Afghanistan«Kabul come Saigon», Biden rischia la disfatta
SDA
13.8.2021 - 18:28
«Kabul come Saigon». Di fronte all'inarrestabile avanzata dei Talebani Joe Biden finisce nella bufera per quella che in Afghanistan si preannuncia come una vera e propria disfatta.
13.08.2021, 18:28
13.08.2021, 19:09
SDA
E non c'è commentatore sulle tv o sui giornali che in queste ore non evochi il drammatico parallelo con l'umiliante fine di un'altra guerra durata vent'anni, quella del Vietnam. Era l'aprile del 1975, e le immagini di centinaia di americani che fuggono sugli elicotteri dal tetto dell'ambasciata Usa restano indelebili nella storia del Paese.
Ora lo spettro che la storia si ripeta è reale, con Joe Biden accusato di aver combinato un vero e proprio «disastro», e non solo dagli avversari politici: «Grazie alla sua decisione si è passati in poche settimane da una situazione imperfetta ma stabile a un caos e un'emergenza globale», attaccano i repubblicani . Il presidente americano, che nel fine settimana seguirà gli sviluppi della situazione da Camp David, non arretra però di un millimetro sulla sua decisione di lasciare il destino dell'Afghanistan in mano agli afghani.
Ma oramai sa anche lui che sta perdendo la scommessa. Quando ha annunciato la fine della guerra e il completo ritiro dei militari Usa dall'Afghanistan entro il 31 agosto lo ha infatti deciso contro il parere di gran parte dei vertici del Pentagono, delle forze armate e dell'intelligence, basandosi quasi prevalentemente sul suo istinto e sulla sua esperienza, spiegano diversi osservatori.
Ma mai Biden avrebbe immaginato un tracollo simile delle forze di sicurezza afghane, per addestrare e armare le quali gli Usa hanno speso oltre 80 miliardi di dollari a partire dal 2002. Un errore di valutazione che forse non ricade solo sulle spalle del presidente, con la rapida avanzata dei Talebani che mette in discussione quanto fatto davvero in 20 anni dagli Usa e dagli alleati. Col rischio ora che l'Afghanistan torni ad essere un porto sicuro per i terroristi di al Qaeda o dello Stato Islamico.
Intanto, dopo un serrato briefing alla Casa Bianca col segretario di stato Antony Blinken e il consigliere per la sicurezza nazionale Jack Sullivan, Biden ha dato il via libera all'invio di quasi 8000 soldati per proteggere l'evacuazione del personale diplomatico e dei cittadini Usa in Afghanistan. Circa 3000 marines sono già in arrivo a Kabul e affiancheranno i mille già presenti nella capitale. Altri 4000 e più saranno dispiegati nella regione del Golfo Persico. Uno schieramento che viene definito «temporaneo». Ma di fronte a chi chiede se le nuove truppe a Kabul resteranno anche dopo il 31 agosto, data fissata per completo ritiro Usa, il Dipartimento di stato resta evasivo.
Nel frattempo la situazione nella sede diplomatica Usa a Kabul viene descritta dai testimoni come molto più drammatica di quanto non si dica ufficialmente, col personale e lo staff che hanno già pronti gli scatoloni e a cui è stato ordinato di distruggere tutte le carte e i dispositivi sensibili, dai computer ai telefoni. Tutti, dunque, si preparano al peggio. Mentre il capo negoziatore Usa al tavolo coi Talebani, racconta il New York Times, starebbe cercando di convincere i leader islamici a risparmiare e non attaccare l'ambasciata, promettendo aiuti finanziari e assistenza al futuro governo afghano anche se dovessero farne parte i Talebani stessi.