Mondi sommersiLe meraviglie inesplorate dei grandi fondali marini
DPA
21.9.2018
I segreti dei fondali marini
Angelika Brandt, responsabile del dipartimento di geologia marina all’istituto di ricerca Senckenberg, posa davanti a una vetrina espositiva con un isopode gigante (Bathynomus giganteus) preparato tra le mani. Le foto seguenti, sulle quali si possono vedere delle creature marine affascinanti, sono state scattate nell’ambito di un progetto di documentario avviato dalla WDR e la BBC.
Immagine: WDR / BBC NHU
Niente panico! E’ poco probabile che incontriate questi esseri dai denti aguzzi durante la vostra prossima sessione di immersioni. Gli Anoplogaster a vivono una profondità abitualmente inaccessibile per gli operatori video.
Immagine: WDR / BBC NHU
Per le imprese, realizzate in alto mare, le squadre hanno trascorso più di 1000 ore sott’acqua, a bordo di sommergibili. Sono riuscite a filmare immagini particolarmente illuminanti, mettendo in luce dei paesaggi e dei comportamenti che finora ci erano quasi sconosciuti.
Immagine: WDR / BBC NHU
I registi hanno per esempio incrociato il percorso di Semicossyphus reticulatus. maschi di questa specie sono considerevolmente più grossi delle femmine. Un particolare incredibile è che se le femmine raggiungono le dimensioni e un'età sufficiente, possono trasformarsi in maschi.
Immagine: WDR / BBC NHU
Altrove non possono essere ripresi. Tuttavia, Al largo della Nuova Zelanda, i grandi delfini e le pseudoorche formano delle comunità.
Immagine: WDR / BBC NHU
Molti dei grandi delfini sono conosciuti per «frizionarsi» la pelle con una mucosa di alcionacei, coralli simili a spessi cespugli. Questa sostanza ha un effetto paragonabile a quello degli antibiotici.
Immagine: WDR / BBC NHU
La seconda parte del documentario è dedicata alle «profondità illuminate». Alla vista di questi coralli, fotografati a 6000 metri di profondità, il titolo è davvero azzeccato.
Immagine: WDR / BBC NHU
La piovra Dumbo vive nelle profondità dell’oceano Pacifico, al largo della California. Se ne avete già localizzata una, saappiate che è lontana dal passare inosservata.
Immagine: WDR / BBC NHU
La paguroidea ha delle chele molto taglienti. Serve a tagliare le valve delle tridacna giganti.
Immagine: WDR / BBC NHU
Botta di adrenalina a bordo del sottomarino «Lula». Niente panico: grazie al loro metabolismo, i grandi squali possono inoltre stare per un anno senza mangiare.
Immagine: WDR / BBC NHU
La terza parte della serie di documentari si intitola «il fascino delle barriere coralline». Le barriere coralline ospitano un quarto di tutte le specie marine conosciute. E sono meravigliose…
Immagine: WDR / BBC NHU
Il pesce scorpione caccia i piccoli pesci. Perfettamente camuffato, si avvicina dolcemente alle sue prede – e le inghiotte.
Immagine: WDR / BBC NHU
I pesci-clown appartengono alle pacifiche creature che popolano le barriere coralline.
Immagine: WDR / BBC NHU
Attraverso scosse ritmiche, la seppia gigante è capace di far sprofondare la sua preda in una sorta di trance. Poveri granchi!
Immagine: WDR / BBC NHU
Le cernie devono fare attenzione a non diventare essi stessi delle prede. Perché sono molto apprezzati dagli squali delle barriere coralline.
Immagine: WDR / BBC NHU
Il verme Bobbit è un parente carnivoro del verme di terra. Uccide le sue prede attraverso il suo veleno.
Immagine: WDR / BBC NHU
Attenzione alle conseguenze del riscaldamento climatico! E’ sufficiente che la temperatura media dell’acqua aumenti di uno o due gradi per qualche settimana perché i coralli si sbianchino e muoiano. Questo fenomeno prende il nome di sbiancamento dei coralli.
