Migrazioni L'infrastruttura può sopportare l'immigrazione, secondo il presidente del PS Wermuth

mp, ats

29.11.2024 - 08:48

Il co-presidente del PS Cedric Wermuth
Il co-presidente del PS Cedric Wermuth
Keystone

Le infrastrutture della Svizzera sono abbastanza solide per assorbire l'immigrazione, secondo il co-presidente del PS Cédric Wermuth. «Dodici milioni di persone in Svizzera? Non lo voglio, ma è fattibile», ha dichiarato ai quotidiani in lingua tedesca di Tamedia.

Il consigliere nazionale argoviese ha sottolineato il benessere portato dall'immigrazione. Se ci si attenesse ai partiti di destra, la Svizzera si trasformerebbe in una «Singapore delle Alpi», con «tasse basse e praticamente nessuna regola sociale, di uguaglianza o ecologica per le imprese», ha affermato.

Wermuth ha detto che sosterrà l'accordo attualmente in fase di negoziazione con l'Unione Europea (UE), se sarà accettabile nel suo complesso. «È essenziale che i servizi pubblici e i salari siano sufficientemente protetti». Ma le associazioni imprenditoriali, i datori di lavoro e i partiti di destra stanno cercando «di imporre il loro programma di liberalizzazione», avverte.

Anche alcuni attori politici si stanno adoperando per far fallire l'accordo e mostrano scarsa disponibilità a negoziare seriamente, ha aggiunto. «Dobbiamo difendere l'idea di Europa», in particolare per quanto riguarda le attuali sfide della politica di sicurezza.

Negoziati da completare entro il 2024

I negoziati tra la Svizzera e l'UE sono a buon punto nella maggior parte dei settori, secondo quanto dichiarato mercoledì a Berna dal ministro degli Esteri Ignazio Cassis e dal vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic. Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), l'obiettivo è concludere le discussioni «idealmente» entro la fine dell'anno.

Dall'estate sono stati compiuti progressi concreti su programmi di ricerca europei, come Orizzonte Europa. La libera circolazione delle persone, invece, ha dato luogo a discussioni più difficili.

I negoziati sono stati avviati a marzo a Bruxelles dalla presidente della Confederazione, Viola Amherd, e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Da allora, i principali negoziatori hanno tenuto più di 170 riunioni.

mp, ats