Ecco perchéAllianceBernstein vuole chiedere alla Confederazione un risarcimento di 225 milioni di dollari
hm, ats
10.12.2024 - 12:00
Il gestore patrimoniale statunitense AllianceBernstein (AB) intende chiedere alla Confederazione un risarcimento di 225 milioni di dollari (circa 200 milioni di franchi al cambio attuale).
Keystone-SDA, hm, ats
10.12.2024, 12:00
10.12.2024, 12:07
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Questo per aver azzerato oltre 16 miliardi di franchi di debito di Credit Suisse (CS) nell'ambito dell'acquisizione da parte di UBS. Lo scrive il Financial Times nella sua edizione online, facendo riferimento a persone a conoscenza del dossier.
Stando al quotidiano finanziario AB parteciperà a una causa che sarà intentata dallo studio legale americano Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan in nome di numerosi obbligazionisti. Oggetto del contendere sono le famose obbligazioni AT1: l'autorità di vigilanza finanziaria Finma aveva azzerato il loro valore. Una mossa che aveva provocato un terremoto sui mercati, generando forti perdite per gli investitori.
AB sarebbe il primo grande investitore a istituzionale a unirsi alla causa, che vede così aumentare il valore in gioco a 375 milioni di dollari. I promotori sostengono che l'accordo fra CS e UBS è stato mediato dal governo svizzero, che con il suo agire ha operato un'ingerenza illegale nei diritti di proprietà degli investitori.
Nati sulla sia della crisi finanziaria del 2008, gli AT1 (Additional Tier 1) sono titoli di debito emessi dalle banche che appartengono alla categoria di strumenti finanziari definiti come «strumenti di patrimonializzazione» (o «strumenti di capitale ibrido"), dalle norme internazionali di Basilea III volte a migliorare la solidità degli istituti e a scongiurare tracolli.
Si tratta di titoli a rendimento più elevato di altri, perché esposti a rischi maggiori: in caso di un evento scatenante, come un salvataggio statale, gli AT1 possono infatti prevedere clausole di «write-off» (cioè di cancellazione contabile) o di conversione in azioni. Nel marzo 2023 la Finma aveva affermato che l'acquisizione di CS rappresentava appunto uno degli eventi che permettevano la cancellazione del debito.
Nel caso di Credit Suisse molti investitori si aspettavano probabilmente una conversione in azioni CS (il cui valore è crollato, ma è rimasto reale: sono poi state scambiate con titoli UBS in rapporto di 22,48 a 1), non però un azzeramento. Concretamente agli occhi di non pochi operatori è apparso poco usuale il fatto che nell'ambito di una crisi d'impresa l'obbligazionista si sia trovato in posizione peggiore dell'azionista.