Una prima Giovanni Ciacci sieropositivo al «GF Vip»: «Racconterò la mia storia»

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5.8.2022 - 13:00

Giovanni Ciacci
Giovanni Ciacci

L'opinionista si è aperto sulla delicata condizione di salute nell’intervista con il settimanale «Chi»: «Sarà la prima volta che si parlerà di Hiv in un programma in prima serata».

5.8.2022 - 13:00

Alfonso Signorini ha annunciato dalle pagine dell'ultimo numero del settimanale «Chi» che Giovanni Ciacci è il primo concorrente ufficiale del prossimo «Grande Fratello Vip».

In parallelo è uscita anche l’intervista a cuore aperto del costumista che ha parlato della sua malattia. «Sono sieropositivo. Accenderò un faro su questa malattia e sarà la prima volta che si parlerà di Hiv in un programma seguitissimo di prima serata».

Per la prima volta un concorrente sieropositivo sarà parte del cast. «Conosco tanti colleghi e colleghe che in passato, anche in un passato molto recente, sono stati esclusi dai reality perché avevano l’Hiv», spiega Ciacci. 

«Mi hanno raccontato che una mia collega famosa è andata da un direttore di rete della sua azienda a dirgli di non farmi lavorare perché ero malato», aggiunge lo stylist che vuota il sacco.

«Pensa a tutte quelle persone che non lo possono fare perché hanno paura di dirlo in famiglia, al lavoro, con un compagno o una compagna. Io parlo per tutti loro. Sai, Alfonso, io sono grande e grosso, sono alto un metro e novanta e peso cento chili. A me difficilmente puoi scalfire la corazza, ma a volte sono riusciti a scalfire la mia anima», continua Ciacci.

«Negli Anni 80 la parola Hiv era sinonimo di morte»

«Negli Anni 80 la parola Hiv era sinonimo di morte. Le cure antiretrovirali non si erano ancora trovate, moriva un sacco di gente. Per chi si infettava la sieropositività era solo l’anticamera dell’Aids che lo avrebbe condotto dritto al cimitero. Oggi il tasso virale nel sangue viene annullato e non ci si ammala più di Aids. Certo, si muore ancora: chi non si può o non vuole curarsi o chi si accorge troppo tardi della sua sieropositività, magari in Aids conclamato. Ecco, in questi casi è difficile intervenire con successo sulla malattia».

Per Ciacci, il futuro è però roseo. «Se io mi tagliassi le vene di fronte a te e tu entrassi in contatto con il mio sangue non ti accadrebbe nulla, semplicemente perché nel mio sangue il virus non c'è. C'è nella mia mappatura genetica, c'è se sospendo le cure, ma se mi curo nessuno corre alcun rischio».

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