Tensioni Budapest facilita i visti ai russi, allarme spie nell'UE

SDA

30.7.2024 - 20:55

Porte aperte ai russi e bielorussi, in virtù di un gentlemen agreement che va ancora una volta in direzione ostinata e contraria a quella dell'Ue. Viktor Orban, qualche giorno fa, nel silenzio dei media locali, ha impresso una svolta significativa nella sua politica migratoria, decidendo di semplificare le procedure di ingresso per i cittadini di Russia e Bielorussia.

Viktor Orban (foto d'archivio).
Viktor Orban (foto d'archivio).
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La motivazione principale starebbe nella ricerca di manodopera per la costruzione della seconda centrale nucleare del Paese. Ma l'iniziativa non poteva che allarmare Bruxelles: aprire le porte a chi proviene da Mosca e Minsk, potenzialmente, accresce potenzialmente il rischio che i Paesi europei si espongano allo spionaggio del Cremlino.

L'Ungheria è parte di Schengen. In teoria, quindi, chi proviene da Budapest non è soggetto ai controlli di frontiera in altri Paesi dell'area. Il rischio di un cortocircuito è dietro l'angolo e va ad inserirsi in un clima di crescente tensione tra Bruxelles e Budapest, esacerbatosi con l'inizio della presidenza di turno ungherese.

Non solo. Secondo la Deutsche Welle, tra i primi media europei a svelare la mossa di Budapest, L'apertura all'ingresso dei russi ha fatto seguito alla missione, contestatissima, di Orban al Cremlino nei primi giorni di luglio.

Nello stesso mese il governo magiaro ha infatti optato per includere nel programma della 'Carta nazionale' otto Paesi, e non più solo Ucraina e Serbia.

E tra le new entries figurano Russia e Bielorussia. La Carta Nazionale permette di lavorare in Ungheria, di trasferirvi la famiglia e dopo due anni di ricevere un permesso di soggiorno permanente.

Allarme lanciato da Weber

L'allarme è stato lanciato inizialmente dal leader del Ppe Manfred Weber, che in una lettera al presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha chiesto di mettere in agenda la questione al summit dei 27 di ottobre.

La decisione del governo ungherese «apre le porte alle spie russe e solleva serie preoccupazioni per la sicurezza nazionale», ha sottolineato Weber. E la Commissione ha assicurato che «prenderà contatti» con le autorità ungheresi per chiarire la faccenda.

Con un punto fermo: le misure devono rientrare nelle regole dell'Ue e tener conto da un lato che Mosca «rappresenta una minaccia per la sicurezza» e dall'altro che «è necessario tutelare la sicurezza dell'area Schengen».

Budapest risponde

La reazione di Budapest non si è fatta attendere. «Come replica alle bugie di Manfred Weber: la sua azione non è altro che un altro attacco ipocrita all'Ungheria da parte dell'élite liberale europea favorevole alla guerra», ha sottolineato il portavoce del governo Zoltan Kovacs, definendo «assurde» le preoccupazioni di Bruxelles.

I controlli sulla migrazione ungherese sono i più severi, è l'Ue ad aver permesso l'ingresso di «centinaia di migliaia di clandestini», è la tesi di Budapest.

Eppure con i visti semplificati ai russi Orban ha aperto un nuovo fronte estivo, che si aggiunge allo scontro con l'Ue sullo stop al petrolio russo che passa per l'oleodotto Druzhba decretato da Kiev e sul quale l'Ungheria, lamentando l'inazione della Commissione, minaccia rappresaglie.

I rapporti tra Budapest e Bruxelles sono oramai ai minimi su ogni dossier. Orban è arrivato a porre il veto anche sulla dichiarazione che doveva essere a 27 sulla necessità di verifiche imparziali sulle elezioni in Venezuela.

E, allo stesso tempo, si appresterebbe a riproporre a Ursula von der Leyen l'uscente Oliver Varhelyi come commissario magiaro, consapevole dell'alta probabilità che l'attuale titolare dell'Allargamento sia bocciato nelle audizioni di settembre all'Eurocamera.