Fine misure anti Covid Il CDS: «responsabilità dei cantoni», Usam contenta, Travail.Suisse perplessa 

ev, ats

30.3.2022 - 16:43

Di fronte alla decisione odierna del Consiglio federale di levare le ultime misure contro il Covid, la Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS) sottolinea che nonostante l'alto numero di casi, il rischio di un sovraccarico generale del sistema sanitario è basso. L'Unione svizzera delle arti e mestieri (usam) si rallegra della decisione del Governo. Travail.Suisse: «Che padronato sia pragmatico».

Mascherina addio sui mezzi pubblici... 
Mascherina addio sui mezzi pubblici... 
KEYSTONE/DPA/MARIJAN MURAT

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«Possiamo quindi osare il passaggio dalla situazione particolare alla situazione normale e con la revoca delle misure a livello federale», ha indicato a Keystone-ATS.

Inoltre, i Cantoni rimangono incaricati per la gestione della crisi con il ritorno alla normalità. In particolare, devono continuare a garantire un'ampia capacità di screening e l'accesso alle vaccinazioni. Devono anche essere in grado puntualmente di aumentare la capacità di trattamento dei pazienti Covid.

La CDS invita anche le aziende a fare la loro parte. In particolare, raccomanda di mostrasi «concilianti e di non richiedere un certificato medico dopo tre giorni». La Conferenza dei direttori cantonali ritiene inoltre che l'obbligo di indossare una mascherina negli ospedali e nelle case di riposo debba essere mantenuto dai Cantoni o dalle istituzioni stesse.

La Confederazione continua ad avere la responsabilità principale del monitoraggio del Covid-19 e dei sistemi di segnalazione, dell'acquisizione dei vaccini, delle raccomandazioni di vaccinazione e della regolamentazione del finanziamento delle vaccinazioni, precisa la CDS.

Usam soddisfatta

L'Unione svizzera delle arti e mestieri (usam) si rallegra per il ritorno alla normalità, con l'abbandono delle ultime misure anti-Covid-19 deciso oggi dal governo. Considera che la pressione delle associazioni economiche abbia funzionato.

«L'economia e la società hanno assolutamente bisogno di questo passo verso la normalità», scrive l'usam in una reazione, invitando i datori di lavoro a continuare a prendersi cura della salute dei loro dipendenti nel modo più completo possibile, nel rispetto del diritto del lavoro ordinario. Misure come l'igiene delle mani e il rispetto delle distanze rimangono importanti e permettono di contrastare un nuovo deterioramento della situazione.

L'usam, che fa gli interessi delle piccole e medie imprese, presterà approfondita attenzione alla procedura di consultazione sulla strategia della fase di transizione, che dovrebbe concludersi nella primavera del 2023. Si impongono flessibilità e proporzionalità, scrive l'organizzazione economica.

Travail.Suisse, padronato sia pragmatico

Per l'organizzazione sindacale Travail.Suisse, le considerazioni del Consiglio federale, che ha oggi deciso di abolire tutte le misure anti-Covid-19, sono comprensibili. «Tuttavia, avremmo potuto immaginare che l'obbligo di indossare una mascherina e l'obbligo di porsi in isolamento (in caso di malattia) sarebbero stati estesi», ha spiegato il presidente di Travail.Suisse Adrian Wüthrich, interrogato da Keystone-ATS.

L'abolizione dell'obbligo di isolamento di cinque giorni in caso di infezione ha conseguenze particolari per i lavoratori. Ora, infatti, i dipendenti hanno di nuovo bisogno di un certificato medico dal terzo giorno di malattia. «Chiediamo ai datori di lavoro di mostrare un certo pragmatismo e di non pretendere un certificato dopo il terzo giorno in caso di infezione da coronavirus», ha detto Wüthrich.

In futuro, sarà ancora più importante che i dipendenti non vadano al lavoro quando sono malati e che i datori di lavoro non facciano pressioni in questo senso.

Travail.Suisse trova meno comprensibile l'abolizione dell'obbligo di indossare una maschera negli ospedali.