Il 20enne italiano si è lasciato alle spalle una stagione davvero fantastica, condita dalla partecipazione alle ATP Finals. Secondo lui il talento sta nel lavoro, e il suo sguardo non smentisce certo questa affermazione.
Da pochi mesi ha compiuto 20 anni ed è oggi uno dei grandi giocatori del panorama tennistico internazionale.
Jannik Sinner, che avevamo seguito dal vivo agli US Open nel 2019, quando scese in campo contro Stan Wawrinka. Allora, si trattava di un quasi sconosciuto, un ragazzo dalle belle promesse, come tanti, su cui l'Italia del tennis puntava per ricambiare la generazione dei vari Fognini, Seppi e Lorenzi.
Scese in campo nel Louis Armstrong Stadium, il minore dei due grandi tempi del tennis a Flushing Meadows, contro uno dei mostri sacri dello Slam americano, quel Wawrinka unico giocatore capace di intromettersi nel regno dei Big Three.
Aldilà della sconfitta, onorevole (3-6/6-7/6-4/3-6), il diciottenne italiano mostrò un braccio forte, tanta corsa e, ma soprattutto, un atteggiamento di sfida, non irriverente ma deciso, sicuro. Ha lasciato nei ricordi sprazzi di una personalità d'acciaio, lo sguardo della tigre che avanza decisa verso la preda.
A differenza del suo predecessore Fognini, Sinner ha da subito mostrato che le deliziose giocate, morbide e sensazionali, non gli interessano: il fine giustifica i mezzi.
2021 da incorniciare
A distanza di due anni Jannik Sinner ha goduto di una stagione 2021 davvero impressionante, rivendicando quattro titoli ATP da aggiungere alla suo primo successo all'Open di Sofia nel 2020.
Dopo aver iniziato l'anno al 36esimo posto nel mondo, il 20enne italiano è andato avanti di vittoria in vittoria fino a raggiungere l'attuale decimo posto nel mondo.
Il giovane tennista italiano, che non tradisce lo sguardo con il quale aveva sfidato Stan nel 2019, ha affermato che il duro lavoro e la dedizione sono la cosa più importante per diventare un professionista.
«Il talento per me non esiste, bisogna guadagnarselo», spiega Sinner in un'intervista a «Intesa San Paolo».
«Puoi avere capacità leggermente migliori, ma solamente se lavori andrai più in alto. Chi lavora è quello che ha talento».
La forza mentale
«Ho capito che puoi allenare ogni singolo aspetto: il fisico, la tecnica e soprattutto la mente. Nel tennis devi essere molto forte mentalmente in ogni momento della partita».
Secondo Sinner è questo l'aspetto che «ti fa vincere buone partite, anche se giochi brutte partite».
In stagione Sinner ha raggiunto il quarto turno del Roland Garros e degli US Open, ha giocato la finale inaugurale del Masters 1000 al Miami Open in aprile, perdendo contro il polacco Hubert Hurkacz.
ATP Finals
Il ventenne aveva mancato di poco le qualificazioni per le ATP Finals di Torino, dove ha però giocato comunque due partite, come sostituto del connazionale Matteo Berrettini, ritiratosi per problemi fisici.
Nella prima sfida tra i grandissimi del tennis contemporaneo Sinner si è rifatto con Hurkacz della sconfitta subita a Miami in primavera, martellandolo senza pietà in due set (6-2/6-2), poi, ha spinto il campione in carica degli US Open e numero due del mondo Daniil Medvedev fino ad un tiebreak decisivo, perdendo alla fine contro il russo.
Ne eravamo già quasi certi due anni fa: scriveremo ancora di Jannik Sinner, eccome.