EpidemiaStefan Kuster: «Contagi in aumento, contact-tracing difficoltoso»
ATS
10.9.2020 - 14:45
I casi positivi di coronavirus sono in aumento in Svizzera, ma ricoveri e decessi si mantengono in maniera stabile a livelli bassi. Lo ha indicato alla stampa Stefan Kuster, responsabile delle malattie trasmissibili presso l'Ufficio federale della sanità pubblica.
Kuster ha, inoltre, precisato che il contact-tracing sta diventando sempre più difficile a causa dell'alto numero dei contagi. Hotspot del virus, al momento, sono i cantoni di Ginevra, Vaud e Zurigo.
Per quanto riguarda le cifre, la scorsa settimana l'UFSP ha effettuato 90'000 test, oltre 2000 dei quali sono risultati positivi. Al momento in Svizzera vi sono 8500 persone in quarantena perché di ritorno da un'area a rischio.
In aumento età media degli infetti
Secondo Kuster, un'evoluzione preoccupante è quella dell'aumento dell'età media delle persone infette: «è una cosa da evitare» perché si tratta delle persone più a rischio, la cui protezione è molto importante. Al momento la metà delle persone contagiate ha meno di 31 anni, ma la tendenza è al rialzo.
A questo proposito il rappresentante dell'UFSP ha sottolineato che le misure attualmente in vigore sono efficaci e quindi da rispettare: mantenere le distanze, lavare le mani, indossare le mascherine e osservare i piani di protezione. «Ma – ha aggiunto Kuster – possiamo fare anche di meglio: è importante mantenere questi accorgimenti anche nella cerchia di contatti più ristretta».
Particolarmente raccomandata è la vaccinazione contro l'influenza stagionale: non protegge dal covid-19 ma può aiutare ad evitare che la Svizzera si trovi a dover affrontare anche un'ondata di influenza.
Per quanto riguarda i test e la quarantena dei bambini – tema di grande attualità dato che in tutti i cantoni sono riprese le scuole – Kuster ha precisato che entro metà ottobre l'UFSP pubblicherà nuove raccomandazioni più dettagliate: in ogni caso, «è importante che anche i piccoli vengano sottoposti al tampone se presentano i sintomi».
Caso della Francia ancora sotto esame
Dal canto suo Virginie Masserey, che presso l'UFSP si occupa del controllo della malattie infettive, ha sottolineato che la cosa più importante è prevenire i contagi e soprattutto spezzare le catene di trasmissione. «Ognuno è chiamato in causa: è nell'interesse di tutti che ognuno si assuma le sue responsabilità». Anche i datori di lavoro devono fare la loro parte e sviluppare provvedimenti validi: in questo possono contare sul sostegno dei cantoni.
Infine, interpellati riguardo alla situazione allarmante della Francia, dove i casi sono in costante aumento, i rappresentanti dell'UFSP hanno precisato che nei prossimi giorni si deciderà se inserire l'Esagono nella lista dei Paesi a rischio.