Dirittti umani L'Italia risarcirà Amanda Knox per diritto difesa violato

ATS / pab

26.6.2019

Amanda Knox al tempo in cui appariva davanti ai giudici
Amanda Knox al tempo in cui appariva davanti ai giudici
Pietro Crocchioni/EPA

L'Italia dovrà risarcire con circa 10'400 euro il danno morale subito da Amanda Knox, la giovane statunitense arrestata, condannata, scarcerata (dopo poco meno di quattro anni in cella) e quindi definitivamente assolta dall'accusa di avere partecipato all'omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia la sera del primo novembre del 2007.

La Corte di Strasburgo ha infatti rigettato la richiesta del governo di Roma di pronunciarsi di nuovo sul caso dopo che l'Italia era stata condannata per avere violato il diritto alla difesa della ormai ex imputata.

Il panel che ha valutato la richiesta ha rifiutato di inviare il caso in Grande Camera. Diventa quindi definitiva la sentenza emessa contro l'Italia il 24 gennaio scorso.

Con essa la Corte di Strasburgo aveva riconosciuto l'Italia colpevole della violazione del diritto alla difesa di Amanda Knox, chiedendo allo Stato di risarcire la giovane, tornata recentemente in Italia, per i danni morali subiti. Un indennizzo complessivo pari a 10'400 euro (a fronte dei 500'000 richiesti dalla parte in causa), oltre a circa 8'000 di spese legali.

La Corte non aveva invece ritenuto che ci fossero prove dei maltrattamenti, alcuni «scappellotti», che Knox aveva denunciato di avere subito durante l'interrogatorio in questura.

Senza avvocato e senza interprete

L'avvocato di Amanda Knox Carlo Dalla Vedova ha ricordato che la violazione del diritto di difesa è stata riconosciuta perché la sua assistita non fu avvertita di essere indagata, non le venne fornito un avvocato e nemmeno un interprete.

«Tutto questo - ha aggiunto - negli interrogatori che andarono avanti per circa 54 ore tra il 2 e il 5 e 6 novembre del 2007. Amanda venne sentita inizialmente come testimone ma la sua posizione divenne rapidamente di indagata».

Il legale ha sottolineato che Knox «non fu avvisata che era sospettata». «Se lo avessero detto subito - ha aggiunto - e le avessero fornito un difensore e un interprete le cose sarebbero andate diversamente».

Knox condannata per calunnia

Le dichiarazioni rese dalla statunitense alla polizia portarono all'arresto di Patrick Lumumba, che poi venne però rapidamente scagionato e prosciolto perché riconosciuto totalmente estraneo al delitto. Verbali per i quali Knox è stata definitivamente condannata per calunnia.

«Siamo soddisfatti ma non sorpresi per la decisione di Strasburgo", ha detto ancora Dalla Vedova. «È una sentenza giusta - ha concluso - che chiude il discorso».

Il delitto

La notte tra il primo e il due novembre 2007 la studentessa inglese Meredith Kercher, viene barbaramente uccisa nella sua abitazione a due passi dall'Università per Stranieri di Perugia, dove si trovava per seguire il progetto Erasmus.

Il suo corpo senza vita viene trovato in camera da letto, in una pozza di sangue, accoltellata alla gola e coperta con un piumone.

Quattro giorni dopo, il 6 novembre, la polizia ferma per l'omicidio la coinquilina di Meredith, Amanda Knox, il fidanzato di quest'ultima, Raffaele Sollecito e il musicista congolese Patrick Lumumba Diya.

Intricata vicenda giudiziaria

Lumumba è il datore di lavoro di Amanda. È lei a indicarlo, durante i già citati interrogatori,  come l'autore del delitto. Il congolese viene però scagionato da un testimone che conferma l'alibi dell'uomo. Durante le indagini emerge il nome di Rudy Guede, che finisce in manette nel giro di pochi giorni. 

Sul finire del 2009 si apre una fase molto intricata di procedure giudiziarie e processi che conivolgono sia Amanda Knox e Raffaele Sollecito da una parte, che Rudy Guede dall'altra.

Per il delitto è stato condannato, con rito abbreviato, Rudy Guede, giovane ivoriano, a 16 anni di carcere per concorso in omicidio e violenza sessuale. 

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