Immagine: WDR / BBC NHU
Velenosa, la caravella portoghese si compone di migliaia di polipi. Il quarto episodio della serie di documentari si intitola «In alto mare».
Immagine: WDR / BBC NHU
Sono più imponenti di quelle che si possono incontrare nel Mar Baltico: le meduse si lasciano portare delle correnti, ma sanno ugualmente nuotare.
Immagine: WDR / BBC NHU
In alto mare, questi pesci hanno trovato una protezione sotto un pezzo di legno galleggiante.
Immagine: WDR / BBC NHU
Queste femmine di capodogli hanno messo in atto un sistema di salvaguardia dei piccoli con animali della stessa specie. Che progresso! Ecco un asilo nido ben organizzato.
Immagine: WDR / BBC NHU
Il quinto episodio del documentario ci porta nella «giungla sottomarina». E questa non ha nulla da invidiare alla giungla terrestre. In questo scatto, delle alghe marine si svelano in tutto il loro splendore.
Immagine: WDR / BBC NHU
Nella giungla, ciascuno lotta per sé – e per la libertà! Il Pesce Garibaldi prende il suo nome dal grande generale italiano ed è conosciuto per difendere energicamente il suo territorio.
Immagine: WDR / BBC NHU
Il quinto episodio del documentario ci porta nella «giungla sottomarina». E questa non ha niente da invidiare alla giungla terrestre. In questo scatto, alcune alghe si svelano in tutto il loro splendore.
Immagine: WDR / BBC NHU
La fotocamera non si è imbarazzata e ha immortalato diverse scene di accoppiamento sott’acqua. Qui, si possono vedere delle seppie giganti in piena.
Immagine: WDR / BBC NHU
Questo banco di ragni di mare farebbe terrore al più temerario dei sub. In realtà, restano vulnerabili per giorni.
Immagine: WDR / BBC NHU
Le foreste di mangrovie sono il loro terreno di caccia preferito: gli stomatopodi maschi possono misurare fino a 40 centimetri di lunghezza.
Immagine: WDR / BBC NHU
Immagine: WDR / BBC NHU
Qui, un granchio rosso in attesa della marea.
Immagine: WDR / BBC NHU
Poiché le loro braccia sono coperte di cellule fotosensibili, le stelle di mare sono le prime a reagire alla luce del sole primaverile. È per lei il segno che si può generare.
Immagine: WDR / BBC NHU
Questa pianta è tanto bella quanto temibile. Gli anemoni di mare divorano tutto ciò che è a portata dei loro tentacoli.
Immagine: WDR / BBC NHU
I segreti dei fondali marini
Angelika Brandt, responsabile del dipartimento di geologia marina all’istituto di ricerca Senckenberg, posa davanti a una vetrina espositiva con un isopode gigante (Bathynomus giganteus) preparato tra le mani. Le foto seguenti, sulle quali si possono vedere delle creature marine affascinanti, sono state scattate nell’ambito di un progetto di documentario avviato dalla WDR e la BBC.
Immagine: WDR / BBC NHU
Niente panico! E’ poco probabile che incontriate questi esseri dai denti aguzzi durante la vostra prossima sessione di immersioni. Gli Anoplogaster a vivono una profondità abitualmente inaccessibile per gli operatori video.
Immagine: WDR / BBC NHU
Per le imprese, realizzate in alto mare, le squadre hanno trascorso più di 1000 ore sott’acqua, a bordo di sommergibili. Sono riuscite a filmare immagini particolarmente illuminanti, mettendo in luce dei paesaggi e dei comportamenti che finora ci erano quasi sconosciuti.
Immagine: WDR / BBC NHU
I registi hanno per esempio incrociato il percorso di Semicossyphus reticulatus. maschi di questa specie sono considerevolmente più grossi delle femmine. Un particolare incredibile è che se le femmine raggiungono le dimensioni e un'età sufficiente, possono trasformarsi in maschi.
