Votazioni federali Iniziativa burqa: per la stampa è «l'ennesima vessazione» per i mussulmani

ats

8.3.2021 - 08:43

La Neue Zürcher Zeitung sottolinea l'alto livello di approvazione della cosiddetta iniziativa anti-burqa (nell'immagine le due donne propriamente indossano un niqab) nella Svizzera romanda. «Si trattava di mandare un segnale contro l'Islam radicale», sostiene la NZZ.
La Neue Zürcher Zeitung sottolinea l'alto livello di approvazione della cosiddetta iniziativa anti-burqa (nell'immagine le due donne propriamente indossano un niqab) nella Svizzera romanda. «Si trattava di mandare un segnale contro l'Islam radicale», sostiene la NZZ.
Keystone

Un segnale sbagliato: è quanto si legge oggi negli editoriali di vari media svizzeri sull'adozione del divieto di dissimulazione del viso accolto ieri da popolo e Cantoni.

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Il Tages-Anzeiger osserva che l'iniziativa contro il velo integrale ha oscurato questioni importanti relative ai comportamenti nei confronti dei musulmani in Svizzera e che è ora di aprire un nuovo dibattito sull'Islam. Per il giornale, ad esempio, è necessario riflettere su «come vogliamo lavorare con le circa 200 comunità islamiche in Svizzera e garantire che si basino sui fondamenti della nostra costituzione e possano difendersi dalle influenze radicali». Anche la questione dei predicatori deve essere affrontata.

La Neue Zürcher Zeitung (NZZ) sottolinea l'alto livello di approvazione nella Svizzera romanda, dove in passato le iniziative borghesi hanno faticato a raccogliere consensi. «Si trattava di mandare un segnale contro l'Islam radicale», sostiene la NZZ. Il quotidiano non crede che la violenza antimusulmana aumenterà a seguito del voto, come teme il portavoce della Federazione delle organizzazioni islamiche in Svizzera.

Per il Blick, il divieto del velo integrale è solo un atto simbolico che non avrà alcun impatto sulla vita quotidiana. Il giornale vede dell'ironia nel fatto che il popolo abbia accettato questo testo in un momento in cui «andiamo tutti in giro con delle maschere».

L'alleanza contro natura ha pagato

Anche in Romandia il tono degli editoriali è lo stesso. Il Quotidien jurassien e il 24 heures ricordano che, nascosto dietro il comitato di Egerkingen, è stato l'UDC a vincere dividendo i partiti, i musulmani e i femministi. il quotidiano vodese invita ora il più grande partito della Svizzera a condurre il ballo su temi «che riguardano la maggioranza degli abitanti», come la fiscalità, la crisi sanitaria e la ripresa economica.

Le Courrier sottolinea che, con la scusa di difendere i diritti delle donne, l'obiettivo era quello di far regnare ancora una volta «un discreto odore islamofobo». Il quotidiano ammette che «la strategia populista ha dato i suoi frutti».

«L'islam ridotto a meri cliché»

«La Svizzera vuole essere liberale, aperta e tollerante. Ma grazie a un'alleanza contro natura tra gli xenofobi opposti al multiculturalismo e certe femministe che reagiscono emotivamente a segni esterni di oppressione, ha adottato un messaggio stigmatizzante per la comunità musulmana», scrivono La Liberté (friburghese) e le Nouvelliste (vallesano).

Le Temps sottolinea che se la consigliera federale Karin Keller-Sutter, che a lungo ha creduto in un successo impossibile, si fosse impegnata più rapidamente, avrebbe potuto cambiare il destino della votazione .

Il neocastellano Arcinfo sottolinea pure che, sebbene il testo adottato ieri non cambierà molto nella vita quotidiana della maggior parte delle persone, «la campagna sarà ricordata come l'ennesima vessazione» per i musulmani in Svizzera. Senza cadere nell'ingenuità, il giornale invita a «rendere la nostra società più inclusiva, smettendo di ridurre l'Islam a meri cliché».