Politica monetaria La Fed taglia i tassi: è la prima volta dalla crisi del 2008

ATS

31.7.2019 - 20:38

La Banca centrale degli Usa (Fed) taglia i tassi di interesse.
La Banca centrale degli Usa (Fed) taglia i tassi di interesse.
Source: KEYSTONE/AP/ANDREW HARNIK

La Fed, ossia la Banca centrale degli Stati Uniti, taglia i tassi di interesse per la prima volta dal 2008 e si dice pronta a un ulteriore allentamento del sua politica monetaria nel caso fosse necessario.

Wall Street dopo una seduta alla finestra all'insegna della debolezza vira in territorio negativo.

I tassi scendono in una forchetta fra il 2 e il 2,25%

Al termine della due giorni di riunione la banca centrale americana annuncia una riduzione del costo del denaro da un quarto di punto, con i tassi che scendono in una forchetta fra il 2 e il 2,25%.

Una decisione presa «alla luce delle implicazioni che gli sviluppi globali hanno sull'outlook» statunitense e dell'inflazione debole, «sotto il 2%», spiega la Fed che, mostrandosi ancora più colomba, comunica che dal primo agosto - ovvero con due mesi di anticipo rispetto alle attese - verrà sospeso il processo di riduzione del bilancio.

Ulteriore allentamento nel caso fosse necessario

«Continueremo a monitorare le implicazioni dei dati economici sull'outlook e agiremo come appropriato a sostegno dell'espansione», assicura la Fed. «L'outlook per l'economia americana resta favorevole: il taglio dei tassi è un'assicurazione contro i rischi al ribasso», spiega il presidente della Fed, mettendo in evidenza come le pressioni disinflazionistiche a livello globale persistono.

A pesare è anche la debole crescita mondiale, alla quale vanno aggiunte le tensioni commerciali che continuano a bollire. «Monitoriamo i rischi al ribasso», osserva il presidente dell'istituzione Jerome Powell, assicurando che la Fed seguirà con attenzione anche gli sviluppi sulle tensioni commerciali e l'inflazione. «Il raggiungimento dell'obiettivo del 2% potrebbe slittare», ammette.

Decisione non all'unanimità

La decisione di tagliare i tassi non è stata presa all'unanimità: i presidenti delle banche centrali di Kansas City e Boston, rispettivamente Esther George ed Eric Rosengren, hanno votato contro la decisione. Avrebbero preferito lo status quo.

Le loro voci e la loro contrarietà a un taglio dei tassi non è isolata: gli analisti e gli osservatori si sono spaccati sull'attesa riduzione del costo del denaro. Molti la ritengono ingiustificata alla luce della forza dell'economia statunitense.

E peggio ancora molti la ritengono un regalo della Fed al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che da mesi è in pressing per un taglio del denaro. Ma la riduzione di 25 punti base potrebbe non essere abbastanza per soddisfare il presidente che, proprio nelle ultime ore, ha chiesto un taglio sostanzioso.

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