16 anni dopo Zinédine Zidane rivela perché incornò Materazzi 

bfi

25.6.2022

Zinedine Zidane 'incorna' Marco Materazzi durante la finale di Coppa del Mondo, allo stadio Olimpico di Berlino il 9 luglio 2006. 
Zinedine Zidane 'incorna' Marco Materazzi durante la finale di Coppa del Mondo, allo stadio Olimpico di Berlino il 9 luglio 2006. 
KEYSTONE

In occasione del suo cinquantesimo compleanno, in un'intervista a «L'Équipe», l'ex capitano dei transalpini racconta la verità sull'episodio che concluse la sua carriera in Nazionale.

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25.6.2022

Pallone d'Oro, Giocatore dell'anno, Campione del Mondo e d'Europa, vincitore di scudetti in Serie A e ne La Liga, e questi sono solo alcuni degli innumerevoli trofei conquistati da Zinédine Zidane da giocatore.

Un giocatore sopraffino, visionario, maestro del dribbling, ma soprattutto ammaestratore della palla che sapeva indirizzare dove voleva, con la precisione di un cesellatore. Purtroppo, ricordato da molti per quella testata data all'italiano Materazzi durante la finale di Coppa del Mondo 2006. Una scorrettezza che forse consegnò il trofeo all'Italia e certamente il cartellino rosso al magnifico Zizou, caduto in disgrazia, proprio quel giorno a Berlino.

Oggi, a 50 anni, il francese ha deciso di rivelare anche questo retroscena a «L'Équipe».

«Marco Materazzi non ha parlato di mia madre. È vero. Ma ha insultato mia sorella», ha rivelato l'ex capitano della Francia 16 anni dopo l'accaduto.

«Quel giorno mia madre era molto stanca. Così ho parlato più volte al telefono con mia sorella Lila».

La sorella di Zizou era preoccupata, come lo stesso giocatore, che però quella sera doveva scendere in campo per la finale. «Dovevo rimanere concentrato. Ma queste sono cose che ti incasinano».

Chi ha giocato a calcio lo sa: «Sul campo girano sempre insulti», ha ammesso Zidane.

«Non ne sono orgoglioso, ma questo fa parte della mia storia»

Più delle volte, specialmente i professionisti, riescono a sorvolare, a non farsi prendere dalle emozioni. Quel giorno però, le dichiarazioni di Materazzi fecero breccia: «Mi ha fatto scattare qualcosa quando ha parlato di Lila», ha raccontato Zidane sempre a «L'Équipe».

«Non ne sono orgoglioso, ma questo fa parte della mia storia. In quel momento ero fragile. E poi si fanno cose che non si dovrebbero fare».

La carriera internazionale di Zidane con la maglia del suo Paese si concluse così; con un cartellino rosso durante la finale che qualsiasi calciatore vorrebbe giocare.

Anche a causa di ciò Zizou vorrebbe redimersi con il popolo francese, vuole chiudere il cerchio.

«Ecco perché non è ancora finita con i 'Bleus'. Non voglio che finisca così». 

«La nazionale francese è la cosa più bella che ci sia»

«Quando dico che un giorno vorrei prendere il comando della Nazionale francese, faccio una supposizione. Attualmente c'è una squadra con i suoi obiettivi, ma se l'opportunità arriverà in seguito, io ci sarò».

«Il mio desiderio più profondo è lì. La Nazionale francese è la cosa più bella che ci sia», ha concluso l'oggi cinquantenne Zinedine Zidane.

«Io ci sarò», come ci è stato in tante occasioni che lo hanno reso uno dei giocatori più grandi di sempre. Per Platini - e non solo - il più grande di tutti: «Nessuno sa controllare la palla e passarla con tanta delicatezza e precisione», aveva detto 'Roi Michel'.

E con tale precisione e delicatezza di movimento, quando un attaccante qualunque avrebbe sbucciato, sbuffato o sparato alto, lui, contro il Leverkusen, nel 2002, segnò. Così.