Immagine: WDR / BBC NHU
Altrove non possono essere ripresi. Tuttavia, Al largo della Nuova Zelanda, i grandi delfini e le pseudoorche formano delle comunità.
Immagine: WDR / BBC NHU
Molti dei grandi delfini sono conosciuti per «frizionarsi» la pelle con una mucosa di alcionacei, coralli simili a spessi cespugli. Questa sostanza ha un effetto paragonabile a quello degli antibiotici.
Immagine: WDR / BBC NHU
La seconda parte del documentario è dedicata alle «profondità illuminate». Alla vista di questi coralli, fotografati a 6000 metri di profondità, il titolo è davvero azzeccato.
Immagine: WDR / BBC NHU
La piovra Dumbo vive nelle profondità dell’oceano Pacifico, al largo della California. Se ne avete già localizzata una, saappiate che è lontana dal passare inosservata.
Immagine: WDR / BBC NHU
La paguroidea ha delle chele molto taglienti. Serve a tagliare le valve delle tridacna giganti.
Immagine: WDR / BBC NHU
Botta di adrenalina a bordo del sottomarino «Lula». Niente panico: grazie al loro metabolismo, i grandi squali possono inoltre stare per un anno senza mangiare.
Immagine: WDR / BBC NHU
La terza parte della serie di documentari si intitola «il fascino delle barriere coralline». Le barriere coralline ospitano un quarto di tutte le specie marine conosciute. E sono meravigliose…
Immagine: WDR / BBC NHU
Il pesce scorpione caccia i piccoli pesci. Perfettamente camuffato, si avvicina dolcemente alle sue prede – e le inghiotte.
Immagine: WDR / BBC NHU
I pesci-clown appartengono alle pacifiche creature che popolano le barriere coralline.
Immagine: WDR / BBC NHU
Attraverso scosse ritmiche, la seppia gigante è capace di far sprofondare la sua preda in una sorta di trance. Poveri granchi!
Immagine: WDR / BBC NHU
Le cernie devono fare attenzione a non diventare essi stessi delle prede. Perché sono molto apprezzati dagli squali delle barriere coralline.
Immagine: WDR / BBC NHU
Il verme Bobbit è un parente carnivoro del verme di terra. Uccide le sue prede attraverso il suo veleno.
Immagine: WDR / BBC NHU
Attenzione alle conseguenze del riscaldamento climatico! E’ sufficiente che la temperatura media dell’acqua aumenti di uno o due gradi per qualche settimana perché i coralli si sbianchino e muoiano. Questo fenomeno prende il nome di sbiancamento dei coralli.
Immagine: WDR / BBC NHU
Velenosa, la caravella portoghese si compone di migliaia di polipi. Il quarto episodio della serie di documentari si intitola «In alto mare».
Immagine: WDR / BBC NHU
Sono più imponenti di quelle che si possono incontrare nel Mar Baltico: le meduse si lasciano portare delle correnti, ma sanno ugualmente nuotare.
Immagine: WDR / BBC NHU
In alto mare, questi pesci hanno trovato una protezione sotto un pezzo di legno galleggiante.
Immagine: WDR / BBC NHU
Queste femmine di capodogli hanno messo in atto un sistema di salvaguardia dei piccoli con animali della stessa specie. Che progresso! Ecco un asilo nido ben organizzato.
Immagine: WDR / BBC NHU
Il quinto episodio del documentario ci porta nella «giungla sottomarina». E questa non ha nulla da invidiare alla giungla terrestre. In questo scatto, delle alghe marine si svelano in tutto il loro splendore.
Immagine: WDR / BBC NHU
Nella giungla, ciascuno lotta per sé – e per la libertà! Il Pesce Garibaldi prende il suo nome dal grande generale italiano ed è conosciuto per difendere energicamente il suo territorio.
Immagine: WDR / BBC NHU
Il quinto episodio del documentario ci porta nella «giungla sottomarina». E questa non ha niente da invidiare alla giungla terrestre. In questo scatto, alcune alghe si svelano in tutto il loro splendore.
