Spettacolo Luisa Ranieri: «Niente chirurgo»

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1.12.2017 - 12:29

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(Cover) - IT Italian Stars - La chirurgia estetica? Per ora non interessa a Luisa Ranieri, che in un’intervista su F ha dichiarato sull’argomento: «Se dicessi che non mi importa niente del tempo che passa sarei una bugiarda. Cerco di avere un sano distacco: il tempo passa, ok, che dobbiamo fare? Vuol dire che ho vissuto, e che ho vissuto bene. Il chirurgo plastico? No, per ora mi piace mantenermi in forma con altri mezzi: faccio palestra, mangio sano, cerco di dormire il più possibile, non mi drogo, non fumo, non bevo, non prendo il sole, non ho mai fatto colpi di testa e penso che mai ne farò, sono una donna noiosissima. Però non mi sento di condannare chi fa altre scelte: non giudico e faccio un passo indietro».

La Ranieri, in compenso, si definisce «una secchiona da sempre con l'ansia da prestazione» e anche permalosa: «Per questo non leggo mai quello che scrivono su di me».

Per sua fortuna, non ha mai avuto problemi di invidia:

La Ranieri, di suo, non ha problemi di invidia: «Mi hanno detto alla Rai - e me lo scrivono su Instagram - che le mie fiction sono guardate soprattutto dalle donne, e questo mi rende felice. Sento che sono una di loro, non mi temono, intuiscono che sono una donna solidale e non competitiva, che non ho basato la mia vita sulla seduzione, non sono percepita come una mangiauomini. Il pubblico femminile è il più affettuoso e il più fedele, anche il più esigente. Essere tanto amata dalle donne è la cosa più bella che mi poteva capitare», ha affermato.

Attrice affermata, Luisa da piccola aveva altri progetti per sé: «Da bambina volevo farmi suora e invece mi ritrovo a fare l'attrice. Quando dall'asilo alla terza media studi dalle suore ti indottrinano in quella direzione e pensi che quella sia la tua vita. Poi ti guardi intorno, ti rendi conto che il mondo è diverso e ti viene voglia di esplorarlo. Da ragazza sognavo di fare il magistrato. A Napoli andavo al tribunale a seguire tutti i processi, ero affascinata dalla loro teatralità. Il lavoro dell'avvocato in fondo è stranamente affine a quello dell'attore».

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