Arcipelago in pericolo La scomparsa delle Isole Salomone

Philipp Dahm

29.5.2019

Gli abitanti delle Isole Salomone stanno progressivamente perdendo pezzi della loro terra: l'innalzamento di 15 centimetri del livello degli oceani ha conseguenze fatali sull'arcipelago. Un numero sempre maggiore di isole, infatti, sprofonda in mare.

Tutto il mondo parla di cambiamento climatico, ma ci sono pochi posti in cui le evoluzioni sono così forti come alle isole Salomone. L’arcipelago del Pacifico è conosciuto per le sue pittoresche spiagge di sabbia. Ma inquieta una domanda: cosa resterà in futuro di questa meraviglia?

Nel corso degli ultimi 20 anni, il livello del mare nella regione è salito di più di 15 centimetri. Sembra poco, ma per alcune isole questi pochi centimetri sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Simon Albert osserva da vicino l'innalzamento delle acque: da diversi anni, il biologo dell'università del Queensland è in prima linea per risolvere il problema dell'avanzata del mare sulla terraferma. Infatti, delle 33 isole situate a nord delle Salomone studiate dall'australiano nel corso degli ultimi anni, sei presentano una superficie di appena la metà rispetto alla loro estensione di un tempo. E cinque sono completamente scomparse.

Le isole raccontate dagli anziani

Nel mondo intero, il livello del mare sale di 3,5 millimetri all'anno. «Qui, nelle Isole Salomone, il ritmo è tre volte più alto, tra sette e dieci millimetri all'anno», spiega Simon Albert nella trasmissione televisiva australiana «60 Minutes Australia». In realtà, il biologo 39enne da giovane si era interessato alle isole per esplorare gli effetti della deforestazione. Ma ascoltando sempre più racconti riguardanti isole oggi scomparse e sulle quali gli anziani giocavano quando erano bambini, il biologo ha deciso di cambiare l'oggetto delle sue ricerche.

Localizzazione delle Isole Salomone, a nord-est dell’Australia.
Localizzazione delle Isole Salomone, a nord-est dell’Australia.
Google Maps

Ha così esaminato vecchie fotografie delle isole, databili alla Seconda Guerra mondiale, quando i giapponesi e gli americani si sono affrontati in battaglie sanguinose nella regione. Si è quindi concentrato sul nord-ovest dell'arcipelago, intorno a Isabel. Nelle immagini dell'epoca, Sogomou è un'isola intatta nel suo splendore. Oggi, lo scienziato può passarci sopra soltanto in barca. «È sconvolgente, afferma tristemente Simon Albert. Senza le immagini, oggi non sapremmo che un tempo fosse un'isola stabile.»

Evoluzioni senza precedenti

Il raffronto permette di vedere la superficie dell'isola, che è ormai sott'acqua. Nel 2002 andava ancora tutto bene, ma in seguito Sogomou è sprofondata progressivamente in mare. «Da allora, la metà dell'isola è scomparsa a causa dell'innalzamento del livello del mare.» Gli alberi che vediamo hanno circa 250 anni: assicuravano la stabilità di Sogomou. Ma se si trovano sott'acqua, vuol dire anche la protezione naturale assicurata dal litorale è affondata, cosa che accelera ancora di più la scomparsa dell'isola. Finora, in 20 anni, in questo modo sono stati perduti 110'000 metri quadrati.

Simon Albert (a sinistra), biologo, segue da diversi anni l'innalzamento del livello del mare nelle Isole Salomone.
Simon Albert (a sinistra), biologo, segue da diversi anni l'innalzamento del livello del mare nelle Isole Salomone.
Screenshot YouTube

Che dice l'esperto riguardo le opinioni dei climatoscettici, che affermano che tutto ciò faccia parte di un ciclo naturale nel quale le isole sono semplicemente destinate a scomparire? «Questo è vero in certi casi. Le isole in effetti vanno e vengono. Per alcuni anni si possono vedere dei banchi di sabbia caratterizzati da una vegetazione molto piatta, che verranno semplicemente trascinati via dalla prossima tempesta. Ma non è di questo che stiamo parlando qui. Ci riferiamo infatti alle grandi isole che si trovano su queste barriere coralline da diverse centinaia di anni e la rapidità delle evoluzioni che abbiamo constatato nel corso degli ultimi 20 anni è senza precedenti nella storia.»

Il reportage di «60 Minutes Australia».

E ovviamente, la conquista della terra da parte del mare miete altre vittime oltre agli isolani: anche gli animali, come le tartarughe di mare, sono messi a dura prova dalla scomparsa delle spiagge. Le immagini presentate nel reportage mostrano chiaramente che l'umanità deve reagire se non vuole affondare. Simon Albert formula la sua idea: «Dobbiamo cominciare a prendere sul serio questa pressione climatica. È [tuttavia] diventata una questione talmente politica e controversa da dover essere superata. Per una serie di ragioni, il cambiamento climatico ci ha fatti immergere in un circolo vizioso di recriminazioni e di ignoranza.»

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