Cinema Beppe Fiorello e l’esordio da regista con «Stranizza d’amuri»

Covermedia

22.3.2023 - 16:36

Giuseppe Fiorello
Giuseppe Fiorello

Nato da un fatto di cronaca, il primo film da regista dell’attore racconta una storia di violenza e soprusi ai danni di due ragazzi omosessuali nella Sicilia degli anni Ottanta.

22.3.2023 - 16:36

Giuseppe Fiorello parla del suo esordio in regia con il film «Stranizza d’amuri».

La pellicola tocca un tema scottante e racconta le vicende di Gabriele Pizzurro e Simone Segreto, che vivono un amore segreto nella Sicilia dei primi anni Ottanta. Vittime di soprusi e violenze, i due ragazzi furono trovati morti, forse uccisi da terzi o vittime di suicidio. Da questa vicenda è nata l’associazione per i diritti degli omosessuali, Arcigay.

«Io parlo di oggi e del futuro»

«Sono residui di vecchie generazioni. Io parlo di oggi e del futuro. I ragazzi siciliani sono proprio un’altra cosa, è una Sicilia fresca, di denuncia, l’arresto di Messina Denaro si deve idealmente a loro, hanno creato un mondo che ha scoperchiato tante cose», dice al Corriere della Sera Beppe Fiorello, che si sbilancia sul possibile epilogo della vicenda.

«È un film liberamente ispirato a un fatto di cronaca, nessuno ha la verità in tasca, non è un film politico ma poetico, non è investigativo o di denuncia ma di pura immaginazione: la mia. Che poggia su elementi di cronaca, in un’estate in cui due ragazzi si scontrarono in motorino e conoscendosi si amarono. C’è il contesto sociale intorno, e i Mondiali dell’82, perché ho spostato di due anni i fatti».

Una fine violenta

Secondo il regista però la fine fu violenta, ad opera di sconosciuti. «Io dico che furono uccisi perché si amavano. Erano morti prima degli spari. Quando la cattiveria ti accerchia sei già un uomo morto. Sono stati uccisi dalle scritte contro i gay sotto casa, dalla grettezza barbara, dal bullismo domestico».

Un tema ancora avvolto nell’omertà, che l’attore ha voluto sdoganare. «Perché è più complesso, quello che succede tra le pareti di casa è ciò che non conosciamo. Sono padre di due adolescenti, ho sentito un trasporto paterno per quei due ragazzi. Mi hanno detto che sono stati coraggiosi, ma è assurdo che per amarsi ci voglia coraggio. Da giovane ero timido, introverso, chiuso. Prima, non mi sarei sentito all’altezza di raccontare questa storia. Che non è trasgressiva, la trasgressione è nella normalità, è la semplicità che spiazza».

Covermedia