Netflix Una nuova serie con Gillian Anderson

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16.1.2019

Gillian Anderson nei panni di una sessuologa e l'ex bambino-star Asa Butterfield nel ruolo di un adolescente imbarazzato. Una presentazione già particolarmente convincente, ma non è solo per questo che vale la pena di provare la serie «Sex Education».

È probabilmente utile che sappiate una cosa prima di guardare «Sex Education»: nella nuova serie «liceale» di Netflix, si vedranno spesso dei peni. Veri, finti e in primo piano. Se vi corre un brivido lungo la schiena al solo pensiero, non vale la pena di proseguire la lettura, né di immergersi nelle puntate, che sono disponibili sulla piattaforma online da venerdì 11 gennaio. «Sex Education» non ha nulla a che vedere con la saga «American Pie», nella quale di certo si parla di sesso, ma senza affrontare la questione di petto. Ancora poco conosciuta, l'autrice australiana che ha concepito la serie, Laurie Nunn, è un'attenta osservatrice che non ha paura di parlare di temi sui quali spesso non ci si dilunga.

Dei corsi di educazione sessuale remunerati

All'inizio, tuttavia, «Sex Education» fa pensare un po' alla saga che, a partire dal 1999, ha rivelato ad un'intera generazione di adolescenti che avere un rapporto con una donna è come «avere a che fare con una torta di mele calda». L'impressione è dunque quella di un «déjà vu» quando Eric (Ncuti Gatwa) spiega al suo timido amico Otis (Asa Butterfield) che i due ultimi anni del liceo ruoteranno esclusivamente attorno al sesso. Ma la vita di Otis è già troppo «sessualizzata» per i suoi gusti. Non perché lui si sia lanciato sulla cosa - è troppo bloccato anche per masturbarsi - ma perché sua madre Jean (Gillian Anderson) è sessuologa e riceve i propri pazienti a casa.

Un fatto che Otis avrebbe preferito mantenere segreto. Tuttavia, come capita spesso nella maggior parte dei film e delle serie «liceali», in breve tutta la scuola lo viene a sapere. Per l'adolescente riservato, è una catastrofe, ovviamente. Finché l'intelligente e sfrontata Maeve (Emma Mackey) non gli fa notare che potrebbe sfruttare le conoscenze acquisite involontariamente per aiutare i compagni frustrati sul piano sessuale. Facendosi pagare, ovviamente.

Uno scetticismo iniziale rapidamente superato

Se i due primi episodi di «Sex Education» appaiono lontani dall'essere convincenti - lo humor non è eccezionale e i personaggi all'inizio sono molto stereotipati, senza dimenticare una scena di vomito di massa - l'impressione è che la serie nasconda molto di più rispetto a ciò che l'autrice Laurie Nunn ci lascia intravedere per ora. «Sex Education» lo deve principalmente ai suoi attori: l'ex bambino-star Asa Butterfield («Hugo Cabret») è eccellente nel ruolo dell'adolescente imbarazzato e Emma Mackey rivela una presenza incredibile nei panni dell'anticonformista e alla moda Maeve. Per quanto riguarda poi Gillian Anderson, è sublime in ogni progetto al quale partecipa. 

L'attrice, presente in tv in modo assiduo e ancora molto richiesta («X-Files», «The Fall - Caccia al serial killer», «American Gods») non avrebbe probabilmente accettato il ruolo se la serie fosse continuata sulla falsariga delle prime puntate. Infatti, nel corso degli episodi - otto in tutto - i personaggi principali e numerosi tra quelli secondari svelano caratteristiche completamente diverse. Come la serie stessa, non a caso: ache se alcune gag sono particolarmente «osé», «Sex Education» si rivela a volte sorprendentemente sensibile. È un po' come in una terapia: il paziente deve superare lo scetticismo iniziale per far sì che essa possa funzionare.

La prima stagione di «Sex Education» è disponibile su Netflix da venerdì 11 gennaio.

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