Con una conferenza stampa è stato dato il via oggi a Berna alla fase di test per la scelta del nuovo aereo da combattimento delle Forze aeree svizzere. I voli di prova inizieranno questa settimana dall'aerodromo di Payerne (VD).
Lo scopo delle prove è quello di verificare il funzionamento dei velivoli in territorio elvetico, inclusa la compatibilità con i sistemi svizzeri e il grado di maturità dell'aereo. Si farà tuttavia attenzione anche agli interessi dei cittadini, attraverso la misurazione del rumore provocato.
«Con questa fase di prova riusciremo a confrontare i velivoli in condizioni di partenza identiche. Si tratta di trovare il velivolo ideale per la Svizzera, che sia interessante sia da un punto di vista delle prestazioni che da quello economico», ha spiegato il Dr. Christian Catrina, delegato della responsabile del Dipartimento della difesa (DDPS) per il rinnovo dei mezzi per la protezione della spazio aereo.
Attenzione viene data quindi in particolare a quale aereo sia più interessante dal punto di vista svizzero. «Non sarà scelto l'aereo migliore in valori assoluti, ma piuttosto il più adatto alla Svizzera», ha aggiunto Catrina. «Ad oggi, tutti i candidati hanno le stesse possibilità di successo».
I cinque jet da combattimento ad essere valutati saranno l'Eurofighter della Airbus (Germania), l'F/A-18 Super Hornet della Boeing (Stati Uniti), il Rafale della Dassault (Francia), l'F-35A della Lockheed Martin (Stati Uniti) e il Gripen E della Saab (Svezia).
I test – sensibilmente diversi da quelli effettuati per la scelta del Gripen, poi bocciata dal popolo alle urne nel 2014 – consisteranno in otto missioni, alcune diurne e altre notturne. Fra queste, sette avranno compiti definiti con precisione dalla squadra di valutazione, con cinque voli operativi e due dedicati invece alle questioni più tecniche. Un ultimo volo sarà infine dedicato a caratteristiche di prestazione particolari.
Scopi e tempistiche
L'aereo selezionato dovrà assolvere i compiti delle forze aeree, come l'impedimento della supremazia aerea di un eventuale nemico, l'appoggio di truppe di terra o la ricognizione aerea, ha spiegato il Colonnello SMG Peter Merz, capo sotto-progetto per il nuovo aereo da combattimento.
«Per raggiungere questi scopi serve un rinnovamento della flotta», ha aggiunto. «Il nuovo jet sgraverà gradualmente gli attuali F/A-18 a disposizione». Opzioni alternative ad un nuovo aereo da combattimento, come quella dell'utilizzo di droni, «sono state escluse, poiché non adatte a raggiungere gli scopi previsti nella difesa aerea».
Il capoprogetto Darko Savic, di armasuisse, è dal canto suo entrato nei dettagli delle tempistiche: la fase di test avrà luogo fino a giugno e sarà seguita da relazioni specialistiche e da una seconda richiesta di offerta ai candidati. Vi sarà poi una fase di trattative nella prima metà del 2020, un valutazione e infine la scelta da parte del Consiglio federale che dovrebbe avvenire fra la fine del 2020 e l'inizio del 2021.
Come noto, per il programma Air2030 proposto dal governo, che oltre all'aereo da combattimento contiene anche un sistema di difesa terra-aria, è prevista una spesa totale di 8 miliardi di franchi. Il progetto era stato promosso dall'ex ministro della difesa Guy Parmelin.
Una variante da non sottovalutare in tutta questa procedura è l'incarico affidato all'ex astronauta e pilota militare Claude Nicollier dall'attuale ministra della difesa Viola Amherd. Il noto esperto dovrà analizzare l'acquisto dei mezzi necessari per la protezione della popolazione contro le minacce aeree.
Interrogato sulla questione, il Dr. Christian Catrina ha affermato che Nicollier potrebbe avere potenzialmente una grande influenza sull'evoluzione della situazione, ma anche di essere sicuro che il suo punto di vista non sarà molto diverso da quello emerso grazie alle analisi fatte fino ad ora.
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