Immagine: WDR / BBC NHU
La fotocamera non si è imbarazzata e ha immortalato diverse scene di accoppiamento sott’acqua. Qui, si possono vedere delle seppie giganti in piena.
Immagine: WDR / BBC NHU
Questo banco di ragni di mare farebbe terrore al più temerario dei sub. In realtà, restano vulnerabili per giorni.
Immagine: WDR / BBC NHU
Le foreste di mangrovie sono il loro terreno di caccia preferito: gli stomatopodi maschi possono misurare fino a 40 centimetri di lunghezza.
Immagine: WDR / BBC NHU
Immagine: WDR / BBC NHU
Qui, un granchio rosso in attesa della marea.
Immagine: WDR / BBC NHU
Poiché le loro braccia sono coperte di cellule fotosensibili, le stelle di mare sono le prime a reagire alla luce del sole primaverile. È per lei il segno che si può generare.
Immagine: WDR / BBC NHU
Questa pianta è tanto bella quanto temibile. Gli anemoni di mare divorano tutto ciò che è a portata dei loro tentacoli.
Immagine: WDR / BBC NHU
I grandi fondali degli oceani sono molto meno conosciuti della superficie della Luna: questa è l'opinione corrente. Anche se questo spazio vitale resta largamente inesplorato, è da tanto tempo che viene intaccato dagli effetti dell'inquinamento umano.
E' la curiosità scientifica e non la sete di avventura e di viaggio che spinge Angelika Brandt a prendere il mare, a navigare tra gli iceberg e ad avventurarsi in zone climatiche particolarmente inospitali. Ad oggi, la biologa marina dell'Istituto di ricerca Senckenberg di Francoforte sul Meno ha già partecipato alle 27 spedizioni di ricerca polare ed oceanografica. «Possiamo proteggere solo ciò che conosciamo», sostiene.
Nel suo campo di studi, i grandi fondali, c'è molto ritardo da recuperare: «Circa il 90 per cento di tutti i dati in nostro possesso si riferiscono ai fondali situati fino a 50 metri di profondità», spiega. Circa il nove per cento dei dati di ricerca riguardano i fondali situati fino a 200 metri di profondità. Tuttavia, è proprio al di là di questa soglia che cominciano i grandi fondali, che raggiungono gli 11'000 metri di profondità nella fossa delle Marianne.
I grandi fondali rappresentano più del 60 per cento della superficie terrestre
Un tempo, gli scienziati pensavano che non fosse possibile nessuna vita nel fondo degli oceani, dove l'oscurità è permanente e i rapporti di pressione sono estremi. Soltanto nel 19esimo secolo una spedizione ha permesso di smentire l'affermazione secondo la quale non esiste più vita possibile al di sotto dei 600 metri di profondità. «Si tratta di un ambiente di vita assolutamente normale per gli organismi che non comportano corpi cavi riempiti di gas», assicura Angelika Brandt.
La tazza di caffè in polistirene che i ricercatori hanno rinvenuto agganciata al loro equipaggiamento durante il prelievo di un campione a circa 4500 metri di profondità mostra le ripercussioni che può avere la pressione in alto mare. Le bolle d'aria continue nel materiale sono implose e la tazza è risalita in superficie in versione in miniatura, di due centimetri e mezzo in meno.
I grandi fondali rappresentano più del 60 per cento della superficie terrestre – in termini di superficie, si tratta dunque del più grande ecosistema terrestre. Ma è anche il più inaccessibile. Ed è per questa ragione che resta ancora largamente inesplorato. Per accedere ai grandi fondali, bisogna dispiegare un'enormità di mezzi tecnici.
«Per una spedizione di sei settimane, bisogna sborsare circa 1,5 milioni di euro solo per il viaggio in barca», spiega Angelika Brandt riguardo i costi di un viaggio di ricerca. A volte sono necessarie sei ore per portare un solo campione in superficie.
