VotazioniMultinazionali e fabbriche di armi: i lettori vogliono regole più stringenti
Di Tobias Bühlmann
17.11.2020
La maggioranza dei lettori di «blue News» è favorevole all’iniziativa per multinazionali responsabili. Poco più della metà dei lettori sostiene anche il divieto di finanziare i produttori di armi.
Alla fine del mese, in Svizzera sono previste importanti votazioni: i cittadini si pronunceranno sull’iniziativa per multinazionali responsabili e sul divieto di finanziamento ai produttori di materiale bellico. Se venissero adottati, entrambi i temi federali porterebbero grossi cambiamenti per le aziende in questione. In collaborazione con l’università di Zurigo, «blue News» ha dunque chiesto ai suoi lettori cosa ne pensassero.
I due temi hanno ricevuto un’accoglienza piuttosto favorevole presso i partecipanti. Va precisato che, a causa del metodo di indagine, i risultati non sono rappresentativi; tuttavia mostrano chiaramente chi accetta e chi respinge le iniziative. La metodologia impiegata viene descritta in dettaglio nel box più in basso.
Soltanto lo 0,8% di indecisi riguardo l’IMR
Tra gli intervistati a proposito delle loro intenzioni di voto, il 49,6% dei partecipanti è favorevole all’iniziativa per multinazionali responsabili (IMR), mentre il 7,9% si considera piuttosto favorevole. Soltanto un terzo dei partecipanti (33,6%) vi si oppone, mentre l’8,1% è abbastanza contrario. Si può notare che soltanto lo 0,8% delle persone intervistate non sa ancora come voterà.
Per quanto concerne l’iniziativa per il divieto al finanziamento dei produttori di materiale bellico, il quadro che emerge è meno chiaro: il 52,3% delle persone intervistate è favorevole o piuttosto favorevole, mentre il 46,2% è contrario o piuttosto contrario. Ma anche in questo caso, soltanto l’1,8% dei partecipanti dichiara di non avere opinioni. I due temi federali sono molto ben accolti a sinistra e altrettanto fortemente respinti a destra.
Nell'ambito del sondaggio sull'iniziativa per multinazionali responsabili, abbiamo anche chiesto ai partecipanti quale fosse il loro datore di lavoro. Emerge in questo caso che soltanto le persone che lavorano in grandi aziende intendono votare in maggioranza contro l’iniziativa. Tra gli impiegati delle piccole e medie imprese e delle aziende semi pubbliche, la tendenza è un relativo equilibrio, mentre gli impiegati del settore pubblico o di organizzazioni non a fini di lucro sono aperti a quest’idea.
Metodo di indagine
L’indagine è stata realizzata tra il 26 ottobre e il 1 novembre 2020 su bluewin.ch. In totale vi hanno partecipato 3685 persone. Anche se i risultati non sono rappresentativi della popolazione svizzera, sono stati ponderati in funzione di variabili politiche e sociodemografiche. Le analisi sono state effettuate dal professor Oliver Strijbis e Maxime Walder dell’istituto di scienze politiche dell’Università di Zurigo.
Chi è stato nell’esercito è piuttosto favorevole al finanziamento delle industrie belliche
Oltre al settore di lavoro, abbiamo anche chiesto ai partecipanti quale fosse la loro esperienza militare. Tenendo in conto tale fattore in merito alle risposte sul divieto di finanziamento ai produttori di materiale bellico, si osserva che coloro che hanno proseguito una carriera nell’esercito sono più propensi a respingere l’iniziativa; più dei due terzi infatti (68,3%) ha risposto no o tendenzialmente no. Anche coloro che non hanno superato il grado di soldato tendono a respingere il tema federale, pur se meno chiaramente. Invece, l'iniziativa riceve un largo sostegno da parte di coloro che non hanno effettuato il servizio militare. Circa i due terzi di essi (66,1%) ha intenzione di votare sì.
L’esperienza dimostra che con questi temi federali, anche un chiaro vantaggio nei sondaggi non si traduce necessariamente in un «Sì» alle urne. È dunque assolutamente possibile che malgrado delle simpatie chiaramente identificabili per le due iniziative, una maggioranza finisca per votare «No».