili nella zona. Ad essere colpite sono state le stanze della scuola dove erano «state rilevate attività terroristiche». Per l'Idf è «il quinto caso in un mese» in cui Hamas ha usato edifici dell'agenzia dell'Onu.

«Un altro giorno orribile a Gaza»

Il capo dell'Unrwa, lo svizzero Philippe Lazzarini, ha parlato di «un altro giorno orribile a Gaza» e ha sostenuto che la scuola, trasformata in rifugio, «è stata colpita senza preavviso».

«Almeno 35 persone sono state uccise e molte altre ferite. La scuola ospitava 6'000 sfollati quando è stata colpita. Le affermazioni secondo cui gruppi armati potrebbero essere stati all'interno del rifugio sono scioccanti. Non siamo tuttavia in grado di verificare queste affermazioni».

Intanto 17 paesi – Stati Uniti, Spagna, Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Thailandia e Gran Bretagna – hanno chiesto ad Hamas e Israele di trovare un accordo sul piano del presidente americano Joe Biden.

«Quali leader di questi Paesi profondamente preoccupati per gli ostaggi, tra cui molti dei nostri cittadini, sosteniamo pienamente il movimento» per la tregua e un accordo sul rilascio degli ostaggi».

«Non c'è tempo da perdere. Chiediamo ad Hamas di concludere questo accordo, che Israele – hanno aggiunto nell'appello – è pronto a portare avanti, e di avviare il processo di rilascio dei nostri cittadini».

Nelle trattative ancora non si trova il punto di caduta

Fatto sta che nelle trattative – in corso tra Doha e il Cairo – ancora non si trova il punto di caduta nonostante i negoziati apparentemente continuino seppure con difficoltà.

Fonti di Hamas hanno espresso pessimismo sull'accordo denunciando che la proposta di Israele – almeno sul cessate il fuoco definitivo – non è la roadmap rilanciata dal presidente Biden. Per questo hanno chiesto «chiarimenti ai mediatori».

Per Israele Hamas «ancora non ha dato una risposta formale» sulla proposta mentre il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, ha fatto sapere ai mediatori – secondo quanto riporta il «Wall Street Journal» – che «Hamas non consegnerà le armi né firmerà una proposta che lo richieda». Ribadendo che accetterà un accordo con gli ostaggi solo se Israele si impegnerà ad un cessate il fuoco permanente

Intanto la guerra Gaza non si ferma con l'esercito che continua ad operare a Rafah dove ha impedito l'infiltrazione in Israele di 4 miliziani di Hamas. Ad alta tensione anche la situazione in Cisgiordania dove sono stati uccisi 3 palestinesi in scontri armati a Jenin.

E si approfondisce lo scontro tra Israele e gli Hezbollah libanesi con l'Idf pronto alla guerra, se arriverà il via libera dal governo. Gli Stati Uniti hanno avvertito intanto lo Stato ebraico che una «guerra limitata» in Libano potrebbe spingere l'Iran a intervenire.

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