Rincaro Funzionari in piazza a Losanna per salari più alti

Almeno 3000 dipendenti dello stato e del parastato vodesi hanno manifestato oggi, martedì, a Losanna per chiedere che il rincaro sia completamente compensato con un aumento salariale.

I manifestanti, riuniti a partire dalle 16.30 davanti alla sala del Gran Consiglio, hanno poi marciato in direzione della sede del Dipartimento cantonale delle finanze. La dimostrazione è stata organizzata da tre sindacati locali, tra cui quello dei servizi pubblici (vpod/ssp).

Secondo una stima di Keystone-ATS, la mobilitazione odierna è stata almeno pari a quella della manifestazione dello scorso 23 gennaio, con almeno 3000 persone – dato fornito allora dalla polizia; i sindacati avevano stimato una folla di 4000 persone.

Anche scioperi 

Oggi è stata anche giornata di sciopero, seguito principalmente dagli insegnanti. Secondo i dati forniti dal Dipartimento cantonale dell'istruzione e della formazione professionale (DEF), circa 2100 insegnanti delle scuole dell'obbligo e postobbligatorie hanno partecipato allo sciopero, contro 1500 una settimana fa.

Una quarantina di istituti della scuola obbligatoria (su 93), ha precisato il DEF a Keystone-ATS, si sono mobilitati in vari modi: dalla voto di una risoluzione a favore delle richieste allo sciopero, parziale o totale.

Il personale del Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) di Losanna ha aderito all'agitazione, ma con poco entusiasmo: circa 250 dipendenti hanno partecipato per circa 45 minuti a un raduno sindacale a metà giornata. Si tratta di un'affluenza bassa per il più grande datore di lavoro del cantone, con oltre 9000 dipendenti.

Cosa rivendicano i sindacati?

I sindacati ritengono che l'adeguamento dei salari dell'1,4% a partire dallo scorso primo gennaio, annunciato l'8 dicembre dal Consiglio di Stato per i funzionari statali e i dipendenti del parapubblico, sia insufficiente, data un'inflazione del 3% tra ottobre 2021 e ottobre 2022.

Da parte sua, il governo vodese è irremovibile. In risposta ai sindacati che venerdì chiedevano una «rapida apertura» dei negoziati, il Consiglio di Stato ha indicato ieri sera che non intende tornare sui suoi passi.

ns, ats