Pandemia Covid: cifre dei vaccinati incoraggianti, ma i contagi sono ancora troppo elevati

cp, ats

19.1.2021 - 15:45

Sono circa 110 mila le persone vaccinate finora contro il coronavirus in Svizzera.
Sono circa 110 mila le persone vaccinate finora contro il coronavirus in Svizzera.
Keystone

Le cifre riguardanti la pandemia sono incoraggianti, ma i numeri sono ancora troppo elevati per cantare vittoria. Lo ha affermato oggi Virginie Masserey dell'Ufficio federale della sanità pubblica. Finora circa 110 mila persone sono state vaccinate in Svizzera.

A tale riguardo Nora Kronig, vicedirettrice dell'UFSP e responsabile dei contatti internazionali, ha precisato che si tratta di cifre ancora provvisorie e che si sta lavorando con i Cantoni affinché si possano nei prossimi giorni ottenere numeri certi.

In merito ai vaccini, nonostante le restrizioni nelle forniture annunciate da Pfizer ("si tratta di un rallentamento, non di uno stop, che tocca tutti i Paesi") a causa di problemi in uno stabilimento, la Svizzera dovrebbe ricevere le dosi promesse. Per febbraio sono previste un milione di dosi, che si aggiungono al mezzo milione di gennaio. Ieri, tuttavia, la Svizzera ha ricevuto poco più della metà delle dosi previste, ha aggiunto Kronig.

Variante inglese, stare all'erta

Per quanto attiene alla situazione pandemica, Virginie Masserey ha sottolineato che il numero di decessi e di nuove infezioni sono al ribasso, ma ancora ad un livello troppo elevato. Il tasso di riproduzione globale si è attestato allo 0,8%, con tuttavia differenze regionali: 13 Cantoni hanno un tasso che oscilla attorno all'1%.

A preoccupare, ha sottolineato, sono le nuove mutazioni del virus (388 casi), specie quella britannica (243 del totale) e sudafricana (molto meno presente). La percentuale delle variante britannica è al 4%, ma si tratta di una situazione che risale a una decina di giorni fa: al momento dovrebbe attestarsi al 10%, ha puntualizzato.

Poiché il virus britannico è da 50 a 70 volte più contagioso, è importante eseguire un maggior numero di analisi di laboratorio per determinare la natura e adottare rapidamente misure restrittive spezzando in questo modo le catene di riproduzione. Si tratta, insomma, di guadagnare tempo anche per proseguire con le vaccinazioni sui soggetti a rischio, evitando così ulteriori infezioni e ricoveri.

Massery ha poi sottolineato che, al momento, non sono pervenute segnalazioni di problemi particolari legati alla somministrazione dei vaccini. Gli effetti indesiderati vanno comunque segnalati.

Nessun provvedimento alle frontiere

Per quanto riguarda ulteriori provvedimenti restrittivi, l'UFSP sta valutando se ridurre gli arrivi da altri Paesi, ma al momento non sono previsti inasprimenti alle frontiere con gli Stati vicini, come chiesto per esempio dal Ticino.

Stando a Nora kronig, a livello di Stati Schengen non sono in corso discussioni simili, anche se un Paese è pur sempre libero di chiedere un test negativo a una soggetto che volesse varcare la frontiera.

Non è una gara tra Cantoni

Rudolf Hauri, medico cantonale di Zugo e presidente dell'omonima associazione nazionale, ha sottolineato che a livello di vaccinazioni vi sono ancora differenze tra Cantoni, ma che nelle prossime settimane il ritmo nell'amministrazione del vaccino dovrebbe equilibrarsi. Hauri ha sottolineato che non si tratta di una gara tra Cantoni a chi vaccina di più.

In merito all'evoluzione epidemiologica, stando ai numeri di può affermare che la popolazione si è comportata bene durante i giorni festivi (la temuta fiammata non c'è stata), ma che non bisogna mollare, specie alla luce della mutazioni del virus, molto più contagiose.

Fare più test

Per quanto attiene alle scuole, stando a Hauri le mutazioni del virus rappresentano una grossa sfida per i Cantoni. Sempre più istituti devono essere chiusi e gli allievi messi in quarantena, come accaduto in Ticino ma anche a Zugo. Alla luce di tutto ciò, a suo parere andrebbero eseguiti molti più test, anche sugli asintomatici.

Virginie Masserey ha aggiunto che l'UFSP sta esaminando la situazione. Oltre alle direttive in fatto di igiene, distanziamento e uso della mascherina, si potrebbe pensare a ridurre la densità degli scolari nelle classi.

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