Caso Djokovic Vajda: «Decisione ingiusta, una conseguenza del lungo isolamento del paese»

sda/bfi

21.1.2022

Il coach Marian Vajda (sinistra) con Novak Djokovic.
Il coach Marian Vajda (sinistra) con Novak Djokovic.

L'espulsione dall'Australia sta pesando molto sulla psiche di Novak, secondo il suo allenatore Marian Vajda. Il 56enne accusa il governo australiano e i media di ingiustizia nei confronti del suo pupillo. 

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21.1.2022

Il numero uno del tennis mondiale è stato «certamente colpito duramente a livello psicologico. Gli farà male per molto tempo e sarà difficile per lui toglierselo dalla testa», questo è ciò che ha detto Maria Vajda in un'intervista al giornale slovacco «Sport».

Marian Vajda, ex tennista professionista slovacco oggi 56enne, è il capo allenatore di Novak Djokovic, e lo è quasi da sempre. I due, insieme, hanno vinto 85 titoli (degli 86 vinti da Djokovic). Vajda è oggi l'allenatore di maggior successo nella storia del tennis avendo vinto 20 trofei del Grande Slam, tutti con Novak Djokovic.

Marian Vajda dunque conosce molto bene il tennista serbo. 

«Processo politico»

Lo slovacco ha criticato aspramente il governo australiano e i media internazionali. Ha chiamato la decisione contro Djokovic un «processo politico».

La situazione in Australia è «totalmente malata e ingiusta, una conseguenza del lungo isolamento del paese. L'Australia sta ora pagando il prezzo della sua politica di isolamento e ha cifre di infezione altissime nonostante la sua rigorosa politica di vaccinazione. Ma soprattutto, - secondo Vajda - sono stati i media a influenzare così negativamente l'opinione pubblica contro Novak».

«Shock, dolore, grande emozione»

Lo slovacco allena Djokovic in alternanza con Goran Ivanisevic. Ecco perché Vajda non era presente a Melbourne.

Alla domanda sui suoi primi sentimenti quando ha ricevuto la notizia dell'espulsione di Djokovic, Vajda ha risposto: «Shock, dolore, grande emozione. Non so come avrei resistito psicologicamente se fossi stato lì io stesso. Anche a casa, a Bratislava, non riuscivo a dormire dallo sconcerto che una cosa del genere fosse possibile».

Ricordiamo che il tennista numero uno del mondo era recentemente entrato in Australia per disputare gli Australian Open con una deroga medica. Dopo una disputa legale, però, il serbo ha dovuto lasciare il paese e rinunciare così alla partecipazione al torneo del Grande Slam, attualmente in corso.

«Novak è forte, risoluto»

Il suo stato di non vaccinato contro il coronavirus potrebbe anche impedirgli di giocare nei futuri Open di Francia e degli Stati Uniti, dato che i due paesi hanno introdotto requisiti simili all'Australia per l'iscrizione.

Tuttavia l'allenatore di Djokovic ha detto di essere convinto che il campione di Belgrado tornerà presto in campo. Vajda ha aggiunto: «Lo conosco molto bene. Novak è forte, risoluto e non ha ancora detto la sua ultima parola nel mondo del tennis».