Dati alla manoLa criminologa: «In Svizzera gli omicidi sono diminuiti, ma i femminicidi no»
SDA
13.3.2025 - 13:00
Anche in Svizzera la cronaca riporta regolarmente in primo piano il tema dell'uccisione delle donne.
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In un confronto di lungo periodo, il numero totale degli omicidi risulta in calo in Svizzera, mentre quello dei femminicidi è rimasto stabile: è quanto afferma la criminologa Nora Markwalder, che cura una banca dati al riguardo che risale nel tempo.
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13.03.2025, 13:00
13.03.2025, 13:11
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«Le statistiche ufficiali della polizia sono limitate», spiega la professoressa dell'università di San Gallo in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano romando 24 heures. «Registrano il sesso dell'autore del reato e della vittima, nonché l'arma del delitto. Ma non offrono informazioni sulla relazione tra l'omicida e la vittima, sulle motivazioni dell'assassino o sulla sua condanna. Eppure questo aspetto è cruciale per determinare se si tratta di un femminicidio, cioè dell'omicidio di una donna a causa del suo sesso».
«Ufficialmente i femminicidi non possono essere registrati: per determinarli dobbiamo esaminare i registri penali di ogni omicidio», prosegue la specialista. Questo viene fatto attraverso lo Swiss Homicide Monitor. «Si tratta della banca dati più completa sugli omicidi: è stato lanciato sotto l'egida del professor Martin Killias dell'università di Losanna in quattro cantoni francofoni, prima di essere esteso a tutta la Svizzera ed è stato aggiornato nel 2014 (...). Con un collega dell'università di San Gallo, abbiamo ripreso il testimone. L'abbiamo appena aggiornata al 2022. E d'ora in poi sarà aggiornato ogni anno».
Ma in che modo - chiede la giornalista del quotidiano - Swiss Homicide Monitor è più completo delle statistiche di polizia? «Poiché abbiamo accesso ai registri penali degli omicidi possiamo raccogliere molte più variabili, come la relazione tra l'autore e la vittima e la qualità della relazione, il contesto e i motivi dell'uccisione», risponde l'intervistata. «Ci sono voluti molti sforzi, soprattutto all'inizio. Ma è un lavoro necessario: gli omicidi sono i reati più gravi in Svizzera. Hanno bisogno di una buona banca dati».
«Abbiamo dovuto esaminare tutti i dossier a partire dal 1990. E gli omicidi erano più frequenti nei primi anni. Da allora sono diminuiti, ma i femminicidi no. Sono ancora una quindicina all'anno. In termini assoluti, questo dato è simile a quello dei paesi europei, ma in termini percentuali è molto più alto. In totale, la Svizzera registra circa quaranta omicidi all'anno: si è quindi a circa il 40% di femminicidi».
Tale quota è così alta soprattutto perché gli altri assassini sono diminuiti. «Ci sono molti meno casi di uomini che uccidono uomini, sia negli ambienti criminali che nelle dispute violente. È molto interessante: mentre gli omicidi tra uomini oscillano, i femminicidi sono rimasti relativamente stabili dal XIX secolo, negli ultimi anni sono diminuiti di poco. Non esiste una vera spiegazione per questo fenomeno. Possiamo solo osservare che le costellazioni conflittuali nelle coppie sono sempre esistite: ci sono sempre state coppie in cui la violenza ha portato al femminicidio». La stessa tendenza si riscontra peraltro anche altrove in Europa. «La Svizzera non fa eccezione: nella maggior parte dei paesi il numero di uccisioni fra uomini è sceso molto più dei femminicidi».
Ma le statistiche - si interroga la cronista della testata losannese - sono davvero utili nella lotta contro il femminicidio? Non si dovrebbero adottare misure più concrete? «State parlando con una criminologa!», replica l'esperta. «Le statistiche sono essenziali per comprendere e misurare un fenomeno: dobbiamo sapere di cosa stiamo parlando per determinare quali misure adottare. Prendiamo il caso del femminicidio: abbiamo scoperto che il rischio maggiore si verifica quando la donna lascia l'uomo. Senza dati completi non saremmo stati in grado di dimostrarlo. Queste informazioni ci permettono di aumentare la protezione delle donne in tale preciso momento. Le statistiche sono il primo passo nella lotta contro il femminicidio: come si può combattere qualcosa che non si capisce?».
Va peraltro ancora stabilito bene cosa si intende per femminicidio. «La definizione scientifica è l'omicidio di una o più donne a causa del loro sesso», spiega la docente di diritto penale, diritto di procedura penale e criminologia dell'ateneo della Svizzera orientale. «C'è sempre un elemento di misoginia o di odio verso le donne. Però c'è spazio per l'interpretazione. Alcuni si limitano ai femminicidi all'interno di una coppia o di ex partner. Altri includono, ad esempio, un padre che uccide la figlia perché non approva il suo futuro marito. In questi casi c'è disprezzo per l'individualità e la libertà della donna. L'omicidio di minori, invece, è più difficile da giudicare. Il sesso del bambino è generalmente irrilevante. È sufficiente che sia il figlio del colpevole. E sia uomini che donne uccidono i propri figli: ciò dimostra che il sesso dell'autore o della vittima non è l'unico fattore importante in questi crimini», conclude Markwalder.