Unione Europea I Socialisti lanciano l'allarme: «Il Ppe fa patti con i sovranisti»

SDA

3.10.2024 - 21:05

Il presidente del Ppe Manfred Weber (al centro) in una foto d'archivio
Il presidente del Ppe Manfred Weber (al centro) in una foto d'archivio
KEYSTONE

È iniziato sul Venezuela, si è ripetuto sul Medio Oriente, potrebbe emergere sui voti sui commissari designati: il Ppe sta «pericolosamente» ammainando il cordone sanitario verso i gruppi sovranisti.

A lanciare l'allarme, alla vigilia della settimana della Plenaria a Strasburgo, è il gruppo dei Socialisti europei.

Scottato da quanto accaduto nella Conferenza dei presidenti di mercoledì, il gruppo S&D è uscito allo scoperto, invitando nettamente i Popolari ad arretrare da qualsiasi tentazione filo-estremista.

«Il Ppe mantenga una visione lontana da chi vuole la destabilizzazione dell'Ue e della Commissione e torni a un accordo con le forze centriste e europeiste», è il messaggio recapitato dai Socialisti.

Che il Ppe sfruttasse le maggioranze variabili – a volte con gli altri gruppi filo-Ue, altre con le destre anche estreme – è un sospetto che, all'Eurocamera, era emerso già nei giorni del voto per la conferma di Ursula von der Leyen.

L'ingresso dei Verdi in maggioranza non ha attutito un timore che, anzi, con la scelta di dare la vicepresidenza esecutiva a Raffaele Fitto, tra socialisti e liberali è andato a acuendosi.

Il tema è che, ora, ci sono già due indizi chiari di una possibile strategia dei Popolari. Nella scorsa Plenaria, infatti, Manfred Weber e i suoi hanno scelto di votare con Ecr e Patrioti sul non riconoscimento della vittoria elettorale di Nicolas Maduro.

Popolari spesso vicini alle destre

Nella formazione dell'agenda, in conferenza dei presidenti, l'asse si è riformato sul Medio Oriente, eliminando qualsiasi riferimento a Gaza nel titolo del dibattito sulla crisi in Libano e Medio Oriente.

Ma da qui in avanti, per i Socialisti e i Liberali, il doppio forno del Ppe potrebbe essere ancora più letale: contribuendo alla maggioranza di 2/3 per il via libera a commissari designati poco graditi a S&D o su temi come il Green Deal, dove la posizione dei Popolari è spesso apparsa più vicina a quella delle destre che a quella dei Verdi.

E dal punto di vista numerico, il trittico Ppe-Ecr-Patrioti è difficilmente battibile in Aula.

L'ingresso di Ecr nelle posizioni apicali della Commissione, nel frattempo, continua a non essere digerito tra i socialisti. E, viene spiegato, anche l'incontro con l'Alto Rappresentante Ue in pectore, Kaja Kallas, ha lasciato più di un malumore.

Esami rigorosi ma senza pregiudizi per i candidati commissari

Dal canto loro gli eurodeputati di S&D assicurano che nell'esame ai candidati commissari opereranno con rigore ma senza pregiudizi. Le audizioni dureranno in media tre ore, con un possibile supplemento di un'ora e mezzo. Votano solo i coordinatori dei gruppi.

Ma se il quorum dei 2/3 (calcolato sulla base dei numeri dei gruppi nella commissione competente, non in Plenaria) non viene raggiunto, allora a votare, a scrutinio segreto, sarà tutta la commissione e la maggioranza necessaria in questo caso è semplice.

Prima di arrivare alle audizioni (dal 4 al 12 novembre) i commissari designati devono avere il timbro della commissione Affari Giuridici, che valuta possibili conflitti di interessi. E il dibattito si è fatto già incandescente.

La commissione ha chiesto a dieci candidati su 26, tra i quali Fitto, ulteriori chiarimenti, che arriveranno nei prossimi giorni. Per l'M5S e tutta la Sinistra Ue, tuttavia, le nuove norme rendono il controllo molto parziale. «È una barzelletta», è la protesta di The Left.

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