Giornalisti Cina revoca tessera giornalista a 3 reporter

ATS

19.2.2020 - 11:46

La Cina ha revocato da oggi tre tessere da giornalista ad altrettanti reporter del Wall Street Journal di base a Pechino per un «titolo razzista» che diffamava gli sforzi della Cina nella lotta all'epidemia del coronavirus (foto simbolica)
La Cina ha revocato da oggi tre tessere da giornalista ad altrettanti reporter del Wall Street Journal di base a Pechino per un «titolo razzista» che diffamava gli sforzi della Cina nella lotta all'epidemia del coronavirus (foto simbolica)
Source: KEYSTONE/EPA/ALEX PLAVEVSKI

La Cina ha revocato da oggi tre tessere da giornalista ad altrettanti reporter del Wall Street Journal di base a Pechino per un «titolo razzista» che diffamava gli sforzi della Cina nella lotta all'epidemia del coronavirus.

Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang.

La scorsa settimana, il ministero degli Esteri aveva chiesto al Wsj scuse ufficiali e un'indagine sulle persone coinvolte nell'articolo, pubblicato il 3 febbraio, dal titolo «La Cina è il vero malato d'Asia» e scritto da Walter Russell Mead, professore del Bard College. L'autore, poi, criticava Pechino per la risposta iniziale all'epidemia, dicendo che il governo della città di Wuhan è stato «riservato e egoista», con gli sforzi nazionali inutili. «Il malato d'Asia» era anche un'espressione usata in modo dispregiativo alla fine del XIX e l'inizio del XX Secolo per riferirsi alla Cina, divisa e colonizzata dalle potenze occidentali.

Nel testo, ha affermato Geng, «si macchiavano gli sforzi di governo e popolo cinesi nella lotta all'epidemia. I responsabili editoriali hanno usato un titolo discriminatorio dal punto di vista razziale, scatenando l'indignazione e la condanna nel popolo cinese e nella comunità internazionale». La parte cinese «ha presentato una solenne protesta con il Wsj e ha espresso la posizione in modo molto chiaro: la Cina chiede di riconoscere la gravità dell'errore, di presentare scuse ufficiali e di giudicare responsabili le persone coinvolte».

Nel frattempo, «ci riserviamo il diritto di prendere ulteriori azioni. Purtroppo, quello che il Wsj» ha fatto non è andato nella direzione attesa. Nessuna scusa pubblica o informazioni su come «trattare i responsabili». Il popolo cinese, ha detto Geng, «non dà il benvenuto alla diffamazione maligna che attacca la Cina». Per questo, la mossa di revocare la tessera da giornalista a tre reporter. «Seguendo le pratiche internazionali, la Cina continuerà a sostenere e ad aiutare la copertura dei giornalisti nel rispetto delle leggi», ha concluso il portavoce.

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