Diversi Il rapido ritorno della vita nel cratere dell'asteroide che sterminò i dinosauri

14.6.2018

La spiaggia nascosta alle Marietas Island (Puerto Vallarta), in Messico,
La spiaggia nascosta alle Marietas Island (Puerto Vallarta), in Messico,
Getty Images

La vita è tornata rapidamente nel luogo in cui cadde l'asteroide che provocò la scomparsa dei dinosauri circa 65,5 milioni di anni fa. A scoprirlo alcuni ricercatori.

La caduta del corpo celeste sull'attuale penisola dello Yucatan, in Messico, alla fine del periodo cretaceo, ha sterminato i tre quarti delle specie viventi sulla Terra, tra le quali i dinosauri non aviari.

Dopo il cataclisma, l'ecosistema marino non si è ripreso con la stessa velocità in tutti i luoghi del pianeta. Ci sono voluti fino a 300.000 anni nell'ovest dell'Atlantico settentrionale e nel Golfo del Messico, vicino al cratere Chicxulub, ma nettamente meno altrove. A ricordarlo è uno studio pubblicato mercoledì scorso dalla rivista Nature.

Alcuni scienziati avevano dedotto che la lentezza del ritorno della vita nei luoghi vicini al cratere potesse essere legata alla dispersione di metalli tossici nell'ambiente a causa dell'impatto, che avrebbero inquinato le acque della regione.

In tal caso, però, il ritorno alla vita all'interno del cratere sarebbe dovuto risultare ancora più lento, ha osservato Chris Lowery, dell'Istituto di geofisica dell'università del Texas, a Austin.

«La vita è tornata in modo sorprendentemente rapido»

Al contrario, «abbiamo scoperto che la vita è tornata in modo sorprendentemente rapido» sul sito, «i primi organismi marini hanno colonizzato il cratere soltanto pochi anni dopo l'impatto», ha precisato all'AFP. 

«Un ecosistema marino altamente produttivo ha potuto stabilirsi nel giro di 30.000 anni», ovvero in modo molto più veloce che in altre parti dell'oceano Atlantico.

«Ciò indica che la prossimità dell'impatto non ha ritardato il ritorno della vita» e che sono probabilmente soprattutto i naturali processi ecologici locali ad aver giocato un ruolo importante, sottolinea lo studio.

Carotaggi

Il gruppo di ricercatori ha fatto parte della spedizione 364 del Programma internazionale di scoperta degli oceani (IODP in inglese) che ha praticato nel 2016 dei carotaggi nel cratere di Chicxulub, in parte sommerso al largo dello Yucatan.

L'analisi dei sedimenti rocciosi prelevati in fondo al cratere ha permesso di scoprire dei microfossili (resti di organismi monocellulari di alghe o di plancton), e di evidenziare dei buchi lasciati da piccoli gamberetti o vermi. La vita era già tornata «due o tre anni dopo l'impatto», afferma l'università del Texas.

La caduta dell'asteroide sul Messico ha provocato la quinta estinzione di massa della specie animale. Il suo impatto sulla superficie della Terra ha liberato un'enorme energia, stimata a 5 miliardi di volte quella della bomba atomica di Hiroshima. L'esplosione ha fatto disperdere un gigantesco volume di rocce polverizzate nell'aria, che hanno reso opaca l'atmosfera terrestre, provocando un cambiamento climatico.

Una sesta estinzione di massa?

Alcuni scienziati sostengono che la Terra stia vivendo una sesta estinzione di massa, con la scomparsa rapida di numerose specie.

Il ritorno rapido alla vita dopo la cadura dell'asteroide 65,5 milioni di anni fa «è di grande interesse, poiché può aiutarci a comprendere come gli ecosistemi possano reagire di fronte all'attuale perdita di biodiversità causata dai cambiamenti climatici, dall'inquinamento, dalla pesca intensiva, ecc.», osserva Lowery.

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