Spettacolo Il principe Filippo, campione delle battute di cattivo gusto

Sibylle Peine, dpa

9.4.2018

I suoi scivoloni linguistici e i suoi fendenti verbali sono leggendari. Oggi, un libro raccoglie tutte le più grandi gaffe del principe Filippo.

La scorsa estate, il principe Filippo è andato in pensione. Una decisione senz’altro comprensibile e rispettabile a 96 anni. Ma il suo addio alla scena pubblica lascerà un vuoto, non soltanto per i fan della famiglia reale. Autoproclamatosi «esperto mondiale in inaugurazione di placche commemorative», il marito della regina d’Inghilterra è stato senza dubbio uno dei commentatori più virulenti della scena internazionale. Le parole a volte goffe e inadeguate del principe sono ormai entrate a far parte della leggenda. Che si tratti di presidenti o di capi di Stato di altri paesi, di abitanti dell’ex impero britannico o di personaggi famosi e soubrette dello show-business, sono in tanti ad esser stati presi di mira dalle parole all’arsenico dal principe, durante i suoi lunghi anni di regno.

Coloro che rimpiangono l’abbandono delle scene di Filippo possono ora rispolverare i prodigi della sua lingua feroce grazie al libro «Royally Incorrect». L’opera non solo riunisce le frasi più significative del principe Filippo, ma tenta anche, almeno in una certa misura, di fare luce sui perché del comportamento politicamente scorretto del duca di Edimburgo. Alcune delle frasi snocciolate in quest’opera sono state citate a più riprese dai media e sono oramai presenti nel linguaggio corrente; altri (e non meno gustosi) scivoloni del principe consorte sono invece ancora da scoprire.

L'origine della sua grossolanità

Spesso si tende a dimenticare che l’infanzia e l’adolescenza del principe Filippo non sono state una passeggiata. Figlio del principe Andrea di Grecia e di Danimarca e di sua moglie Alice di Battenberg, venne mandato in esilio sin dalla più tenera età. Dopo la separazione dei suoi genitori, alla madre venne fatta una diagnosi di schizofrenia. Per diversi anni, visse presso diversi parenti, poi in una struttura di accoglienza. Durante questa giovinezza difficile, secondo l’autore Rory Scarfe, il principe Filippo avrebbe imparato a costruire un muro intorno a sé per proteggersi ed evitare la sofferenza.

Questa situazione avrebbe condotto Filippo a sviluppare una certa brutalità, che lo stesso giovane principe ammette un giorno del 1942 in una lettera a un parente: «Guardandomi indietro, mi rendo conto che sono grossolano e cattivo, che faccio molte osservazioni inappropriate che feriscono la gente. Ne sono molto dispiaciuto e cerco di rettificare la situazione.» Considerate queste premesse, si comprende come sia stato difficile per il principe Filippo adattarsi alle regole di corte dopo il suo matrimonio.

«Vi battete sempre a colpi di lancia?»

Come ambasciatore del Regno Unito, Filippo è sempre stato scarsamente dotato di finezza diplomatica, anche se al suo attivo ha più di 600 viaggi attraverso il mondo. Tra le sue battute politicamente scorrette, alcune sono entrate nella leggenda, come la frase detta nel 2003 al presidente nigeriano, che aveva indossato il tradizionale abito ricamato per riceverlo con tutti gli onori: «Sembrerebbe che siate pronto per andare a letto!» Nel 2002, in visita nel Queensland in Australia, salutò un aborigeno con queste parole, oggi divenute cult: «Vi battete ancora oggi a colpi di lancia?».

Se all’estero il duca di Edimburgo non si è fatto solo una schiera di «amici», non è andata meglio in Gran Bretagna, dove restano indimenticabili certi suoi scivoloni. Un giorno, in Scozia, ha chiesto a un istruttore di scuola guida: «Ma come fate a convincere la gente dei dintorni a smettere di bere per il tempo di prendere la patente?».

La stessa famiglia del principe fa regolarmente le spese del suo pungente umorismo. Ad esempio, Filippo non ha esitato ad omaggiare con queste parole poco carine la figlia Anna, esperta cavallerizza: «Se non scorreggia e non mangia fieno, non le interessa.» Né ha avuto una miglior considerazione per l’alloggio di suo figlio Andrea, che secondo lui dormiva nella «camera di una prostituta». Il principe consorte non manca di bersagliare anche sua moglie, la regina Elisabetta, con nomignoli poco conformi al protocollo, come «mio piccolo cavolfiore» o «mia piccola salsiccia». Soprannomi che non hanno nulla di dichiaratamente romantico, ma che nondimeno rivelano il tenero amore che il principe prova per la regina. Come ha fatto notare Filippo, Elisabetta ha «tolleranza da vendere», ed è una cosa buona. Non si può certo immaginare un miglior complimento da parte di un blasfemo di siffatta specie.

La regina Elisabetta II

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