Affitti Sale il tasso di riferimento, gli affitti saranno più cari. In autunno atteso un altro rialzo

olpe, ats

1.6.2023 - 11:49

Martin Tschirren, direttore dell'UFAB, durante la conferenza stampa a Berna
Martin Tschirren, direttore dell'UFAB, durante la conferenza stampa a Berna
Keystone

Il tasso d'interesse di riferimento per i contratti locativi in Svizzera è stato aumentato di 0,25 punti percentuali. Si apre così la strada a un incremento degli affitti. Un altro +0,25 punti percentuali «è previsto per il prossimo inverno o per il 2024», ha detto Martin Tschirren, direttore dell'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB) davanti ai media a Berna.

1.6.2023 - 11:49

Il tasso d'interesse di riferimento applicabile ai contratti di locazione è salito all'1,5%, rispetto all'1,25%, ha annunciato oggi l'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB). L'indicatore si basa sul tasso d'interesse medio ponderato per le ipoteche in Svizzera, calcolato ogni trimestre.

Quando è stato introdotto nel 2008 era del 3,5%. Da allora è sceso costantemente fino a raggiungere l'1,25% da marzo 2020.

Aumenterà l'affitto

«Di conseguenza, i locatori hanno in linea di principio (...) il diritto di aumentare l'affitto di circa il 3%, a condizione che il canone attuale sia basato sul vecchio tasso di riferimento dell'1,25%», ha spiegato l'UFAB.

Se l'affitto si basa su un vecchio tasso più alto di quello attuale, si ha diritto a una riduzione.

Per un affitto di 2000.- franchi se ne pagheranno 60.- in più

Se il tasso viene aumentato, può essere aumentato solo l'affitto netto (escluse le spese di riscaldamento e le spese non incluse nel contratto di locazione). In concreto, un aumento del tasso di interesse di riferimento dall'1,25% all'1,5% comporta un incremento del canone di locazione del 3% (esclusi altri fattori di costo).

Un affitto mensile di 2'000 franchi può quindi, in linea di principio, essere aumentato di 60 franchi, con un costo aggiuntivo di 720 franchi in un anno. Ci sono poi altri fattori che possono portare a un adeguamento dell'affitto: l'aumento dell'indice dei prezzi al consumo e l'aumento generale dei costi (il 40% del rincaro dall'ultimo adeguamento può essere trasferito sull'affitto).

In inverno il tasso salirà ancora

«È relativamente probabile che il prossimo inverno venga fatto un ulteriore passo avanti, ma è difficile dire con esattezza quando», ha dichiarato poi Tschirren davanti ai media a Berna.

Le banche ritengono che il tasso di riferimento potrebbe salire al 2% entro il 2025, «ma siamo cauti nel fare previsioni di questo tipo», ha aggiunto.

Le previsioni sono complesse per una serie di fattori, come i tassi di riferimento della BNS e il comportamento del mercato ipotecario.

Il fatto che l'aumento dei tassi annunciato oggi (dall'1,25% all'1,5%) sia il primo dal 2008 rende inoltre difficile misurare l'impatto che avrà sugli affitti, ha dichiarato l'UFAB.

Metà degli inquilini interessati

Un aumento di un quarto di punto del tasso di riferimento autorizza il locatore a chiedere un aumento dell'affitto del 3%, a condizione che l'affitto attuale sia basato sul vecchio tasso di riferimento dell'1,25%.

«Questa condizione dovrebbe applicarsi a circa la metà dei contratti di locazione», ha dichiarato l'UFAB. Per l'altra metà, non dovrebbe esserci alcun aumento.

Se l'affitto si basa su un vecchio tasso più alto di quello attuale, invece, si ha diritto a una riduzione. Oltre il 60% dei residenti in Svizzera sono inquilini, una percentuale molto alta rispetto agli standard internazionali.

Una volta notificato l'aumento dell'affitto, gli inquilini hanno 30 giorni di tempo per opporsi. L'Ufficio federale delle abitazioni li invita a informarsi sui loro diritti sul sito web dell'UFAB e, se necessario, a rivolgersi all'autorità di conciliazione per le locazioni e gli affitti.

L'incertezza rimane

L'UFAB insiste sul fatto che «non ci sarà un aumento generale degli affitti. Se avete firmato un contratto di locazione cinque anni fa con un tasso di riferimento del 2,25%, potete stare tranquilli», ha spiegato.

L'incertezza però rimane. «Non sappiamo come reagiranno i proprietari. Ma c'è da aspettarsi che quelli che hanno concesso riduzioni in passato procedano con aumenti», ha osservato l'UFAB.

olpe, ats