Epidemia Mascherine a sufficienza. Koch: «Chi ha sintomi influenzali faccia il test»

ATS

11.5.2020 - 16:00

Daniel Koch è soddisfatto dello sviluppo della curva dei contagi e del comportamento degli svizzeri.
Daniel Koch è soddisfatto dello sviluppo della curva dei contagi e del comportamento degli svizzeri.
Source: KEYSTONE/PETER SCHNEIDER

Nella fase attuale è importante che le persone con normali sintomi influenzali si sottopongano al test per il coronavirus. Lo ha affermato nell'odierno incontro con la stampa Daniel Koch, delegato dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) per il Covid-19.

Il tampone viene fatto a sempre più persone e i positivi sono sempre meno, ha detto Koch ai media riuniti a Berna. «La tendenza è molto positiva, la curva si sta nettamente appiattendo», ha aggiunto commentando i recenti dati relativi all'epidemia. Questo permette di tracciare con più facilità ogni singolo caso di contagio.

Fiducia negli svizzeri

Insieme al numero di nuove infezioni quotidiane e a quello dei decessi, anche quello dei pazienti in terapia intensiva è in diminuzione. Koch ha ribadito i complimenti alla popolazione, lodandone l'atteggiamento e mostrandosi ottimista, pur non addentrandosi in pronostici, per il futuro: «Sono assolutamente convinto che la maggior parte dei cittadini sappia come comportarsi».

Anche gli appartenenti alle categorie a rischio possono ora muoversi con più libertà, ha messo in evidenza Koch. Non devono comunque dimenticare di prestare attenzione e seguire le regole in vigore.

Inoltre, dovrebbero evitare gli spostamenti durante le ore di punta e affidarsi a parenti o conoscenti per la spesa. Secondo l'UFSP, a seconda della situazione, le visite nelle case di riposo andrebbero rese nuovamente possibili.

Frontiere: respinti in 68'000, 1635 multati

Da parte sua, il direttore dell'Amministrazione federale delle dogane (AFD) Christian Bock si è espresso sui controlli alle frontiere, snocciolando una serie di dati. I valichi chiusi sono stati circa 130 – di cui una ventina ora riaperti – e a 68'000 persone è stata vietata l'entrata nel Paese. Le multe appioppate a «turisti dello shopping» sono state 1635.

Bock ha predicato calma riguardo al ritorno alla normalità al confine, pur comprendendo i bisogni dell'economia. In ogni caso, la riapertura delle frontiere non è una decisione che spetta solo alla Svizzera, ha sottolineato il capo dell'AFD, bensì è necessario un approccio coordinato con le altre nazioni. I controlli non vanno più eseguiti sistematicamente su ogni persona, pur se tale possibilità rimane.

Ricongiungimento familiare di nuovo possibile

Si allentano invece le norme per quanto concerne il ricongiungimento familiare con Stati dell'Unione europea e dell'Associazione europea di libero scambio.

Ora è di nuovo possibile, stando alle parole di Cornelia Lüthy, vicedirettrice della Segreteria di Stato della migrazione (SEM). Anche in altri casi si può di nuovo entrare nella Confederazione, per esempio se si ha un contratto di lavoro firmato prima del 25 marzo, ha dichiarato Lüthy.

Se una squadra si allena, niente lavoro ridotto

Boris Zürcher, responsabile della divisione lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), ha aggiornato le cifre relative al lavoro ridotto, giudicandole in stabilizzazione ultimamente. Le richieste pervenute riguardano 1'868'000 lavoratori e sono giunte da 185'000 imprese. Tuttavia non è ancora chiaro quante ore siano andate effettivamente perse. I disoccupati annunciati ammontano invece a 159'000.

Zürcher ha precisato che, a determinate condizioni, i ristoranti che riaprono in questi giorni possono ancora beneficiare del lavoro ridotto. Ciò si applica se il rispetto della distanza sociale comporta una riduzione del personale sul posto di lavoro. Per quel che concerne lo sport professionistico di squadra, come il calcio o l'hockey su ghiaccio, una richiesta può essere inoltrata solo se non si svolgessero gli allenamenti. Le partite sono invece irrilevanti.

Riserve di mascherine sufficienti

Markus Näf, brigadiere e coordinatore degli acquisti per il Dipartimento federale della difesa (DDPS), ha dal canto suo puntualizzato che la Svizzera può contare su un numero sufficiente di mascherine. Lo stesso discorso vale per le apparecchiature mediche.

L'approvvigionamento continua, ma già ora Confederazione e Cantoni hanno in stock oltre 100'000 di maschere protettive. «C'è sempre stato abbastanza materiale, le scorte non si sono mai esaurite», ha fatto notare Näf.

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