«È una mafia totale» Il calcio greco sta affondando negli abissi

bfi

1.3.2022

Fiori e una maglietta in ricordo di Alkis, il 19enne ucciso il 1 febbraio in uno scontro tra tifoserie avversarie a Salonicco.
Fiori e una maglietta in ricordo di Alkis, il 19enne ucciso il 1 febbraio in uno scontro tra tifoserie avversarie a Salonicco.
KEYSTONE

La morte del giovane 19enne tifoso dell'Aris FC è solo l'ultimo episodio di una lunga serie di emorragie interne che stanno uccidendo il calcio ellenico.

bfi

Il 1° febbraio, un uomo di 19 anni è stato accoltellato a morte fuori dal campo dell'Aris FC, presumibilmente da sostenitori del PAOK, che hanno in seguito condannato l'attacco. Le due squadre sono rivali della città greca di Salonicco. In seguito ai diversi arresti effettuati, il governo di Atene ha deciso la chiusura con effetto immediato di tutti i club di tifosi in tutti gli sport.

Questo fatto di sangue è solo l'ultimo episodio di una lunga serie di emorragie che affliggono il calcio ellenico.

La bomba diretta all'arbitro

Era la notte del 29 febbraio 2012, quando una bomba esplose in una panetteria nel sud della Grecia, facendo saltare le vetrine e distruggendo parte del negozio. Fortunatamente il panificio era vuoto e nessuno rimase  ferito. Ma il proprietario, Petros Konstantineas, non ebbe dubbi: era lui l'obiettivo dell'attacco. Konstantineas era arbitro nella massima serie del paese. Quando non era in campo, lo si poteva trovare nella sua panetteria di Kalamata, nella penisola del Peloponneso. Gli piaceva il suo lavoro. Lavorare la pasta era un gesto terapeutico, accogliere i clienti e servirli lo riempiva di calore umano, il mondo violento del calcio greco rimaneva fuori. Invece, quel giorno, la brutalità di quel mondo entrò nel negozio, con tutto il suo fragore, dopo la partita diretta da Konstantineas e persa dall'Olympiakos.

Il fallimento di Zagorakis

Qualcuno ricorderà il nome di Theodoros Zagorakis, uno degli eroi della Grecia di Otto Rehhagel vincitrice dell'Europeo nel 2004, che nel marzo dello scorso anno è stato eletto presidente dell'associazione calcistica del paese. L'ex calciatore aveva affermato la sua ambizione di ripulire la corruzione: un mandato durato però solo 165 giorni. Troppe le diatribe, le scorie, le lotte intestine e la mancanza di unione d'intenti all'interno del mondo del pallone ellenico. Più facile vincere sul campo che dietro la scrivania del massimo organo calcistico della Grecia, anche per un immortale come Zagorakis.

Il calcio greco è «una mafia totale»

Olivier Kapo, un ex centrocampista inglese che ha giocato per il Levadiakos in Grecia nel 2013-14, intervistato da «So Foot» ha descritto il calcio greco come «una mafia totale».

«Tutto è corrotto - ha detto Kapo - le partite vengono comprate con le scommesse sportive. Queste cose non succedono da nessun'altra parte. L'UEFA non presta attenzione alla Grecia. Alcune partite vengono giocate fino al 99esimo minuto. Il presidente ha delle guardie del corpo - pensate che sia normale?».

L'inglese ha affermato di essere stato lui stesso invitato dai truffatori ad ottenere deliberatamente un cartellino rosso nel corso di una partita. Dopo essersi rifiutato i malviventi hanno minacciato lui e la sua famiglia. Kapo decise allora di interrompere immediatamente il contratto con il suo club per poter così lasciare il paese il più presto possibile.

Il procuratore che credeva di aver fermato l'emorragia

Nel 2015 il procuratore Aristidis Korreas avviò una lunga indagine. Il suo rapporto di 173 pagine conteneva i nomi delle figure più alte e importanti del calcio greco. Sei anni dopo, nel gennaio 2021, 28 figure chiave indagate da Korreas - tra cui il presidente dell'Olympiakos e del Nottingham Forest Evangelos Marinakis, diversi arbitri e diversi membri della federazione calcistica greca - sono stati assolti da ogni accusa.

L'impotenza dell'UEFA

Nel 2016 anche l'UEFA ha inviato rappresentanti speciali in missione per ripulire il calcio greco, ma dopo quattro anni, la delegazione ha lasciato il paese senza alcun progresso visibile, nonostante la firma di un memorandum tra il presidente della Uefa Alexander Ceferin e il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis.

«Il calcio greco è un'idra con molte teste»

Intervistato dalla BBC, Georgios Antonopoulos, professore di criminologia alla Teesside University e membro dell'Iniziativa globale contro il crimine organizzato transnazionale, dice: «In Grecia, diventare presidente di una squadra di calcio non è il risultato della passione per lo sport. È solo un altro modo per consolidare il proprio potere e la propria influenza negli affari e nella politica».

«Il calcio greco è un'idra con molte teste. Se ne tagli una, ne emergono altre», ha aggiunto il professore.

La triste discesa del calcio greco

Dagli anni 2000 infatti, il calcio greco sta affondando sempre più. I tifosi allo stadio sono sempre meno - la media di spettatori della massima serie è di circa 5'000 - e molti sono i tifosi alienati da ciò che vedono. Dopo la conquista del campionato europeo nel 2004 e i mesi di euforia che ne seguirono, la qualità del gioco è andata scemando stagione dopo stagione. Nel 2003-04 c'erano tre club greci che giocavano nella fase a gironi della Champions League - due di essi erano qualificati automaticamente - mentre ora solo i campioni di Grecia sono iscritti, e devono superare due turni di qualificazione per raggiungere la fase a gironi.