Il Marocco punta la finale «Bisogna sognare e crederci, non abbiamo paura della Francia»

fon

12.12.2022

Walid Regragui festeggiato dai suoi giocatori.
Walid Regragui festeggiato dai suoi giocatori.
Keystone

Continua l'incredibile viaggio dei calciatori del Marocco ai Mondiali di calcio in Qatar. Gli "underdog" sono a una sola vittoria dalla finale, anche grazie all'allenatore Walid Regragui, che sino a ora non ha sbagliato nulla.

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Il primo tecnico africano ad arrivare così avanti in una Coppa del Mondo si è sciolto in lacrime dopo la vittoria sui Portoghesi. «Non mi era mai successo. Ho cercato di controllarmi, mostrarmi forte, ma a volte le emozioni sono troppo potenti», ha ammesso, capendo subito di essere il primo a dover raddrizzare la barra mentale.

La squadra finora ha recepito in pieno il suo messaggio: «dobbiamo avere fiducia nelle nostre qualità, andare là fuori e dare tutto, senza avere nessun rimpianto» - e superato ogni ostacolo, grazie a una difesa impenetrabile e alla capacità di sfruttare ognuna delle rare occasioni disponibili per segnare.

«Tutti pensavano che saremmo stati eliminati al primo turno», ha sottolineato il 47enne nato nella banlieu parigina, che solo lo scorso agosto era stato chiamato sulla panchina della Nazionale in seguito all'esonero improvviso del commissario tecnico bosniaco Vahid Halilhodzic che aveva conquistato la qualificazione. Ribaltando ogni pronostico, il cammino è stato invece ben più lungo e intanto tutto il mondo ha cominciato ad apprezzare e a tifare una Nazionale tutta gambe e cuore che è stata capace di lasciare ai blocchi il Belgio e poi eliminare in sequenza Spagna e Portogallo, incassando solo un gol in cinque partite.

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«Non abbiamo paura di nessuno»

Gli sforzi profusi per arrivare sino in semifinale, stadio della competizione che sino a ora ancora nessuna squadra africana era riuscita a raggiungere, stanno presentando un conto pesante. In dubbio per la sfida con la Francia non c'è solamente il roccioso difensore e capitano Romain Saiss, già uscito malconcio dalla partita con gli Spagnoli, ma anche Hakim Ziyech, costretto a uscire nel finale del match col Portogallo. Poco utilizzato dal Chelsea, tanto da essere tentato dalle offerte del Milan, il trequartista è diventato una pedina chiave nella formazione di Regragui.

«Ziyech e Boufal non hanno mai corso così tanto - ha detto il commissaario tecnico in conferenza stampa - ma lo fanno per il loro Paese. Sanno che dobbiamo combattere più degli altri, perché non abbiamo le stesse armi».

«Abbiamo reso felici tante persone nel mondo», si è inoltre rallegrato Regragui. «Siamo il Rocky di questa Coppa del Mondo. Se pensate che Rocky Balboa sia bravo, è grazie alla sua passione. Proprio come noi, bisogna sognare e crederci!».

«Ora c'è la Francia, ma non abbiamo paura di nessuno», ha sottolineato il centrocampista, Selim Amallah, altra rivelazione del torneo.

«Nel calcio sono i singoli a fare la differenza ma sono le squadre a vincere le partite», gli ha fatto eco Sofyan Amrabat, una diga davanti alla difesa. La mentalità del tecnico è diventata lo spirito di un Marocco che mercoledì avrà più tifosi dei campioni in carica, di sicuro per quanto riguarda le presenze allo stadio Al Bayt, maa giudicare dai festeggiamenti di sabato e domenica pure in mezza Europa, in Medio Oriente e soprattutto in Africa.

Un intero continente dietro il Marocco

«Il Marocco galvanizza l'intero continente, è un esempio. Governo e federazione lavorano insieme sullo sviluppo delle infrastrutture e dei programmi di allenamento», ha sottolineato un dirigente della Confederazione africana (Caf), Veron Mosengo-Omba.

«Per rendere il calcio africano più competitivo sono quindi necessari azioni concrete e sforzi a lungo termine e la Caf e le sue federazioni devono progredire per passare dalle buone intenzioni alla pratica e quindi ai risultati», ha concluso Mosengo-Omba, sottolineando quanto la Nazionale marocchina sia spinta dall'interno continente africano.