L'isopode gigante può misurare fino a 47 centimetri
Tuttavia, l'esplorazione di questo ambiente è fondamentale, come sostiene Angelika Brandt: «Per identificare le possibili ripercussioni dei nostri attacchi all'ecosistema.» Oggi, per esempio, si ritrovano materiali plastici anche a grandi profondità. L'obiettivo di queste scoperte scientifiche è dunque di dare alla politica i mezzi per intervenire. «Le nostre ricerche hanno l'obiettivo di stabilire delle zone di protezione.»
Robert Watson, presidente dell'organizzazione scientifica IPBES, la piattaforma intergovernativa sulla biodiversità, sottolinea l'importanza di proteggere gli spazi di vita nei grandi fondali e altrove nel mondo. «Dobbiamo studiare in quale misura minacciamo la loro sicurezza». Ciò vale ugualmente per gli organismi che, come gli abitanti dei grandi fondali, sono invisibili per la maggior parte della gente.
La responsabile del dipartimento di zoologia marina all'Istituto Senckenberg si interessa soprattutto di un organismo in particolare: l'isopode gigante. Contrariamente alle altre creature dei grandi fondali, generalmente piccolissime, può misurare fino a 47 centimetri. Angelika Brandt dà un'occhiata a un animale proveniente dalle collezioni dell'Istituto Senckenberg. E' conservato in un boccale in vetro.
«Non ho mai avuto la fortuna di poter studiare un isopode gigante», si rammarica. Comunque sia, ha potuto studiare dei vicini parenti della specie, anche se più piccoli, all'interno degli acquari.
Il gigante giapponese della costruzione Shimizu, volendo sfruttare l’immenso potenziale degli abissi, ha immaginato un progetto futurista, «Ocean Spiral», destinato a costruire una città sottomarina.
Immagine: Dukas/Shimizu Corporation
La costruzione prenderà la forma di un'immensa sfera trasparente di 500 metri di diametro, immersa giusto sotto la superficie del mare.
Immagine: Dukas/Shimizu Corporation
Essa ospiterà appartamenti e uffici dotati di adeguate infrastrutture.
Immagine: Dukas/Shimizu Corporation
La prima tranche di questa audace impresa dovrebbe accogliere 5000 residenti.
Immagine: Dukas/Shimizu Corporation
Contrariamente a quanto avviene normalmente in Giappone, la città sottomarina dovrebbe essere protetta contro i terremoti, i tifoni e le fluttuazioni di temperature stagionali e quotidiane.
Immagine: Dukas/Shimizu Corporation
Secondo i piani, una spirale di 15 km di lunghezza condurrà fino in fondo al mare a una profondità di quattro chilometri.
Immagine: Dukas/Shimizu Corporation
Questa grande struttura a spirale sarà utilizzata per l'approvvigionamento della città di acqua dolce e cibo.
Immagine: Dukas/Shimizu Corporation
Un generatore alimentato dalla differenza di temperatura tra l'acqua fredda delle grandi profondità e l'acqua calda in superficie fornirà elettricità.
Immagine: Dukas/Shimizu Corporation
La città sottomarina deve essere più o meno organizzata e strutturata in maniera autonoma.
Immagine: Dukas/Shimizu Corporation
La base a forma di navicella in fondo al mare deve essere utilizzata per lo stoccaggio di diossido di carbonio nocivo per l'ambiente, ed eventualmente anche per la trasformazione di CO2 in gas metano grazie ai microrganismi che ci vivono. È inoltre previsto di ricercare e sfruttare le risorse inorganiche naturalmente presenti. Si potranno ugualmente registrare le attività sismiche in condizioni uniche.
Con la sua fotografia «Cycle War», il tedesco Tobias Friedrich è stato consacrato al contempo «Underwater Photographer of the Year 2018» e vincitore della categoria «Relitti». Il suo scatto panoramico, composto da numerose singole foto, mostra delle motociclette nella stiva del cargo britannico «Thistlegorm» affondato durante la Seconda Guerra mondiale.
Immagine: Tobias Fredrich/UPY2018
Con la sua fotografia «Lovebirds», scattata al Loch Lomond, in Scozia, Grant Thomas è stato consacrato al contempo «British Underwater Photographer of the Year» e vincitore della categoria «British Waters Wide Angle».
