Politica Per esportare armi, il Consiglio federale vuole un margine di manovra più ampio

cp, ats

15.5.2024 - 10:23

Meno restrizioni per l'export di armi.
Meno restrizioni per l'export di armi.
Keystone

Il Consiglio federale deve poter derogare ai criteri di autorizzazione per l'export di materiale bellico in caso di eventi straordinari e per preservare gli interessi del Paese. Lo prevede una modifica di legge inviata oggi in consultazione fino al 4 settembre.

Gli antefatti

La modifica della legge federale sul materiale bellico (LMB) approvata oggi dal Governo è frutto di una mozione, combattuta dalla sinistra, trasmessa dalle camere federali l'anno scorso nel contesto della guerra in Ucraina.

In aula, il Governo si era detto favorevole all'atto parlamentare che prevede deroghe in circostanze eccezionali e se necessarie per salvaguardare gli interessi di politica estera o di sicurezza del Paese. In aula il Governo aveva anche sottolineato che la mozione non avrebbe avuto effetto retroattivo.

Stando alla maggioranza borghese che ha sostenuto la mozione in Parlamento, una deroga è necessaria tenuto conto dei cambiamenti nella situazione geopolitica mondiale.

I favorevoli avevano inoltre ricordato le reazioni negative di alcuni Paesi, come la Germania, dopo che la Svizzera aveva negato a Berlino il permesso di riesportare in Ucraina materiale bellico acquistato dalla Svizzera. La Germania aveva minacciato di non voler più sapere di armi prodotte nella Confederazione.

Cosa dicono i contrari?

Una minoranza (composta da sinistra e PVL) si era opposta invano alla mozione, definendo antidemocratico proporre cambiamenti al controprogetto all'iniziativa popolare «Contro l'esportazione di armi in Paesi teatro di guerre civili (Iniziativa correttiva)», approvato appena tre anni fa.

Per gli avversari della mozione era semplicemente disonesto approfittare della solidarietà della popolazione nei confronti dell'Ucraina per chiedere una modifica della legge in modo da poter fornire più facilmente materiale bellico.

Durante la discussione in Parlamento sull'iniziativa popolare, il Consiglio federale aveva suggerito l'introduzione nella legge di un articolo che gli avrebbe conferito la facoltà di derogare ai criteri per l'autorizzazione di affari con l'estero previsti dalla legge.

Ma, tale clausola non aveva ottenuto una maggioranza di consensi in aula. Con l'accettazione della mozione, il Parlamento ha insomma ripreso questa proposta.

C'è il rispetto della neutralità?

Oggi il Consiglio federale ha ribadito che continuerà a rispettare gli impegni internazionali della Svizzera, in particolare il diritto della neutralità.

Concretamente, la facoltà di deroga non potrà né essere applicata alle esportazioni di materiale bellico che violano il diritto della neutralità in un contesto di conflitto armato internazionale né essere utilizzata per autorizzare esportazioni verso Paesi che violano in modo grave e sistematico i diritti umani.

Tuttavia, il margine di manovra richiesto è necessario, stando all'esecutivo, per consentire la salvaguardia degli interessi essenziali di politica estera e di sicurezza in presenza di eventi straordinari e di garantire in questo modo il mantenimento, in Svizzera, di una capacità industriale adeguata alle esigenze della sua difesa nazionale.

L'applicazione della facoltà di deroga, precisa una nota governativa, potrebbe ad esempio risultare necessaria per mantenere determinate esportazioni di componenti e di assemblaggi nel quadro di collaborazioni industriali tra aziende fornitrici svizzere e imprese d'armamento di Stati partner improvvisamente coinvolti in un conflitto armato.

In tal modo la Svizzera potrebbe assicurare una maggiore certezza del diritto per quanto riguarda gli affari di compensazione legati all'acquisto di beni d'armamento destinati alla sua difesa nazionale.

Il Consiglio federale potrà derogare ai criteri di autorizzazione soltanto per un periodo limitato. In caso di applicazione della facoltà di deroga il Parlamento verrà coinvolto in modo che possa esercitare pienamente la sua vigilanza sull'Esecutivo.

cp, ats