Società tecnologicheDidi lascia gli Stati Uniti, è l'ultima vittima della stretta di Pechino
SDA
3.12.2021 - 12:01
Didi Global, la risposta cinese al servizio di trasporti americano Uber, si avvia a lasciare gli Usa a meno di sei mesi dall'esordio alla borsa di New York con uno sbarco che aveva fruttato 4 miliardi di dollari, puntando al listino di Hong Kong.
03.12.2021, 12:01
03.12.2021, 12:16
SDA
«Dopo un'attenta valutazione, Didi avvierà il processo di delisting al Nyse da oggi e partirà con i preparativi per la quotazione a Hong Kong», ha riferito la società in una nota postata su Weibo, social media in mandarino.
Si tratta dell'ultimo capitolo della stretta avviata nell'ultimo anno dalle autorità di Pechino sul settore tecnologico che è costata all'intero comparto più di 1000 miliardi di dollari di capitalizzazione di borsa andata in fumo.
Soltanto Didi ha visto le sue azioni crollare del 44% dall'esordio del 30 giugno, al valore unitario di 7,8 dollari (in flessione ieri dello 0,13%), dopo un autentico tracollo vissuto la scorsa settimana sulla scia delle indiscrezioni secondo cui i regolatori cinesi avevano esplicitamente chiesto alla compagnia di formulare un piano per il delisting dagli Stati Uniti, in base ai timori sulla sicurezza e sulla perdita di dati sensibili.
Il delisting mette a rischio le quote detenute da SoftBank (-2,5% oggi a Tokyo) e Uber, che insieme superano il 30% di Didi, secondo FactSet.
Didi ha attirato l'ira dei regolatori cinesi quando ha portato avanti l'Ipo (lo sbarco in borsa) senza risolvere i problemi sulla sicurezza informatica lasciati in sospeso e che le autorità volevano invece chiariti. Didi è la più grande app di servizi di trasporto e contiene molti dati sulle rotte di viaggio e sugli utenti.
In generale, malgrado le dichiarazioni contrarie, la Cina ha di fatto chiarito di non volere più che le società tecnologiche vadano a quotarsi sui mercati statunitensi, perché finirebbero, in caso contrario, sotto la giurisdizione dei regolatori Usa.
L'annuncio di Didi è maturato a meno di 24 ore dalle regole della Sec, l'autorità americana di vigilanza Usa sulla borsa, che le consentono di rimuovere dai listini i titoli esteri per non aver soddisfatto i requisiti di contabilità e trasparenza.
Il trend dell'abbandono dei mercati Usa dovrebbe proseguire tra le compagnie cinesi: su questi timori, Alibaba, il colosso dell'e-commerce fondato da Jack Ma, ha ceduto oggi a Hong Kong il 2,61%.