Due giorni dopo l'umiliante sconfitta patita entro le mura amiche per mano del Friborgo, è la presidente a rompere il silenzio e a prendere la parola.
Molti, martedì alla Corner Arena, hanno lasciato il proprio posto al termine del primo periodo, senza farvi ritorno. La squadra di Luca Gianinazzi era sotto cinque a zero: quattro reti sono entrate alle spalle di Koskinen nel giro di poco più di tre minuti.
Intervistata dal Corriere del Ticino, a rompere il silenzio stampa che perdura da alcune settimane, la presidente Mantegazza ha detto di preferire che a parlare sia «il direttore sportivo Hnat Domenichelli o al CEO Marco Werder, ai vertici nei rispettivi settori. Riservandomi però il diritto d'intervenire nei momenti in cui ritengo sia necessario farlo. Ecco, se sto parlando oggi, è proprio per questo motivo».
Diversi tifosi, che seguono l'HC Lugano da più decenni, martedì, sul cinque a zero hanno voluto mandare un messaggio forte, quasi di dolore: così non si fa.
«I risultati sono sotto gli occhi di tutti, e ci tengo a scusarmi con i nostri tifosi per quanto hanno dovuto assistere. Mi riferisco in particolare all'ultima partita contro il Friborgo. Non so spiegarmi cosa sia successo, ma quello che si è visto sul ghiaccio non era l’Hockey Club Lugano. Non è accettabile», ha proseguito colei che da anni presiede la società di hockey sottocenrina, ma che purtroppo per lei, non ha ancora avuto il piacere di salutare un titolo di campione svizzero - a differenza di papà Geo.
Alla Mantegazza è stato chiesto di esprimersi anche in merito all'inesperienza del giovane allenatore Luca Gianinazzi. «Luca deve fare la sua strada e crescere, credo che l'altra sera abbia giustificato le sue scelte in un modo che condivido anche io. Quindi lasciatelo lavorare», ha detto il Presidente.
Che, fugando qualsiasi speculazione o dubbio, ha aggiunto: «Abbiamo voluto puntare su Luca per il dopo McSorley. Anche se questo momento è arrivato con 18 mesi di anticipo, intendiamo continuare a costruire un futuro con lui. Ha il DNA bianconero nel sangue».