Dal 2040 Ci saranno sempre più roghi nelle Prealpi. Ecco perché

nide, ats

23.4.2024 - 10:34

Nella foto illustrativa dei pompieri all'opera per spegnere un vasto rogo sul Monte Generoso con l'aiuto di un elicottero.
Nella foto illustrativa dei pompieri all'opera per spegnere un vasto rogo sul Monte Generoso con l'aiuto di un elicottero.
©Ti-Press / Benedetto Galli / Archivio

Il rischio di incendi è influenzato dai cambiamenti climatici: si prevede che, a partire dal 2040, potrebbero verificarsi roghi boschivi in luoghi che al momento sono considerati a basso rischio, come le zone pedemontane delle Alpi.

23.4.2024 - 10:34

A sostenere questa tesi è uno studio condotto da ricercatori dell'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF), i cui risultati sono stati pubblicati oggi.

Le previsioni stilate dalla dottoranda Julia Miller, responsabile della ricerca, mostrano che la causa principale degli incendi boschivi sarà il cambiamento climatico a partire dal 2040, mentre fino a quel momento il motivo sarà piuttosto quello della fluttuazione naturale del clima.

Il rapporto indica anche che, con il passare del tempo, il periodo con la più alta probabilità di roghi verrà progressivamente anticipato, passando da giugno al mese di maggio.

Le cause della tendenza? Soprattutto «fattori come il clima caldo, secco e ventoso», si legge in un comunicato stampa dell'istituto.

Ecco su cosa si basano le previsioni

Rappresentativo per illustrare il fenomeno di cui si parla è il caso delle Prealpi bavaresi, esaminato da Miller: lì, il rischio di incendi aumenterà sensibilmente a partire dal 2040, partendo dal livello definito «basso» fino a raggiungere quello «alto».

Le previsioni stilate dalla ricercatrice si basano sull'indice canadese FWI (Fire Weather Index, ndr), che è «una valutazione numerica dell'intensità dell'incendio» e «della capacità del materiale combustibile [...] di accendersi e della rapidità con cui può svilupparsi un incendio», continua la nota.

Va notato che, storicamente, la regione del Canada è soggetta a incendi (come anche quella mediterranea, ad esempio) e che il FWI non tiene conto dello stato della vegetazione e, di riflesso, di fattori quali la secchezza di quest'ultima e l'umidità del suolo.

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