Ancora in piazza Francia, la protesta irrompe nel colosso del lusso Lvmh

SDA

13.4.2023 - 20:10

Ancora proteste in Francia
Ancora proteste in Francia
Keystone

Ancora tensioni e scontri tra polizia e manifestanti oltre che un blitz contro Lvmh, il colosso mondiale del lusso di proprietà di Bernard Arnault, nella dodicesima giornata di scioperi e proteste nazionali contro la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron.

Alla vigilia del cruciale pronunciamento del Consiglio costituzionale sulla contestata legge che porta l'età pensionabile da 62 a 64 anni, i dimostranti sono tornati in strada in tutta la République, anche se i numeri sono sostanzialmente in calo rispetto alle grandi manifestazioni di marzo.

Dopo quasi tre mesi di proteste ininterrotte, il sindacato Cgt parla di oltre un milione di persone in piazza in tutta la Francia, il ministero dell'Interno di 380.000. Una differenza di cifre che, come di consueto, si rispecchia anche nella capitale: a Parigi sono scesi in 42.000 contro i 57.000 conteggiati durante il precedente corteo del 6 aprile.

Da parte sua, la Cgt parla di 400.000 manifestanti nella capitale. Dati comunque inferiori rispetto alle prime proteste.

«Macron, tutto si paga»

La mobilitazione ha preso di mira stavolta i simboli del lusso. Ferrovieri, operatori sanitari e personale dell'istruzione in sciopero hanno fatto irruzione con fumogeni e fischietti nella hall di ingresso di Lvmh, al 22 di Avenue Montaigne, tra i viali più chic della capitale francese e frequentatissimo dai Paperoni del pianeta.

«La strada è nostra», hanno scandito i dimostranti pacifici dinanzi al quartier generale di Bernard Arnault, patron del colosso del lusso nonché uomo più ricco al mondo secondo l'ultima classifica Forbes.

Tensioni con violenze e danneggiamenti sono invece scoppiate nel tardo pomeriggio in Place de la Bastille, al termine del corteo pacifico dei sindacati partito dall'Opéra. Nel mirino anche una filiale della Banca di Francia, sulla cui facciata è stato scritto: «Macron, tutto si paga».

«La contestazione è sempre altrettanto forte»

Secondo la prefettura, sono almeno dieci gli agenti feriti nella capitale, di cui uno in condizioni gravi. Almeno 25 le persone fermate. Violenze e danneggiamenti anche a Nantes, Rennes e Lione dove un giornalista è rimasto ferito alla testa da una manganellata.

A Narbona, nel sud, alcuni manifestanti hanno invaso la ferrovia bloccando il traffico dei treni in direzione Perpignano, Carcassonne e Béziers. Blocchi stradali in diverse città come Caen e Brest.

«La contestazione contro questa riforma è sempre altrettanto forte», ha assicurato il segretario del primo sindacato di Francia Cfdt, Laurent Berger, all'avvio della manifestazione parigina in place de l'Opéra. Per lui, «la lotta sindacale non è ancora finita», qualunque sia il verdetto del Consiglio costituzionale. La sede dei saggi è stata blindata dagli agenti.

Il 62% dei francesi appoggia le proteste

Nella zona intorno al Palais Royal, storica sede della Consulta d'Oltralpe, la questura ha vietato qualsiasi forma di manifestazione fino alle 8 di sabato mattina dopo che nei dintorni erano già apparsi cassonetti della spazzatura poi rimossi. «Il Consiglio costituzionale ha diritto alla serenità», ha esortato il portavoce del governo, Olivier Véran.

Un nuovo raduno è previsto per venerdì, a fine pomeriggio, dinanzi all'Hotel de Ville, sede del comune di Parigi, su appello di alcuni sindacati uniti nel chiedere il ritiro della riforma.

Invitato da radio France Inter, il direttore dell'Ifop, Frédéric Dabi, ha detto che il 62% dei francesi appoggia le proteste sociali, 11 punti in più rispetto a metà gennaio.

Durante la visita di Stato nei Paesi Bassi, Macron ha aperto a «un colloquio con le parti sociali», dopo la decisione del Consiglio. Per lui, l'attesa decisione dei saggi sulla riforma previdenziale «chiuderà un cammino democratico e costituzionale», ma le parti sociali non vogliono darsi per vinte e promettono nuove battaglie.

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