Svolta giudiziariaAccuse pesanti contro Trump per il 6 gennaio, rischia il carcere?
SDA
19.7.2023 - 20:50
L'ex presidente americano Donald Trump rischia decenni di carcere nell'inchiesta sull'assalto al Capitol se verrà incriminato e condannato, dopo aver ricevuto domenica una «target letter», una sorta di avviso di garanzia, con l'invito a presentarsi ad un gran giurì entro quattro giorni (ossia entro giovedì).
19.07.2023, 20:50
19.07.2023, 20:52
SDA
Hai fretta? blue News riassume per te:
Secondo i media americani, nella comunicazione del procuratore speciale Jack Smith si citano tre normative che riguardano la cospirazione per frodare gli Stati Uniti, la deprivazione dei diritti e la corruzione di testimoni.
Ma l'ex presidente potrebbe vedersi contestare anche l'ostruzione di una procedura ufficiale, il falso e addirittura l'insurrezione.
Tutti reati con massimi di pena pesanti, tra cui i 20 anni per la cospirazione o l'ostruzione o la frode nella raccolta fondi contro la «Big lie».
Secondo i media americani, nella comunicazione del procuratore speciale Jack Smith si citano tre normative che riguardano la cospirazione per frodare gli Stati Uniti, la deprivazione dei diritti e la corruzione di testimoni.
Ma, secondo alcuni esperti legali, l'ex presidente potrebbe vedersi contestare anche l'ostruzione di una procedura ufficiale (la certificazione della vittoria elettorale del suo rivale Joe Biden), il falso e addirittura l'insurrezione.
Tutti reati con massimi di pena pesanti, tra cui i 20 anni per la cospirazione o l'ostruzione o la frode nella raccolta fondi contro la «Big lie».
Trump: «Mi attaccano quando sono in vantaggio su Biden»
Trump ha continuato a contrattaccare nel dibattito con l'anchor (e amico sostenitore) della Fox Sean Hannity in Iowa, prima tappa delle primarie repubblicane.
«Ogni volta che i sondaggi mi danno in vantaggio su Biden, la giustizia mi attacca, non è mai successo nella storia degli Stati Uniti», ha tuonato, scagliandosi contro i procuratori «usati come arma politica» e rilanciando le accuse di «corruzione» alla famiglia Biden che «ha preso milioni di dollari da Cina, Russia, Ucraina». «The Donald» ha attaccato il presidente anche per la sua «demenza» cognitiva, sostenendo che «non è in grado di mettere due parole in fila».
Non è mancata la solita assicurazione che se fosse eletto metterebbe fine alla guerra in Ucraina «in 24 ore» e la lamentela che l'Europa contribuisce troppo poco rispetto agli Usa negli aiuti a Kiev.
Il tycoon ha invece risparmiato il suo principale rivale repubblicano, RonDeSantis, che il giorno prima lo aveva criticato per non essere intervenuto in modo più energico per fermare la folla che assaliva il Capitol ma escludendo una responsabilità penale.
Si indaga sui fatti che hanno portato al 6 gennaio
Sembra invece di tutt'altro avviso lo «special counsel» Jack Smith, che ha allargato il tiro dell'inchiesta a tutta la fase che ha preceduto l'attacco al Campidoglio, visto probabilmente solo come il culmine di una cospirazione ideata per tempo da Trump con l'aiuto di vari collaboratori: la tesi fasulla delle elezioni truccate, la raccolta fondi per pagare i ricorsi con soldi poi dirottati altrove (compreso il Trump Hotel), l'idea di sequestrare le macchine elettorali, le pressioni del vicepresidente Mike Pence per bloccare la certificazione del voto e ribaltarlo con «falsi elettori».
Come i 16 incriminati mercoledì dal procuratore generale del Michigan, tra cui Meshawn Maddock, che all'epoca era il co-presidente locale del Partito repubblicano.
Testimonianza di Rudy Giuliani in cambio dell'immunità
La mossa rafforza il castello accusatorio di Smith, che ha puntato un faro su tutti gli Stati in bilico oggetto di pressioni, dalla Georgia al New Mexico, dal Wisconsin all'Arizona. Accumulando prove e testimonianze, tra cui quella volontaria dell'ex avvocato di Trump, Rudy Giuliani, in cambio dell'immunità.
Ora il tycoon rischia di vedersi incriminato nei prossimi giorni per vari reati, che in parte sono già stati contestati a molti degli oltre mille indagati per l'assalto al Capitol.
Intanto deve incassare un'altra debacle giudiziaria: un giudice federale ha confermato il verdetto della giuria che in maggio lo ha condannato a pagare 5 milioni di dollari alla sua accusatrice Jean Carroll, respingendo la tesi dell'ex presidente secondo cui la somma è eccessiva considerando che la giuria lo ha scagionato dall'accusa di aver stuprato la scrittrice nel camerino di un centro commerciale di lusso negli anni '90.