Giustizia Espulsa dopo tentato omicidio, lascia quattro figli in Svizzera

aula, ats

20.1.2022 - 12:00

Il Tribunale federale (TF) ha respinto il ricorso di una donna tedesca condannata a quattro anni di reclusione per il tentato omicidio del suo compagno. Oltre alla sentenza, la donna – madre di quattro bambini la cui custodia le è stata tolta – contestava pure l'espulsione dalla Svizzera.

Il Tribunale federale di Losanna (foto d'archivio)
Il Tribunale federale di Losanna (foto d'archivio)
KEYSTONE/LAURENT GILLIERON

20.1.2022 - 12:00

La ricorrente, oggi 29enne, ha pugnalato il compagno alla gola nell'aprile 2019. La coppia, sotto l'influenza di alcool e droghe, stava litigando per uno spinello. L'uomo, gravemente ferito, è stato ricoverato per una settimana in ospedale.

La giustizia vodese ha ritenuto che il gesto andava punito con una pena detentiva di otto anni. Visto il ritardo mentale dell'imputata, che ha avuto serie difficoltà di adattamento fin dall'infanzia – era stata messa sotto tutela e non aveva completato gli studi né intrapreso un lavoro – la pena è stata ridotta a quattro anni.

In una sentenza pubblicata oggi, l'Alta Corte respinge uno ad uno gli argomenti della ricorrente. La condanna e, in questo contesto, la valutazione della riduzione di responsabilità da parte del tribunale vodese non sono criticabili, secondo il TF.

Schiacciante responsabilità

I giudici hanno considerato che la responsabilità della donna sarebbe «schiacciante» se fosse in pieno possesso delle sue facoltà. Le circostanze attenuanti – le scuse e il trattamento psichiatrico – inoltre sono compensante da elementi a suo carico, come l'uso di droga e un atteggiamento egoista e aggressivo.

Per quanto riguarda l'espulsione, la Corte penale condivide l'analisi del Tribunale cantonale vodese. La ricorrente ha effettivamente trascorso metà della vita in Svizzera, ma non si è mani integrata né socialmente né professionalmente. Inoltre non ha la custodia dei figli. In queste circostanze, l'espulsione verso la Germania è ammissibile visto che potrà rimanere in contatto con i suoi genitori e i suoi figli ed essere curata.

(Sentenza 6B_1035/2021 del 16 dicembre 2021)

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