Stati Uniti Biden: «Passo il testimone per salvare la democrazia, unire la nazione e il partito»

SDA

25.7.2024 - 07:22

Joe Biden ha parlato alla nazione.
Joe Biden ha parlato alla nazione.
Keystone

«Credo che il mio primato come presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione per il futuro dell'America meritassero tutti un secondo mandato».

«Ma niente può ostacolare il salvataggio della nostra democrazia, e questo include l'ambizione personale. La soluzione migliore è passare il testimone a una nuova generazione. Questo è il modo migliore per unire la nostra nazione e il partito».

Con un solenne discorso storico alla nazione di 15 minuti, che entrerà a far parte della sua eredità, Joe Biden ha spiegato così dallo studio Ovale il motivo del suo ritiro dalla corsa domenica scorsa, dopo le crescenti pressioni nel suo partito in seguito alla debacle nel dibattito tv con Donald Trump.

Nessun ragione medica, quindi, ma la consapevolezza che era necessario fare un passo indietro per il bene del Paese e del partito. Uno spirito di sacrificio e un amore di patria che ha paragonato a quelli di Thomas Jefferson, George Washington e Roosevelt

«My fellow americans» (miei concittadini americani)», ha esordito con tono quasi colloquiale dal 'resolute desk', con dietro le foto di famiglia. «Venero la mia carica, che è stato l'onore della mia vita, ma amo di più il Paese. La difesa della democrazia è più importante di qualsiasi titolo», ha insistito, avvisando però che «il compito sacro di perfezionare la nostra Unione non riguarda me ma voi, le vostre famiglie, il vostro futuro. Si tratta di 'we the People' (noi il popolo, citazione dal preambolo della costituzione americana, ndr).

«È arrivato il momento di voci nuove, sì, più giovani»

Quindi ha ammesso che «è arrivato il momento di voci nuove, sì, più giovani». Come quella della sua vice Kamala Harris, cui ha rinnovato il suo endorsement: «è esperta, tosta e capace».

Il commander in chief ha anche deluso quanti, da Trump a molti repubblicani, gli chiedono di dimettersi dalla presidenza, assicurando che «finirò il lavoro». «Nei prossimi sei mesi mi concentrerò sul mio lavoro di presidente. Ciò significa che continuerò a ridurre i costi per le famiglie che lavorano duramente e a far crescere la nostra economia. Continuerò a difendere le nostre libertà personali e i nostri diritti civili, dal diritto di voto al diritto di scelta». E continuerà ad impegnarsi «per la pace a Gaza» e «per mantenere il sostegno all'Ucraina». Primo appuntamento oggi con Benjamin Netanyahu.

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