Secondo il suo ex allenatore, Mark Petchey, il trionfo agli US Open di Emma Raducanu ha dimostrato che la 18enne può arrivare a «dominare il mondo» del tennis femminile; anche se i rischi sono dietro l'angolo.
Martina Hingis, Steffi Graf, Naomi Osaka e Emma Raducanu hanno qualcosa in comune: hanno tutte e quattro vinto un torneo del Grand Slam, ancora giovanissime.
Se le storie delle prime tre sono conosciute, quella della stellina britannica, fresca vincitrice a New York, è ancora tutta lì da scrivere.
E secondo Mark Petchey, l'ex allenatore della Raducanu e già anche coach di Andy Murray, la ragazzina ha tutto per diventare la stella più luminosa del tennis femminile dei prossimi anni.
È bella, spigliata, sorridente e dannatamente brava.
Petchey ritiene che la Raducanu, oggi numero 25 al mondo dopo aver guadagnato più di 120 posizioni grazie al solo torneo newyorkese, potrebbe arrivare a dominare il circuito femminile, come fecero la Hingis e la Graf prima di lei, la Osaka fino a poco tempo fa.
«Non riesco a spiegarlo in modo scientifico - ha detto l'ex coach a Itv - ma lei era speciale già quando aveva 16 anni. Emma ha enormi margini di miglioramento, il suo servizio deve ancora evolvere, il suo gioco a rete migliorerà ulteriormente. Saranno miglioramenti sostanziali e penso onestamente che dominerà il mondo».
Ma se la teutonica e solidissima Steffi Graf è riuscita a rimanere ai massimi livelli per più di un decennio, per la Hingis allora e la Osaka oggi, il grande successo in giovanissima età è stato tutt'altro che materia semplice da gestire.
La Hingis vinse il suo quinto e ultimo Grand Slam (singolare) a 19 anni prima di rimanere vittima di fantasmi troppo grandi per una ragazzina, la Osaka, a sedici anni era già una stellina del circuito WTA, oggi, a 23, dopo aver vinto 4 tornei del Grand Slam, è crollata in una crisi profonda di senso.
Rischi nei quali potrebbe incorrere anche la Raducanu. In tal senso si è espressa l'ex campionessa britannica Virginia Wade, vincitrice di tre tornei del Grand Slam tra il 1968 e il 1977.
«E' importante che non si esponga troppo e che non giochi troppo nonostante le enormi aspettative che sono piombate su di lei - avverte la Wade - ed è questo equilibrio che è difficile da ottenere».
Nata in Canada da genitori rumeni e cinesi trasferitisi in Gran Bretagna quando Emma era bambina, la 18enne dovrà gestire ora la fama e la popolarità improvvisa.
Hingis, Graf e Osaka possono tutte insegnarle qualcosa in questo senso. Ora non ci resta che attendere - con la dovuta pazienza e sensibilità - i prossimi capitoli della storia di Emma Raducanu, la nuova stellina del tennis mondiale.