«Sapevo di segnare già prima del tiro» 20 anni fa Samuelsson beffava il Lugano in Gara-7 della finale

fon

7.4.2021

Il portiere Ari Sulander, sinistra, e Morgan Samuelsson.
Il portiere Ari Sulander, sinistra, e Morgan Samuelsson.
Keystone

20 anni fa oggi lo Zurigo aveva strappato il titolo di campione svizzero al Lugano all'Overtime della settima partita della finalissima, ricordata anche per i tumulti causati da un gruppo di tifosi bianconeri a fine partita. L'eroe della serata, grazie alla rete siglata nei supplementari, era stato Morgan Samuelsson... e noi l'abbiamo intervistato.

Prima gli anni di gavetta...

Il viaggio che aveva portato Morgan Samuelsson a trovarsi di fronte a Cristobal Huet all'Overtime di Gara-7 di quel sabato sera di 20 anni fa era iniziata qualche anno prima in Germania. Nel 1996 era stata Colonia la prima parentesi fuori dalla Svezia per Morgan Samuelsson, un centro che dopo quattro stagioni di DEL, con una piccola parentesi anche in Austria, sarebbe poi giunto nel massimo campionato svizzero. Non senza qualche difficoltà.

Nel 1999 il nativo di Boden, una cittadina della Svezia del nord, fece il suo esordio nell'hockey rossocrociato con la maglia del Turgovia, nella seconda divisione (l'attuale Swiss League ndr.). La chiamata nella massima lega arrivò poi grazie alla Coppa Spengler, ma soprattutto ad Arno del Curto, che puntò su Samuelsson come rinforzo per il Davos.

«Come giocatore ero più che abbastanza bravo per la National League A, ma a quei tempi era difficile giocare in Svizzera come straniero - ci racconta Samuelsson - potevano giocare solo tre stranieri per squadra».

Il doppio passaggio a Davos per la Coppa Spengler dell'allora Arno del Curto come crocevia... «Con Arno c'è stato subito un ottimo feeling - prosegue lo svedese - fra matti si va d'accordo (ride). Lui pensava che fossi un po' pazzo, e io pensavo lo stesso di lui. Alla fine è andato tutto per il meglio».

La chiamata degli ZSC Lions

Nel 2000 giunse infine la chiamata dalla massima lega. Samuelsson giocò le ultime partite della Regular Season con lo ZSC, prima di scatenarsi nella finalissima. Mai utilizzato dall'allenatore Larry Huras nelle semifinali, lo svedese rientrò in squadra a Gara-5 della finale contro il Lugano, con i ticinesi in vantaggio per 3:1 nella serie. Ironia della sorte con il centro svedese sul ghiaccio lo Zurigo riuscì a ribaltare la situazione e strappare al Lugano un titolo che ormai sembrava vicinissimo. Lo zampino decisivo dopo 10 minuti e sette secondi nell'Overtime di Gara-7 è stato il suo.

Mathias Seger, sinistra, Michel Zeiter e Morgan Samuelsson festeggiano il titolo.
Mathias Seger, sinistra, Michel Zeiter e Morgan Samuelsson festeggiano il titolo.
Keystone

La finalissima

«Mi ricordo che poco prima di segnare avevo commesso un errore in zona difensiva. Fortunatamente Matthias Seger aveva salvato la situazione e io mi sono ritrovato col disco sul bastone. In quel momento, mentre avanzavo verso la linea blu avversaria, già lo sapevo, ero sicuro che avrei segnato ancora prima di tirare», così commenta il concitato finale di partita l'attaccante nordico giunto come straniero di riserva sulle rive della Limmat ma diventato l'eroe del titolo. 

«È stato un peccato non aver potuto vivere la consegna del trofeo sul ghiaccio a causa dei disordini creati da un gruppo di tifosi della squadra di casa - ammette il matchwinner della finalissima - ma fuori dallo stadio è stato ancora peggio. Mentre lasciavamo Lugano il nostro bus è stato colpito da numerose pietre».

Il viaggio di ritorno verso l'Hallenstadion, dove una folla di zurighesi festeggiava il quinto titolo della storia, è pure andato per le lunghe. Come se la la conclusione della finalissima all'Overtime non fosse stato abbastanza i Leoni si ritrovarono la galleria autostradale del San Gottardo chiusa. «Incredibilmente la galleria del San Gottardo era chiusa - ricorda Samuelsson - così abbiamo dovuto fare il passo. Ovviamente c'era anche traffico, l'autobus andava talmente piano che noi giocatori scendevamo in strada a camminare». Una giornata travagliata ma epica per il nostro Morgan, che dopo la carriera sul ghiaccio ha continuato a vivere l'hockey da vicino diventando un apprezzato, spesso impetuoso, opinionista di blue Sport.

La finalissima integrale

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