Celestini confessa Il fallimento a Sion era assicurato: «Non c'è la cultura del lavoro»

bfi

24.3.2023

Fabio Celestini
Fabio Celestini
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A quasi un mese dal suo esonero dalla panchina del Sion, Fabio Celestini si racconta al «Blick». Non ha rimpianti l'ex allenatore del Lugano: già dal suo arrivo in Vallese aveva capito che le cose non sarebbero andate bene.

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24.3.2023

L'allenatore di calcio, oggi, è sempre con la valigia in mano. Chi più, chi meno. Fabio Celestini, fa parte della prima categoria. Da quando ha lasciato la sua Losanna, al termine della stagione 2018, il 48enne ha lavorato un anno a Lugano, uno a Lucerna, poi si è concesso una pausa prima di sedere sulla panchina del Sion a fine novembre dello scorso anno. Chiamato per risollevare le sorti dei vallesani, Celestini ha invece incasellato quattro sconfitte e due pareggi. Troppi per Christian Constantin, che lo ha salutato dopo soli tre mesi. Il 28esimo negli ultimi 10 anni.

Nella prima intervista rilasciata dal suo ultimo esonero, Celestini ha detto al Blick di non essere pentito di aver accettato di guidare i vallesani. Ora non piange. 

La mancanza di «cultura del lavoro»

L'ex allenatore del Lugano ha una visione positiva. «Si impara moltissimo da una storia del genere e tutto questo mi ha reso più forte», ha detto Celestini.

Già nel ritiro di Marbella - durante la pausa per i Mondiali - il 48enne aveva capito che le cose non sarebbero andate bene con questa squadra. A Balotelli e compagni mancava la giusta mentalità. Celestini parla di una mancanza di «cultura del lavoro». Uno dei valori trasmessogli dal padre. Lui e il suo staff erano sul campo dalle sette del mattino alle sette di sera. La squadra, però, non ha seguito l'esempio.

Con Constantin gentilezze reciproche e visioni comuni

Il focoso e istrionico patron del club vallesano, a differenza di quanto fatto con altri allenatori licenziati, non ha avuto parole cattive nei confronti di Celestini. Nei confronti dei giocatori invece, è stato duro.

«Mario (Balotelli ndr.) è una brava persona, davvero. Ma ora deve finalmente dimostrare cosa può fare», aveva detto il 68enne, prendendo di mira la sua stella più luminosa: 15 partite, 5 gol per l'ex attaccante di Inter, Milan, Manchester City, Liverpool e Marsiglia con la maglia biancorossa.

Anche Celestini è pieno di elogi quando gli si chiede del suo ex datore di lavoro: «Posso immaginare di lavorare di nuovo con Constantin. Ci incontravamo per un caffè ogni venerdì, abbiamo avuto delle fantastiche conversazioni».