Immagine: Grant Thomas/UPY2018
ManBd UiDive, Malesia, è stato considerato il fotografo sottomarino più promettente. Il suo scatto «Roar» ritrae dei gasteropodi marini in Indonesia.
Immagine: ManBd UiDive/UPY2018
Grazie alla sua foto «How many pike?», che mostra dei lucci a Stoney Cove, nel Leicestershire, Tony Stephenson è stato consacrato fotografo britannico più promettente.
Immagine: Tony Stephenson/UPY2018
Con questa immagine di una megattera che esce dalle acque al largo delle Isole Tonga, Greg Lecoeur, Francia, ha vinto nella categoria «Grandangolo».
Immagine: Greg Lecoeur/UPY2018
Categoria «Grandangolo»: menzione speciale per Herbert Meyrl, Germania, e la sua foto dell'ingresso di una rete di grotte nello Yucatan, in Messico.
Immagine: Herbert Meyrl/UPY2018
Renee Capazzola, Stati Uniti, è stato ricompensato nella categoria «Grandangolo» per lo scatto di un branco di squali al largo della Polinesia francese.
Immagine: Renee Capozzola/UPY2018
Con la sua foto di ippocampi al largo delle Bahamas, Shane Gross, Canada, è il vincitore della categoria «Macro».
Immagine: Shane Gross/UPY2018
Secondo, nella categoria «Macro», Songda Cai, Cina, con questa immagine di un'anguilla di mare.
Immagine: Songda Cai/UPY2018
Nella categoria «Relitti», è l'italiano Gianni Pecchiar che ha ottenuto il secondo posto con la sua foto del relitto del «Marco Polo» al largo di Rijeka, in Croazia.
Immagine: Gianni Pecchiar/UPY2018
Tobias Friedrich, Germania, ha ottenuto anche il terzo posto nella categoria «Relitti» con una foto scattata all'interno dello «Zenobia», al largo di Larnaca, Cipro.
Immagine: Tobias Friedrich/UPY2018
Pekka Tuuri, Finlandia, è stato ricompensato nella categoria «Relitti» con la foto di uno Stuka precipitato al largo della Croazia.
Immagine: Pekka Tuuri/UPY2018
Con la sua immagine «Il pescatore», l'italiano Filippo Borghi è il vincitore della categoria «Comportamento animale». Il suo scatto mostra un cormorano che pesca al largo della costa del Giappone.
Immagine: Filippo Borghi/UPY2018
Categoria «Ritratti»: la foto vincitrice è stata scattata da Tanya Houppermans, Stati Uniti. Mostra uno squalo toro in mezzo ad un banco di pesci al largo dello Stato americano della Carolina del Nord.
Immagine: Tanya Houppermans/UPY2018
Categoria «Ritratti»: menzione speciale per Robert Marc Lehmann, Germania, e per la sua foto di una lontra, una specie minacciata, nella giungla filippina.
Immagine: Robert Marc Lehmann/UPY2018
Vincitore della categoria «Bianco e nero»: Borut Furlan, Slovenia, con la sua foto di coccodrilli marini a Cuba.
Immagine: Borut Furlan/UPY2018
Primo posto nella categoria «Compact»: Simone Matucci, Nuova Zelanda, con «Dancing with the giants»: le megattere al largo di Tonga.
Immagine: Simone Matucci/UPY2018
Secondo posto nella categoria «Up and Coming» per Jacob Degee e la sua foto di un enorme squalo martello al largo delle Bahamas.
Immagine: Jacob Degee/UPY2018
Henley Spiers è il vincitore della categoria «Macro nelle acque britanniche» con la sua immagine di due bavose sul molo della città costiera di Swanage, nel sud dell'Inghilterra.
Immagine: Henley Spiers/UPY2018
Vicky Paynters è la vincitrice della categoria «Compact nelle acque britanniche» con la sua foto di una foca al largo delle isole Farne, nel nord dell'Inghilterra.
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